IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino
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L’<strong>ASTROLABI</strong>O<br />
NELL’OCCIDENTE CRISTIANO<br />
17Le<br />
traduzioni.<br />
I primi contatti degli autori cristiani con la scienza<br />
araba si fanno risalire attorno alla fine del X secolo.<br />
Quello che sappiamo in proposito ci è dato<br />
dalla conoscenza diretta delle fonti originali, e<br />
dalle storie e commenti di autori posteriori all'anno<br />
Mille. Il grande lavoro è quindi dei traduttori<br />
che si rivelano i veri pionieri della diffusione del<br />
sapere scientifico in Europa.<br />
Dal califfato di al-Mamun, gli Arabi avevano già<br />
cominciato ad ereditare, studiare, ampliare e<br />
migliorare il grande testamento scientifico lasciato<br />
dai tempi di Tolomeo. E' nel bisogno di perfezionare<br />
soprattutto le teorie astronomiche che si<br />
giustificano i grandiosi progetti che portarono alla<br />
realizzazione degli osservatori astronomici più<br />
importanti del mondo: Bagdad, fondato da Al-<br />
Ma'mun (813); il Cairo (966), fondato da Al-Hakim;<br />
Toledo (1028), fondato da Arzachele; Maragha<br />
(1200), fondato da Nasir-al-Din al-Tusi, e<br />
Samarcanda, fondato dal grande Ulugh Beg nel<br />
1420.<br />
In genere si fa iniziare la rinascita dell'astronomia<br />
anche in Europa con la traduzione dal greco<br />
dell'Almagesto di Tolomeo nel 1164, e poi dall'arabo,<br />
nella versione di Gerardo da Cremona;<br />
secondo altri ciò avviene nel 1175, oppure, secondo<br />
Weidler e Delambre, nel XIV secolo. Queste<br />
datazioni però non sono da prendersi alla lettera,<br />
in quanto non è dato sapere con precisione quando<br />
queste opere furono veramente tradotte per la<br />
prima volta e divulgate in Occidente. Infatti, si ipotizza<br />
che, probabilmente, la prima traduzione dal<br />
Greco dell'Almagesto sia quella di Giorgio di<br />
Trebisonda.<br />
1 Emmanuel Poulle, Les instruments astronomiques de l'Occident latin aux XI et XII siècles,<br />
Dal 1100 al 1120 Adelardo di Bath viaggia in<br />
Spagna e in Egitto, e traduce dall'arabo gli<br />
Elementi di Euclide facendo conoscere per la<br />
prima volta in Occidente il grande autore greco.<br />
Platone da Tivoli, religioso, traduce dall'arabo la<br />
Sfera di Teodosio e Giovanni di Siviglia fa<br />
conoscere gli Elementi di Alfragano. Rodolfo da<br />
Bruges, traduce il Planisfero di Tolomeo su una<br />
versione araba commentata da Maslem e Givanni<br />
Campano da Novara, sul finire del XIII secolo, traduce<br />
di nuovo dall'arabo gli Elementi di Euclide;<br />
Vitellione traduce l'importante opera sull'Ottica di<br />
Al-Hazen. E poi ci sono le Tavole Toledane di<br />
Arzachele (1187), sostituite con le Tavole Alfonsine<br />
(1274) e il lavoro di tantissimi altri traduttori che è<br />
impossibile riportare.<br />
Nel leggere la storia dell'acquisizione della scienza<br />
araba da parte del mondo latino, possiamo<br />
riconoscere due periodi distinti 1 : il primo, che<br />
potremmo definirlo di assimilazione, fino al XIII<br />
secolo durante il quale gli autori votati all'astronomia<br />
si sforzarono di comprendere e di esplorare<br />
con qualunque mezzo, e sfruttando tutte le possibilità<br />
che avevano a disposizione, la strumentazione<br />
astronomica degli arabi; poi, a partire dalla<br />
metà del XIII secolo, si ha un periodo caratterizzato<br />
dall'interesse delle nuove ricerche, per la diffusione<br />
eccezionale di alcuni strumenti, al quale<br />
segue un breve periodo di espansione direttamente<br />
legato al ruolo che ebbe tutto questo materiale<br />
nell'insegnamento universitario.<br />
Se lo studio degli strumenti astronomici svolto nel<br />
secondo periodo è eminentemente fruttuoso per<br />
un'adeguata valutazione della scienza medievale,<br />
quello del materiale strumentale relativo ai secoli<br />
X e XII, è essenziale, in quanto rappresenta la base<br />
sulla quale si edificherà l'astronomia universitaria.<br />
E naturalmente i due strumenti principali sono<br />
ancora l'astrolabio e il quadrante.<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi<br />
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