IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino
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STORIA DELL’<strong>ASTROLABI</strong>O<br />
L’<strong>ASTROLABI</strong>O NELLA STORIA<br />
Se sia stato proprio l'astrolabio come lo conobbero<br />
gli astronomi medievali, quello che si trova<br />
descritto nell'Almagesto di Tolomeo, è la domanda<br />
che ha sollecitato per secoli la curiosità intellettuale<br />
degli scienziati. Nonostante gli innumerevoli<br />
studi e le tantissime ipotesi scaturite su questo<br />
enigma, non abbiamo la certezza matematica con<br />
la quale poter asserire che lo strumento descritto<br />
da Tolomeo non aveva niente a che fare con l'astrolabio<br />
classico. Tuttavia, attraverso lo studio<br />
della documentazione che ci è pervenuta, possiamo<br />
dire che un'eventuale identificazione non<br />
regge in quanto lo strumento di Tolomeo era<br />
sostanzialmente una specie di sfera armillare. E' da<br />
considerare, però, che il principio della proiezione<br />
stereografica, sul quale si basa la teoria costruttiva<br />
dell'astrolabio, doveva essere già nota ai tempi di<br />
Ipparco da Nicea a cui si attribuisce anche l'uso<br />
della sfera armillare. Infatti, questi fu in grado di<br />
risolvere problemi relativi alla sfera senza la<br />
conoscenza della trigonometria sferica, probabilmente<br />
attraverso l'uso della proiezione stereografica.<br />
Questa consiste nel riportare su un piano la<br />
superficie di una sfera, cioè di tutti i suoi circoli,<br />
proiettandoli da un punto che può essere uno dei<br />
poli. Nel caso degli astrolabi, la proiezione era<br />
fatta partendo dal polo sud della sfera celeste su di<br />
un piano (foglio di carta o lamina di metallo) perpendicolare<br />
all'asse polare della sfera stessa.<br />
Tolomeo impiega questi principi nella sua opera<br />
dedicata al Planisphaerium, ma gli studiosi hanno<br />
dimostrato che egli si rifà a nozioni precedenti,<br />
probabilmente prese da Ipparco. E' da notare che<br />
già la parola planisphaerium fa pensare ad una sfera<br />
proiettata su un piano, ma sembra che Tolomeo, in<br />
quest'opera si riferisse più che altro ad uno strumento<br />
"oroscopico", che reca la posizione delle<br />
stelle su una parte chiamata "aranea", cioè "ragno",<br />
proprio come un vero astrolabio. Ma lo era?<br />
Claudio Salmasio, in Plinianae exercitationes in Caii<br />
Julii Solini Polyhstoria, 1689 (pag. 458, A, B, C, D, E,<br />
F, G), espone la questione osservando che i vasa<br />
horosopa, sono orologi solari del tipo emisferici,<br />
mentre gli "araneorum horoscopa" sono proprio<br />
degli astrolabi, come dice pure Hefestio.<br />
Purtroppo, pare non vi siano altre testimonianze<br />
per dimostrare questa ipotesi. Così, sia il<br />
Planisphaerium, sia l'Astrolabon, di Tolomeo, non si<br />
possono identificare con sicurezza con un astrolabio<br />
del tipo classico. Ricordiamo che Montucla<br />
(Storia della Matematica, tomo 1, pag. 264), è dell'opinione<br />
che "Egli (Tolomeo) immaginasse di<br />
proiettare sopra un piano la sfera, allorchè fece il<br />
catalogo delle stelle fisse; ma questi planisferi non<br />
avrebbero niente a che fare con gli astrolabi".<br />
D'altra parte Teone d'Alessandria distingue nettamente<br />
l'astrolabio piano chiamandolo "piccolo<br />
astrolabio". Inoltre, la confusione viene alimentata<br />
dal fatto che nei testi antichi la parola astrolabon,<br />
che letteralmente significa "prenditore di stelle", fu<br />
impiegata praticamente per qualsiasi strumento<br />
che servisse per l'osservazione astronomica.<br />
Nell'ambito di queste considerazioni, è interessante<br />
rilevare che le ipotesi sulla probabile realizzazione<br />
di astrolabi classici, risalgono ancora più<br />
indietro nel tempo. Infatti, alcuni studiosi hanno<br />
cercato di identificare l'orologio solare chiamato<br />
"Arachnen", citato da Vitruvio e attribuito all'astronomo<br />
Eudosso di Cnido, con un piano che ha<br />
una rete metallica mobile (aranea) con sopra incise<br />
le stelle e i circoli celesti. Questa tesi però non è<br />
suffragata da prove concrete ed è più probabile che<br />
l'arachnen fosse semplicemente un orologio solare<br />
con le linee orarie e le curve solstiziali, la cui forma<br />
ricorda quella della rete di ragno.<br />
Comunque, che Tolomeo sia stato a conoscenza<br />
dell'astrolabio piano, come ha anche dimostrato<br />
Neugebauer, è un'ipotesi molto verosimile. D'altra<br />
parte, se si pensa che il più antico testo sull'astrolabio<br />
piano che ci è pervenuto è quello del filosofo<br />
Giovanni Filopono (VI sec. d.C.), in cui l'astrolabio<br />
è costituito essenzialmente da un disco, ovvero un<br />
timpano per una data latitudine, sul quale figurano<br />
la proiezione dell'orizzonte, i cerchi di uguale<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi<br />
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