29.05.2013 Views

IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino

IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino

IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Cardinale Bessarione, per constatare che, seppure<br />

di squisita fattura e con uno stile costruttivo<br />

latineggiante, rispetta in tutto e per tutto le caratteristiche<br />

dei vecchi modelli arabi la cui forma era<br />

divenuta ormai definitiva sin dalla fine del XIII<br />

secolo.<br />

2<br />

Gli strumenti gnomonici nel Medio Evo.<br />

Resterà utile, per questo studio, una breve<br />

panoramica di storia della Gnomonica relativa alla<br />

strumentazione per la misurazione del tempo nei<br />

secoli attorno all'anno Mille. Ma per prima cosa<br />

dobbiamo chiederci quale tipo di ore erano in uso<br />

in quei tempi. E a questa domanda si può rispondere<br />

subito. Nelle campagne, i contadini e gli artigiani<br />

misuravano il tempo con molta approssimazione,<br />

semplicemente prendendo dei facili<br />

punti di riferimento, ai quali rapportare la<br />

posizione del Sole in cielo, e questi potevano<br />

essere i picchi delle montagne più alte, l'ombra di<br />

alcuni alberi, o quella di un bastone piantato verticalmente<br />

al suolo. Nei paesi la misurazione del<br />

tempo era stabilita dalle congregazioni ecclesiastiche<br />

che, tradizionalmente, si servivano delle ore<br />

cosiddette temporarie, cioè ore regolate sulla durata<br />

del giorno e della notte e quindi di misura diversa<br />

a seconda dell'epoca dell'anno. E' difficile stabilire<br />

in che modo venivano annunciate le ore prima dell'anno<br />

Mille, ma è verosimile l'ipotesi che esse fossero<br />

richiamate con l'uso delle campane, probabilmente<br />

dopo essere state lette su clessidre, orologi<br />

solari o ad acqua di vario genere. Il sistema delle<br />

ore ineguali, quindi, cioè le ore temporarie - chiamate<br />

dagli arabi Ezemenie - era quello generalmente<br />

accettato dal grosso della popolazione,<br />

attorno all'anno Mille. Fu solo verso l'inizio del<br />

XIV secolo che cominciò a farsi strada<br />

nell'Occidente Cristiano il sistema delle ore<br />

equinoziali, cioè delle ore eguali, o astronomiche -<br />

chiamate dagli arabi Muzzewine - attualmente in<br />

uso. I grandi campanili, le torri con gli enormi<br />

orologi meccanici scandivano ormai il tempo<br />

astronomico, più utile nella sua uniformità ai mercanti,<br />

agli artigiani, ai viandanti, in contrapposizione<br />

delle ore canoniche e temporarie, cioè il<br />

tempo dei chierici, caparbiamente utilizzato, per-<br />

chè fondamentale negli Uffici religiosi delle comunità<br />

monastiche, almeno fino al Capitolo Generale<br />

del 1429.<br />

Ma quali erano gli strumenti per misurare il<br />

tempo? Le informazioni al riguardo sono veramente<br />

poche. E' quasi inspiegabile, l'assoluta mancanza<br />

di notizie sul come misuravano il tempo gli<br />

uomini del Medio Evo, nelle tantissime opere che<br />

pure ci sono pervenute. L'erudito benedettino<br />

Augusto Calmet (sec. XVIII) ha speso buona parte<br />

dei suoi studi nel cercare di scoprire qualche commentario<br />

redatto dai suoi predecessori, in cui si<br />

trovassero descritti i metodi pratici per la misurazione<br />

del tempo. Ma a parte qualche sporadica<br />

informazione a carattere generale, egli non riuscì a<br />

trovare nulla di specifico. Dobbiamo, pertanto,<br />

accontentarci delle poche informazioni che ci<br />

provengono da ritagli di opere, le più diverse, e<br />

soprattutto dalle fonti scientifiche del tempo.<br />

Cominceremo col dire che dopo <strong>Severino</strong> Boezio e<br />

Cassiodoro, i metodi per la misurazione del tempo<br />

rimasero sostanzialmente gli stessi, senza alcun<br />

miglioramento. Si ricorda brevemente che Boezio e<br />

Cassiodoro ci lasciarono in alcune lettere le uniche<br />

testimonianze del VI secolo d.C., relative alla<br />

costruzione di qualche orologio ad acqua e solare.<br />

Esse sono importanti, proprio perchè in quell'epoca<br />

si ebbe una decadenza generale (i famosi secoli<br />

bui del Medio Evo) su tutti i fronti delle scienze,<br />

che durò almeno fino al IX secolo. L'unico faro<br />

intellettuale che ha guidato gli studiosi di tutto l'alto<br />

medioevo, era il monaco inglese Beda il<br />

Venerabile, vissuto a cavallo tra il VII ed VIII secolo.<br />

Purtroppo, nelle sue opere non si riscontrano<br />

progressi decisivi nella misurazione del tempo, a<br />

parte forse gli studi sulla datazione della Pasqua<br />

che era l'argomento più importante dell'epoca.<br />

Beda fa riferimento a sistemi di computo delle ore<br />

del giorno attraverso la misurazione dell'ombra<br />

data dalla statura (media) di un uomo, metodo in<br />

uso già nel III secolo a.C. e per tradizione fino al<br />

secolo XVI inoltrato. E' solo nelle glosse alle opere<br />

di Beda, di alcuni secoli successive, che si vede la<br />

descrizione di uno strumento ancora più antico:<br />

l'emisfero. Una superficie concava nel cui interno<br />

vi erano disegnati i circoli orari, dei solstizi e degli<br />

equinozi. E' quanto meno incredibile che nelle<br />

vastissime opere di un erudito quale Beda, non si<br />

faccia neppure cenno agli orologi solari che avevano<br />

scandito il tempo ai Greci e ai Romani e ai<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi<br />

2

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!