IL LIBRO DEGLI ASTROLABI - Nicola Severino
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26Astrolabium phisicum<br />
Finora abbiamo potuto accertarci dell'esistenza di<br />
una grande varietà di strumenti astrolabici, realizzati<br />
soprattutto dagli astronomi arabi intorno al<br />
XII-XIII secolo. Ma non è finita. Prima di concludere,<br />
infatti, vorremmo dire brevemente di un curiosissimo<br />
astrolabio che per la sua rarità è davvero<br />
poco conosciuto. Nel codice man. lat. 7276 B, del<br />
XV secolo, della Bibliothèque Nationale di Parigi,<br />
viene presentato un Equatore, cioè uno strumento<br />
astronomico per la determinazione della latitudine<br />
dei pianeti, secondo un modello inventato da<br />
Guillaume Gilliszon de Wissekerke. Sull'altra faccia<br />
si trova quello che viene chiamato un<br />
Astrolabium phisicum, cioè un astrolabio il cui uso,<br />
anche se adatto alle misurazioni astronomiche, è<br />
destinato prevalentemente all'astrologia. Il probabile<br />
autore che descrive l'Equatore di Gilliszoon,<br />
Guillaume de Carpentras, è conosciuto come un<br />
valente artigiano astronomo che costruì molti strumenti<br />
astronomici e gnomonici nella seconda metà<br />
del XV secolo 16 . Egli costruì, inoltre, "due astrolabi<br />
mostranti i didici segni zodiacali e i sette pianeti,<br />
di cui uno si trova nella città di Aix e l'altro fu<br />
donato al Monsignor de Bourbon.<br />
Gli studiosi fanno notare che non è normale<br />
trovare i pianeti associati al termine astrolabio.<br />
D'altra parte, l'esistenza della rappresentazione<br />
dei pianeti sull'astrolabio, come quello donato al<br />
duca di Borbone, è suffragata da altri testi del<br />
Catalogue de la bibliothéque des ducs de Bourbon en<br />
1524, in cui si legge "Y a en ladite librarie ung astrolabium<br />
regale ou sont les mouvements de la lune, de la<br />
sphere et des sept planetes et du Dragon, le tout en<br />
leton".<br />
Ma vediamo in breve cos'è questo Astrolabium<br />
phisicum. Viene descritto nella seconda parte del<br />
manoscritto citato ed è un astrolabio semplificato<br />
per scopi astrologici. Viene chiamato anche<br />
Astrolabio medico, in quanto uno degli obiettivi<br />
principali è quello di determinare i giorni e le ore<br />
più convenienti per i salassi e le medicazioni.<br />
All'interno della graduazione del lembo in gradi<br />
ed ore eguali, le tracce sono quelle di un timpano<br />
16 Si veda in proposito G. Arnaud d'Agnel, Les copmtes du roi René, t. III (Paris, 1910)<br />
degli orizzonti; l'Aranea è ridotta al solo zodiaco<br />
(fig.53), davanti al quale è stato tracciato, attorno al<br />
centro dello strumento, un cerchio graduato con i<br />
mesi e i giorni che ha la stessa funzione del calendario<br />
zodiacale usuale sul dorso di tutti gli astrolabi.<br />
Tre regoli, di cui due sono a doppie branchie<br />
formano tra loro un angolo di 120° e un angolo di<br />
60°, giranti attorno al centro dello strumento e che<br />
servono a localizzare le "case celesti".<br />
Gli usi astronomici sono limitati alla trasformazione<br />
delle ore eguali in ore ineguali, alla determinazione<br />
dell'arco diurno o notturno, del grado<br />
ascendente e del momento del levare e sorgere del<br />
Sole. Interessante è anche la lista delle trenta stelle,<br />
date per indicazioni puramente astrologiche, di cui<br />
molte appaiono raramente nelle liste delle stelle<br />
degli astrolabi normali, come per esempio la<br />
citazione delle costellazioni Triangulus e Lupus.<br />
Un'altro strumento merita di essere ricordato.<br />
Appartiene alla collezione J.A. Billmeier, ed è conservato<br />
al Museo di Storia delle Scienze di Oxford<br />
(catalogo n° 57-84/176). Possiamo definirlo un<br />
"astrolabio-equatorio", rusalente alla fine del XV<br />
secolo, ed è identico ad un tipo descritto da<br />
Francesco Sarzosio in un suo trattato stampato nel<br />
1526. Varie circostanze inducono a pensare che<br />
questo strumento possa essere opera di Francesco<br />
Fineo, padre di Oronzo.<br />
La parte astrolabica di questo strumento (figg. 54-<br />
55-56) è composta da due timpani per due diverse<br />
latitudini. Sulla faccia del primo timpano non sono<br />
riportate nè le ore ineguali, nè le "case celesti", nè<br />
gli azimut, nè linee crepuscoline, ma solamente gli<br />
almucantarat per ogni cinque gradi, mentre l'altra<br />
faccia dello stesso timpano non riporta che le dodici<br />
"case celesti" e le loro suddivisioni per una latitudine<br />
di 45°.<br />
La prima faccia del secondo timpano riporta (latit.<br />
45°) gli almucantarat incisi per ogni cinque gradi e<br />
gli azimut; l'altra faccia è un timpano astrologico,<br />
come quello già visto di Guillaume di Wissekerke.<br />
La realizzazione di questo "timpano medico" (perchè<br />
è il timpano dell'astrolabio detto "medico") è<br />
stata basata sul principio allora in uso che<br />
l'evoluzione di una malattia subisce un corso<br />
cronologico immutabile e la medicina ha bisogno<br />
di conoscere, per le sue prescrizioni, i pianeti che<br />
dominano le differenti tappe di questo corso, e per<br />
<strong>Nicola</strong> <strong>Severino</strong> Il Libro degli Astrolabi<br />
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