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IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino

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quali Vitruvio aveva dedicato un intero capitolo<br />

della sua opera Architettura. La gnomonica era<br />

davvero caduta in disuso.<br />

I popoli arabi furono i veri depositari della scienza<br />

greca. Senza entrare nel merito di un'approfondita<br />

ricerca, diremo solo che essi nel giro di due o tre<br />

secoli non solo seppero custodire l'intero patrimonio<br />

culturale dei Greci attraverso la preservazione<br />

dei manoscritti conservati nelle biblioteche mussulmane,<br />

ma essi ebbero il merito di sfruttare al<br />

meglio il sapere ereditato nella ricerca di nuove<br />

metodologie che aprirono la strada, poi, alla quella<br />

che sarà la scienza sperimentale.<br />

Un'altra considerazione che lascia sconcertati è che<br />

nonostante la vastissima produzione di strumenti<br />

scientifici e pubblicazioni da parte degli Arabi;<br />

ancora oggi, in Occidente, queste opere sono per la<br />

maggior parte sconosciute. Giusto per fare un<br />

esempio, la traduzione dall'arabo di J.J. Sédillot,<br />

pubblicata nella seconda metà secolo scorso, del<br />

manoscritto n° 1148 di Aboul Hhassan Alì al-<br />

Marrakuschi (sec. XIII) conservato nella Biblioteca<br />

Nazionale di Parigi, da sola basta per evidenziare<br />

tutta la nostra ignoranza sulla gnomonica di quel<br />

tempo. Ai tempi nostri (1989) è stata pubblicata<br />

un'altra opera, che è la traduzione di un manoscritto<br />

di un astronomo arabo, Thabit Ibn Qurra<br />

del XIII/XIV secolo, in cui il capitolo 9 ci illustra<br />

addirittura i metodi trigonometrici per tracciare gli<br />

orologi solari che l'Occidente conoscerà solo a partire<br />

dal XVII secolo inoltrato! Inoltre, se si consultano<br />

i trattati di gnomonica del Rinascimento, i<br />

libri di Cristoforo Clavio, Valentino Pini, J. Battista<br />

Benedetto, J.B. Vimercato, Oronzio Fineo,<br />

Athanasius Kircher, e anche quelli degli autori del<br />

XVII e XVIII secolo, si può notare l'assoluta man-<br />

canza della descrizione dei tanti orologi solari<br />

inventati e descritti dagli arabi del medioevo.<br />

Come risulta evidente, l'astrolabio, pur occupando<br />

un ruolo determinante nell'attività di ricerca degli<br />

scienziati medievali, era sempre accompagnato da<br />

molti altri strumenti. E tra questi ricordiamo le<br />

moltissime varietà di quadranti astronomici, compreso<br />

quello che veniva chiamato briques, cioè un<br />

grande quadrante murale per trovare con molta<br />

precisione le altezze degli astri: la meridiana a seni<br />

che serviva a determinare l'arco di rivoluzione<br />

della sfera celeste su un orizzonte qualunque e,<br />

senza alcun calcolo, dava immediatamente le ore<br />

del giorno e della notte con la semplice osservazione<br />

dell'altezza del sole do i una stella di<br />

ascensione retta e declinazione conosciute; le sfere<br />

armillari, i globi celesti, il torquetum o triquetrum, o<br />

regolo parallattico derivato da Tolomeo, che è<br />

un'ingegnosa alternativa all'astrolabio armillare; il<br />

rectangulus che schematizzava semplicemente il<br />

torquetum, il Sestante, lo strumento dei seni e degli<br />

azimut lo strumento ai due pilastri, la Bilancia Oraria<br />

e molti altri strumenti e varianti che è impossibile<br />

riportare.<br />

Tuttavia, l'astrolabio, per la sua versatilità di<br />

impiego, e sicuramente anche per la sua caratteristica<br />

forma circolare, non conobbe mai nella storia<br />

un periodo di inutilizzo, restando lo strumento<br />

principale degli studiosi fino al Rinascimento.<br />

Tracciare una storia dell'astrolabio non è cosa<br />

facile. Nelle pagine che seguono cercheremo di<br />

mettere insieme le ipotesi di studiosi che da<br />

qualche secolo tentarono di rintracciarne le tracce<br />

già nell'antichità, e che gettarono le basi sulle quali<br />

hanno potuto agevolmente lavorare gli studiosi<br />

moderni.<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi<br />

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