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I<br />
L’ARATURA<br />
L’anno incomincia a settembre, laggiù da noi. Apposta<br />
questo mese si chiama, laggiù, “capodanno”.<br />
A agosto si volta. La terra si è riposata, sgranchita, crogiolata<br />
ben bene al sole; si è tanto conceduta alle dolcezze<br />
dell’ozio, che crepe si sono aperte nella sua pelle, come piaghe,<br />
malattia appunto da gente impigrita e viziosa. È venuto<br />
il momento di toccarla di fuoco e di ferro, e farle passare<br />
il sonno.<br />
Anzitutto infatti si va sulla terra col fuoco. Purificare,<br />
incenerire. Le stoppie avanzate dall’anno scorso, scampate<br />
alla fame dei buoi, degli asini, delle pecore e di quanti animali<br />
sono stati lasciati – dopo i lunghi divieti – entrare nei<br />
coltivi, distrutte col fuoco, ché fra l’altro la cenere ingrassa<br />
il campo e non costa una lira, tolto giusto la fatica occorrente,<br />
che del resto è leggera.<br />
Conoscete i debbi. <strong>Il</strong> contadino entra nei campi e distribuisce<br />
qua e là, con una spina infiammata, nidi di fuoco.<br />
A caso li distribuisce, servendosi di quella torcia come farebbe<br />
un piromane. Poi sta lì, a osservare il risultato, mentre<br />
la fiamma cova se stessa fra palle di fumo. Poi, quando dal<br />
nido lingue di fuoco s’alzano vittoriose come piume di gallo,<br />
corre a crearne altri, di questi nidi, attingendo dai primi<br />
altro fuoco, e ne scruta allo stesso modo la covata. Finché le<br />
fiamme si apprendono, dandosi la mano da nido a nido, e<br />
si forma tutta una fronte uniforme di fuoco. Allora il contadino<br />
corre a munirsi di bastone o tridente. Ma non succede<br />
come nei falò, o negli incendi di boschi o fienili, che, tutt’a<br />
un tratto, il fuoco divampa e si fa subito grande e ruggisce.<br />
Qui no, non gonfia né cresce; avanza a passettini e saltelli,<br />
lecca le stoppie quasi di soppiatto e le mangia un ciuffo alla<br />
volta, come un animale che bruca. E difatti si sente un rumore<br />
crosciante continuo, come di vasto masticamento.<br />
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