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IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino

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20 Gli errori dei primi astrolabisti.<br />

Un altro testo relativo all'uso dell'astrolabio fu<br />

pubblicato sempre da Migne e catalogato tra le<br />

opere di Ermanno Contratto, ma Bubnov lo<br />

attribuisce a Gerberto 8 .<br />

Il professor Millas-Vallicrosa, ha ricordato ancora<br />

un trattato sull'uso dell'astrolabio che Lupitus di<br />

Barcellona avrebbe tradotto dall'arabo, ma sembra<br />

che questo non sia altro che solo un frammento di<br />

un vero trattato sulla costruzione e l'uso dell'astrolabio.<br />

La terminologia utilizzata poi durante tutti i secoli<br />

a venire, relativa a tutte le parti dell'astrolabio,<br />

appartiene, secondo Poulle, al periodo universitario,<br />

a cominciare dalla fine del XIII secolo.<br />

Bisogna dire però che gran parte dei termini<br />

tradotti dall'arabo si trovano già nell'opera di<br />

Ermanno Contratto. Inoltre, i trattati dell'anno<br />

Mille sono molto rudimentali e superficiali nelle<br />

descrizioni, e molte volte addirittura inattendibili<br />

scientificamente.<br />

La descrizione contenuta nel manoscritto "Cum<br />

hominum habitationes..." 9 non dice nulla per esempio<br />

sull'armilla e, cosa ancora più grave, sulla<br />

proiezione dell'orizzonte e degli almucantarat. Il<br />

trattato sulla costruzione dell'astrolabio "Philosophi<br />

quorum sagaci studio...", che viene lo stesso<br />

attribuito a Lupitus, ignora tutto il sistema di mira:<br />

armilla, alidada a pinnule e cerchio di altezza.<br />

Ancora più allarmante è il fatto che i metodi per la<br />

costruzione sono molto inesatti, come nel caso<br />

della graduazione dello zodiaco dell'Aranea. Lo<br />

zodiaco è un cerchio obliquo in rapporto al piano<br />

di proiezione stereografica (il piano dell'equatore);<br />

quindi, la graduazione dello zodiaco diviene una<br />

graduazione ineguale. Il modo di realizzazione di<br />

questa graduazione ineguale, per la costruzione<br />

dell'astrolabio, mette in evidenza la bravura e il<br />

livello scientifico del costruttore di astrolabi: l'astrolabista.<br />

Il trattato sulla costruzione dell'astrolabio<br />

"Philosophi qui sua sapientia...", che Millàs -<br />

Vallicrosa attribuisce sempre a Lupitus, propone<br />

un metodo molto empirico che si ritrova anche<br />

negli altri testi di Lupitus e consiste nel prendere<br />

1/15 dell'arco di cerchio dell'eclittica ove si<br />

trovano i segni dell'Ariete, Toro e Gemelli; poi un<br />

terzo dei 14/15mi restanti, computati a partire dal<br />

segno dell'Ariete, per trovare la fine di questo<br />

segno; quindi si prendono i terzi di tutto l'arco per<br />

i segni del Toro, e il resto per i Gemelli. Questo<br />

metodo dà un risultato approssimativo per questi<br />

tre segni 10 , che è ancora può essere accettabile in<br />

quanto implica sostanzialmente un errore sull'applicazione<br />

del sistema della proiezione stereografica.<br />

Inoltre, questa erronea metodologia è presente in<br />

un altro trattato di Lupitus, Philosophi quorum<br />

sagaci studio..., e nel libro di Ermanno Contratto.<br />

Essi, infatti, si limitano a tracciare dal centro dello<br />

strumento delle divisioni di trenta gradi ciascuna<br />

dal lembo; in questo modo si ottiene lo stesso una<br />

graduazione ineguale dello zodiaco, ma una tale<br />

costruzione implica erroneamente che tutti i segni<br />

dello zodiaco abbiano uguali valori di ascensione<br />

retta, cioè di trenta gradi.<br />

Anche sull'uso dell'astrolabio, Poulle dichiara di<br />

trovare errori grossolani dovuti per la maggior<br />

parte all'ignoranza delle reali possibilità dello strumento.<br />

I soli problemi di cui si tratta nei libri, infatti,<br />

sono i più elementari e rudimentali: posizionare<br />

l'aranea e trovare i gradi dello zodiaco in cui si<br />

trova il Sole, oppure una stella, sull'almucantarat<br />

dell'altezza osservata, o la determinazione della<br />

durata dell'arco diurno. Problemi che vengono<br />

trattati con spiegazioni piuttosto oscure. Per esempio<br />

ecco come Lupitus insegna a prendere l'altezza<br />

del sole sull'orizzonte 11 :<br />

Dum queris scire altitudinem solis, turna dahar id est<br />

costam astrolapsus contra te, et pendeat de manu tua<br />

dextera et humerum tuum sinistrum pone contra solem,<br />

et ipsi XC alhotoi id est vel versus stent contra oculos<br />

tuo; et ipsam hahidada tantum exalta et demerge<br />

quosque radius solis transeat amba foramina, et consid-<br />

8 P.L. CXLIII, 389-404; R.T. Gunther, op. cit., p. 409-418; N. Bubnov, Gerberti postea SilvestriII papae opera mathematica (972-<br />

1003), Berlino, 1899, p. 114-147.<br />

9 Millas -Vallicrosa, op. cit., p. 308-315<br />

10 Millas-Vallicrosa, op. cit., p. 293-295<br />

11 Millas-Vallicrosa, op. cit., p. 280<br />

<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi<br />

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