IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino
IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino
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nomen grecum... e Nomina instrumentorum astrolabii<br />
sunt hec..., testimoniano la singolare fortuna di figurare<br />
regolarmente nei programmi universitari,<br />
come elementi fondamentali di un importante<br />
"corpus" scientifico.<br />
Gli studi sui quadranti (quadrans vetus, quadrans<br />
novus, etc.) e sugli astrolabi nel XII secolo aprono<br />
l'epoca classica della fabbricazione degli strumenti<br />
astronomici. Le modifiche che saranno apportate<br />
durante il periodo universitario possono davvero<br />
considerarsi insignificanti, e gli strumenti che vengono<br />
realizzati offrono ormai la soluzione e le<br />
forme definitive che resteranno per tutto il basso<br />
medioevo e fino al Rinascimento.<br />
A giudizio degli studiosi, tutto questo materiale<br />
letterario non avrebbe altro scopo che quello pedagogico.<br />
Il caso citato di Walcher di Malvern, che<br />
osservò l'eclisse lunare del 18 ottobre 1092 con un<br />
astrolabio, sembra essere un caso isolato, adatto a<br />
soddisfare la curiosità di una mente esigente. Ma<br />
questo esempio non può testimoniare in favore di<br />
una destinazione d'uso dello strumento esclusivamente<br />
rivolta alle osservazioni.<br />
Qualche rara testimonianza di osservazioni astronomiche<br />
con l'astrolabio risale a periodi tardi del<br />
medioevo; la più antica può essere quella di Henri<br />
Bate di Malines, verso la fine del XIII secolo di cui<br />
fa allusione in un suo trattato sullo strumento.<br />
L'astrolabio, evidentemente, trovava vasta applicazione<br />
nella risoluzione di problemi di astronomia<br />
sferica più che astronomia osservativa: trovare<br />
a quale ora una stella si leva sull'orizzonte, anche<br />
se si è in pieno giorno; determinare la durata dell'arco<br />
diurno, o il punto dell'orizzonte dove sorge<br />
il Sole in un giorno qualunque dell'annno e tante<br />
altre questioni alle quali l'astrolabio offre immediatamente<br />
una soluzione.<br />
L'astronomia dell'Europa medievale aveva tra gli<br />
scopi principali, e qui l'astrologia ne è gran parte<br />
responsabile, quello di conoscere l'aspetto del cielo<br />
in un momento qualunque, passato presente o<br />
futuro.<br />
Per fare questo gli studiosi avevano due mezzi a<br />
disposizione: un mezzo empirico, cioè gli strumenti,<br />
e un mezzo matematico, cioè le tavole astronomiche.<br />
Ed è in questo contesto che l'astronomia medievale<br />
vanta, tra l'altro, il merito di aver forgiato quello<br />
che è il più geniale degli strumenti astronomici:<br />
l'astrolabio.<br />
25 L'astrolabio di Regiomontano<br />
Il sorgere delle nuove grandi scuole di artigiani in<br />
Europa, e soprattuto dei costruttori di strumenti<br />
astronomici in Germania, segna il distacco dell'astrolabio<br />
dal medioevo e l'inizio di una nuova era di<br />
abilità e progettazione nella costruzione di strumenti<br />
di precisione.<br />
J. Derek De Solla Price, descrive quello che viene<br />
considerato il primo strumento scientifico della<br />
Rinascenza: un astrolabio realizzato dalle mani del<br />
grande Jovanni Muller, detto Regiomontano (figg.<br />
51-52).<br />
Questo straordinario strumento, che presenta uno<br />
stile costruttivo nuovo e molto diverso dalla caratteristica<br />
scuola moresca e spagnola del medioevo,<br />
fu fabbricato dal grande astronomo in Roma, nel<br />
1462, in onore del Cardinale Bessarione, come è<br />
possibile dedurre dall'iscrizione dedicatoria:<br />
SVB DIVI BESSARIONIS DE<br />
CARDINE DICTI PRAESI<br />
DIO ROMAE SVRGO IO<br />
ANNI OPUS: - 1462<br />
L'astrolabio è firmato e reca un ritratto che si<br />
ritiene il solo contemporaneo del Regimontano.<br />
Questo strumento presenta una storia abbastanza<br />
travagliata. Ricorderemo solo che esisteva in Roma<br />
fino al marzo del 1848, quando passò nelle mani<br />
del Dr. Somerville. Ne fu poi possessore il grande<br />
astronomo William Herschel, e quindi il<br />
Comandante M.H. Hardcastle.<br />
E per fortuna si è mantenuto in ottimo stato di conservazione<br />
come si vede dalle figure. Le sue caratteristiche<br />
costruttive indicano che potrebbe essere<br />
stato un modello di base per la costruzione in serie<br />
dello stesso ("mass-produced"), probabilmente<br />
prodotti a Norimberga dove vi era il grande<br />
costruttore di strumenti Georg Hartmann.<br />
Il parere di Price è che questo sia il primo strumento<br />
costruito da Regiomontano e perciò il<br />
primo eseguito surante la rinascita dell'astronomia<br />
in Europa. Rappresenta, in tal caso, una vera pietra<br />
miliare che marca il progresso della scienza sul<br />
finire del medioevo e all'inizio della Rinascenza.<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi<br />
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