Lo stock di debito pubblico si può abbattere con misure ... - Cnel
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Seminario “<strong>Lo</strong> <strong>stock</strong> del <strong>debito</strong> <strong>si</strong> <strong>può</strong> <strong>abbattere</strong> <strong>con</strong> <strong>misure</strong> straor<strong>di</strong>narie?”<br />
Con<strong>si</strong>glio Nazionale dell’E<strong>con</strong>omia e del Lavoro – Sala del Parlamentino, martedì 5 giugno 2012<br />
<strong>con</strong>traddetto, negli ultimi <strong>di</strong>eci anni, e quin<strong>di</strong> <strong>con</strong> il riemergere delle nostre<br />
tra<strong>di</strong>zionali debolezze.<br />
Io terrei <strong>di</strong>stinti i due aspetti, perché anche le soluzioni <strong>può</strong> dar<strong>si</strong> debbano essere<br />
<strong>di</strong>verse. Se <strong>si</strong> pensa alla cri<strong>si</strong> mon<strong>di</strong>ale e all’accumulo <strong>di</strong> debiti, dobbiamo essere<br />
<strong>con</strong>sapevoli che dopo queste cri<strong>si</strong> così come dopo le guerre mon<strong>di</strong>ali, c’è sempre un<br />
problema <strong>di</strong> smaltimento dei debiti e questo normalmente <strong>si</strong>gnifica che questi debiti<br />
non saranno mai ripagati interamente. Questo risulta dalle ricerche Reinhart e<br />
Rogoff, ad esempio, i quali sottolineano come, dopo la Se<strong>con</strong>da guerra mon<strong>di</strong>ale,<br />
che seguì la cri<strong>si</strong> del 1929, tutti i Pae<strong>si</strong> avevano accumulato debiti spavento<strong>si</strong> e<br />
ognuno li gestì a modo suo.<br />
In Italia fu cancellato dalla grande inflazione <strong>di</strong> Einau<strong>di</strong>, che lo azzerò in un<br />
colpo solo; negli altri Pae<strong>si</strong> fu fatto <strong>con</strong> <strong>si</strong>stemi forse meno traumatici ma<br />
ugualmente efficaci. Tutti hanno fatto affidamento sull’inflazione; allora ci fu anche<br />
un tasso <strong>di</strong> crescita inatteso che <strong>con</strong>sentì <strong>di</strong> gestire in gran parte questo <strong>debito</strong>, ma ci<br />
furono anche importanti interventi <strong>di</strong> repres<strong>si</strong>one finanziaria, <strong>con</strong> vincoli <strong>di</strong><br />
portafoglio alle banche, fon<strong>di</strong> pen<strong>si</strong>one, <strong>con</strong> una politica monetaria che tendeva a<br />
tenere bas<strong>si</strong> i tas<strong>si</strong> <strong>di</strong> interesse reale. Gli Stati Uniti hanno avuto per oltre <strong>di</strong>eci anni<br />
nel dopoguerra tas<strong>si</strong> <strong>di</strong> interesse reali negativi e così l’Italia,, tutti ce lo ricor<strong>di</strong>amo.<br />
Ancora adesso tutte politiche <strong>di</strong> quantitative ea<strong>si</strong>ng messe in atto da vari Pae<strong>si</strong> sono<br />
essenzialmente manipolazioni del livello dei tas<strong>si</strong> <strong>di</strong> interesse che facilitano i Pae<strong>si</strong><br />
indebitati. Questa è la prospettiva storica, almeno quella passata.<br />
Di fronte a questa <strong>si</strong>tuazione , due anni fa pensai che noi dovremmo riuscire, <strong>con</strong><br />
accor<strong>di</strong> internazionali, a prendere una parte <strong>di</strong> questo <strong>debito</strong> e piazzarlo altrove, in<br />
un <strong>con</strong>tenitore o un fondo finanziato <strong>con</strong> qualche imposta a ciò de<strong>di</strong>cata, in modo<br />
che i Governi ricomincino a lavorare come prima. Una proposta <strong>si</strong>mile è stata fatta<br />
più o meno <strong>con</strong>temporaneamente da Paolo Savona, che <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> trasferire i debiti<br />
presso il Fondo monetario internazionale a 30-40 anni trasformandoli in <strong>di</strong>ritti<br />
speciali <strong>di</strong> prelievo, quin<strong>di</strong> <strong>con</strong> la garanzia <strong>di</strong> tutto il modo e<strong>con</strong>omico.<br />
Queste sono probabilmente proposte un po’ velleitarie; la mia l’ho rimodellata a<br />
livello europeo oltre un anno fa, e la proposta è esattamente quella che nel<br />
novembre scorso i “saggi” tedeschi hanno prospettato come soluzione, e cioè<br />
lasciare il <strong>debito</strong> <strong>pubblico</strong> dei <strong>si</strong>ngoli Pae<strong>si</strong> al 60 per cento del Pil, e collocare<br />
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