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Lo stock di debito pubblico si può abbattere con misure ... - Cnel

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Seminario “<strong>Lo</strong> <strong>stock</strong> del <strong>debito</strong> <strong>si</strong> <strong>può</strong> <strong>abbattere</strong> <strong>con</strong> <strong>misure</strong> straor<strong>di</strong>narie?”<br />

Con<strong>si</strong>glio Nazionale dell’E<strong>con</strong>omia e del Lavoro – Sala del Parlamentino, martedì 5 giugno 2012<br />

altis<strong>si</strong>ma aleatorietà; non è questo che richiede oggi la <strong>si</strong>tuazione per la salvezza del<br />

nostro Paese.<br />

Qui c’è un serio problema <strong>di</strong> salvezza del Paese, non <strong>di</strong>mentichiamocelo. La<br />

<strong>si</strong>tuazione che <strong>si</strong> è creata <strong>con</strong> la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> fiducia sui debiti della zona Euro ha<br />

creato questo problema, che <strong>può</strong> essere risolto solo se abbiamo il coraggio <strong>di</strong><br />

passare dal semplice uso <strong>di</strong> <strong>misure</strong> <strong>con</strong>venzionali ad un’operazione straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong><br />

riduzione del <strong>debito</strong>. Solo in questo modo, peraltro, il mercato recepirà la volontà<br />

effettiva che il <strong>debito</strong> non vuole essere ripu<strong>di</strong>ato da uno Stato; questo tranquillizzerà<br />

fortemente i mercati creando quin<strong>di</strong> le <strong>con</strong><strong>di</strong>zioni per trasformare la spirale negativa<br />

in atto in un circolo virtuoso fatto dal minore costo del <strong>debito</strong> iniziale, dalla<br />

liberazione <strong>di</strong> risorse destinate alla crescita, dalle maggiori entrate, da un minore<br />

costo del <strong>debito</strong>, da una maggiore fiducia e quin<strong>di</strong> sviluppo.<br />

Fare queste scelte chiare e coraggiose <strong>di</strong> politica e<strong>con</strong>omica che ristabiliscano<br />

una fiducia degli investitori internazionali non vuol <strong>di</strong>re, come <strong>di</strong>ce qualcuno, che<br />

an<strong>di</strong>amo verso la <strong>di</strong>ttatura dello spread ; fra<strong>si</strong> slogan senza una vera base logica.<br />

Noi dobbiamo cambiare questo approccio, i mercati sono estremamente importanti e<br />

dobbiamo utilizzarli per far fare loro quello che <strong>con</strong>viene a noi. Non dobbiamo<br />

<strong>con</strong><strong>si</strong>derare il mercato un antagonista; il mercato serve e deve servire per<br />

<strong>con</strong>vogliare il risparmio internazionale negli impieghi domestici a costi moderati;<br />

per farlo, tutte le azioni forzose sono delle <strong>di</strong>stor<strong>si</strong>oni che non produ<strong>con</strong>o nulla <strong>di</strong><br />

buono, uccidono il mercato, fanno scappare via gli investitori, e così non<br />

produrremmo nulla <strong>di</strong> buono per il nostro Paese. L’unica cosa che dobbiamo<br />

riuscire a fare è far capire al mercato che noi il nostro <strong>debito</strong> lo paghiamo, non lo<br />

ripu<strong>di</strong>amo, <strong>si</strong>amo in grado <strong>di</strong> farlo.<br />

Un’altra azione che dobbiamo fare è quella <strong>di</strong> saper <strong>di</strong>stinguere attentamente,<br />

quando facciamo delle proposte, tra quelle che sono praticabili e funzionali e quelle<br />

che sono impraticabili e <strong>di</strong>sfunzionali.<br />

Le impraticabili e <strong>di</strong>sfunzionali sono gli Eurobond, la mutualizzazione <strong>di</strong> debiti,<br />

l’ampliamento e la funzione della BCE come lender of last resort per gli Stati. Sono<br />

nello stato attuale impraticabili, perché c’è uno Stato che non lo vuole fare e non lo<br />

farà, sono <strong>si</strong>curo <strong>di</strong> questo e ha buone ragioni a mio avviso per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no, come ho<br />

scritto in alcune mie pubblicazioni che troverete allegate alla proposta.<br />

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