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Lo stock di debito pubblico si può abbattere con misure ... - Cnel

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Seminario “<strong>Lo</strong> <strong>stock</strong> del <strong>debito</strong> <strong>si</strong> <strong>può</strong> <strong>abbattere</strong> <strong>con</strong> <strong>misure</strong> straor<strong>di</strong>narie?”<br />

Con<strong>si</strong>glio Nazionale dell’E<strong>con</strong>omia e del Lavoro – Sala del Parlamentino, martedì 5 giugno 2012<br />

government accounts ha richiesto più <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni e ha prodotto un documento che<br />

è stato, in gran parte, il nostro benchmark.<br />

I circa 700 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> patrimonio fruttifero della Pubblica amministrazione<br />

rendono, a valori 2005, lo 0,9 per cento, a fronte <strong>di</strong> un ren<strong>di</strong>mento potenziale del 5,7<br />

per cento. E<strong>si</strong>stono dunque ampi margini per aumentare la red<strong>di</strong>tività del patrimonio<br />

fruttifero. Credo, quin<strong>di</strong>, che la riforma del patrimonio <strong>pubblico</strong> debba essere<br />

<strong>con</strong><strong>si</strong>derata una parte importante della riforma della Pubblica amministrazione.<br />

Va certamente fatto un lavoro <strong>di</strong> lunga lena, che - a mio parere - richiederebbe<br />

una forte regia centrale, in grado <strong>di</strong> gestire al meglio la necessaria riforma.<br />

Va sottolineato che il patrimonio è <strong>di</strong>viso in moltis<strong>si</strong>me amministrazioni, circa 9<br />

mila, tra cui 22 amministrazioni centrali dello Stato, 20 regioni, 110 province, 8<br />

mila comuni, 20 ASL, univer<strong>si</strong>tà, enti previdenziali, ed altri enti pubblici <strong>di</strong> varioi<br />

genere, La proprietà non è dunque in mano ad un unico soggetto, o a pochi soggetti,<br />

e questo evidentemente rende il processo più complesso. Mentre il <strong>debito</strong> è qua<strong>si</strong><br />

completamente <strong>con</strong>centrato a livello centrale, la gran parte del patrimonio - circa il<br />

70 per cento – è in mano agli enti territoriali locali.<br />

Analizzando più a fondo le componenti del patrimonio fruttifero, va osservato<br />

che i cre<strong>di</strong>ti pubblici sono stati stimati a valori <strong>di</strong> presumibile realizzo, e non, a<br />

valore numerario, come usava fare nel “vecchio” Conto generale del patrimonio<br />

dello Stato redatto dalla Ragioneria Generale dello Stato. In ogni caso, mi sembra<br />

che, su questo fronte, molto <strong>si</strong> stia facendo da parte della Agenzia delle entrate; lo<br />

stesso andrebbe fatto per il recupero dei cre<strong>di</strong>ti delle amministrazioni locali, che<br />

generalmente sono cre<strong>di</strong>ti a breve termine (<strong>si</strong> tratta ad esempio <strong>di</strong> multe e TARSU)<br />

su cui lo Stato <strong>può</strong> ottenere risorse importanti.<br />

Quanto alle <strong>con</strong>ces<strong>si</strong>oni dello Stato su infrastrutture - autostrade, aeroporti e porti<br />

- demanio marittimo, demanio acque interne, demanio minerario, sappiamo che da<br />

una gestione più attiva <strong>di</strong> esse <strong>si</strong> potrebbero ottenere risorse fino a tre o quattro volte<br />

quelle attuali. Le <strong>con</strong>ces<strong>si</strong>oni potrebbero essere messe a gara, come stabilito dalla<br />

<strong>di</strong>rettiva Bolkenstein.<br />

Dalle Autostrade, lo Stato ottiene circa 300 milioni <strong>di</strong> euro <strong>di</strong> <strong>con</strong>ces<strong>si</strong>one, una<br />

somma piuttosto <strong>con</strong>tenuta, <strong>con</strong><strong>si</strong>derati i <strong>di</strong>viden<strong>di</strong> che gli azionisti privati hanno<br />

ottenuto in questi anni. Conosciamo poi bene la questione delle <strong>con</strong>ces<strong>si</strong>oni del<br />

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