astronomici del medioevo. Tutto ciò si evidenzia, di conseguenza, nella scarsissima produzione di manoscritti europei relativi all'argomento. Ernst Zinner, nell'opera Verzeichnis der astronomischen Handschriften des deutschen Kulturgebietes - Monaco, 1925 - ricorda due soli manoscritti in latino; il primo, nella State Library, manoscritto latino n. 19691. I, ff 30v-32v, datato 1521. Il secondo, nella University Library, Utrecht, che reca il numero 725, ff. 206v-213v, del XV secolo. Ma si conosce, inoltre, un testo tradotto in latino sull'uso dell'astrolabio sferico nel fondo dell'archivio della Corona de Aragòn, a Barcellona. Esso è il manoscritto Ripoll 225, ff. 17v-18r. Questo testo, dal titolo De horologio secundum alkoram, è inserito in un trattato, De utilitatibus astrolabii, sull'astrolabio planisferico. Millas-Vallicrosa fa risalire questo prezioso manoscritto al X secolo. Parleremo ancora, tra breve, di questo manoscritto di eccezionale interesse. Noi aggiungeremo ancora che esiste nel fondo cella Bibliotheca Laurentiana Medicea, un manoscritto sulla composizione di questo strumento scritto nel 1303 per mano di Joannem De Harlebeke de Olaus (si veda la Bibliografia alla fine di questo volume). Il diametro del globo dell'astrolabio sferico conservato nel Museo di Storia della Scienza di Oxford, è approssimativamente di 83 millimetri ed è tutto di ottone, con delle iscrizioni, le linee orarie, i meridiani, e gli almucantarat, con intervalli di 5° gradi, intarsiati d'argento. L'alhancabuth è in ottone, laminato con argento sul circolo dell'eclittica e quello dell'equatore e sul quadrante verticale, nonchè il pezzo di sospensione che è pure in ottone. Tutte le iscrizioni sono visibili sulla parte esterna dei pezzi che compongono lo strumento ed hanno carattere Kufico orientale, dello stile che era usato per gli strumenti islamici e persiani. Sul globo è riportato anche l'autore e l'anno di costruzione, nel seguente modo: amal Musà sana dfh Lavorato da Musà nell'anno 885 che è l'anno dell'Egira (A.H.) il quale corrisponde all'era cristiana (A.D.) 1480/1 L'alhancabuth è fornito di certi "indici" che servono per indicare 19 stelle fisse, tutte sopra il cerchio dell'eclittica, e ciascuna stella è contrassegnata con il suo nome. La rete dell'alhancabut che porta gli indicatori delle stelle, consiste in una fascia che rappresenta il circolo dell'eclittica, una piccola banda circolare parallela all'equatore che facilita le misurazioni sul circolo equatoriale, e un quadrante verticale graduato con scale numerate delle latitudini celesti e le distanze polari e zenitali. Lungo le due scale di questo quadrante vi è una scanalatura nella quale può spostarsi uno gnomone per le misure delle altezze solari. L'alhancabut è traforato nel polo equatoriale e nel polo nord dell'eclittica e la sua rete è in contatto con il globo e può muoversi sopra di esso. Le stelle dell'Alhancabuth Le stelle che sono riportate sull'alhancabuth dell'astrolabio sferico sono 19 e di queste Maddison riporta pure le coordinate eclittiche (L= Lambda, B= Beta): Sirra (L 9°, B 26°); Khadib (L 28°, B 55°); Muthallath (L 34°, B 16°); Misam (L 48°, B 41°.5); Rukba al-yamnà (L 61°, B 34°); Fawq (?) al-rukba (L 120°, B 37°); an-Nacsh (L 140°, B 45°); Fiqrat al-ulà (L 153°, B 27°); Sàqà (L 193°, B 24°); Mankib (L 208°, B 50°); Fakka (L 218°, B 45°); ar-Ramih (L 230°, B 32°); Janb (L 236°, B15°); ar-raci (L 257°, B 35°); dhanab (L 283°, B 36°); minqar (L 300°, B50°); dulfin (L 311°, B 30°); ra's al-faras ( L 316°, B 23°); unuq (L 340°, B 38°). Questi nomi non sono sempre corrispondenti ai nomi delle stelle e la loro esatta identificazione comporta molte difficoltà. Questo astrolabio sferico non è, probabilmente, un esemplare evoluto, come può dedursi dalla mancanza dei fori nel polo nord e sud. In apparenza potrebbe rappresentare uno dei modelli di astrolabi sferici di al-Biruni, ma l'esistenza dello gnomone scorrevole lungo le scale graduate del quadrante verticale, farebbe pensare ad una caratteristica costruttiva riconosciuta negli strumenti di an- Nairizi. <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi 25
fig. 33 fig. 34 Astrolabio lineare <strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi 26