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Lo stock di debito pubblico si può abbattere con misure ... - Cnel

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Seminario “<strong>Lo</strong> <strong>stock</strong> del <strong>debito</strong> <strong>si</strong> <strong>può</strong> <strong>abbattere</strong> <strong>con</strong> <strong>misure</strong> straor<strong>di</strong>narie?”<br />

Con<strong>si</strong>glio Nazionale dell’E<strong>con</strong>omia e del Lavoro – Sala del Parlamentino, martedì 5 giugno 2012<br />

per cento, il tasso <strong>di</strong> crescita reale del PIL deve essere pari allo 1,3-1,4 per cento.<br />

In tale scenario, per <strong>con</strong>tinuare a sod<strong>di</strong>sfare i due vincoli europei, l’avanzo<br />

primario del bilancio <strong>pubblico</strong> italiano rispetto al PIL dovrà: mantener<strong>si</strong> al <strong>di</strong> sopra<br />

del tasso nominale <strong>di</strong> crescita del PIL fino al 2020, essere comunque maggiore del 3<br />

per cento fino al 2025 e aggirar<strong>si</strong> intorno al 2 per cento fra il 2026 e il 2033 – anno<br />

in cui il nostro rapporto <strong>debito</strong>/PIL raggiungerà la soglia del 60 per cento.<br />

Questi dati in<strong>di</strong>cano che il problema della gestione del <strong>debito</strong> <strong>pubblico</strong> italiano è<br />

molto serio. Non credo che lo scenario descritto <strong>si</strong>a irrealizzabile o costituisca un<br />

ostacolo invalicabile per la crescita. Si tratta però <strong>di</strong> un percorso molto stretto che<br />

richiede interventi severi e che non tollera alcuno scarto. Per dare spessore alle mie<br />

ultime affermazioni, basti ricordare che: il mantenimento <strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> avanzo<br />

primario maggiore del tasso <strong>di</strong> crescita nominale del PIL per i pros<strong>si</strong>mi otto o nove<br />

anni equivale a riprodurre una <strong>si</strong>tuazione che, negli ultimi venti anni, <strong>si</strong> è verificata<br />

solo otto volte; il mantenimento <strong>di</strong> una quota <strong>di</strong> avanzo primario maggiore del 3 per<br />

cento per i pros<strong>si</strong>mi tre<strong>di</strong>ci o quattor<strong>di</strong>ci anni implica riprodurre una <strong>si</strong>tuazione che,<br />

negli ultimi venti anni, <strong>si</strong> è verificata solo sei volte; e il mantenimento <strong>di</strong> una quota<br />

<strong>di</strong> avanzo primario maggiore del 2 per cento nell’ultima parte del periodo <strong>di</strong><br />

aggiustamento equivale a riprodurre una <strong>si</strong>tuazione che, negli ultimi venti anni, <strong>si</strong> è<br />

verificata solo otto volte.<br />

3. Alla luce <strong>di</strong> dati del genere, piacerebbe a tutti poter allentare i vincoli posti dal<br />

<strong>debito</strong> <strong>pubblico</strong> italiano per il pros<strong>si</strong>mo ventennio; e il dubbio <strong>di</strong> non avere sfruttato<br />

l’opportunità, offerta dalla tregua nella cri<strong>si</strong> europea del <strong>debito</strong> sovrano durante i<br />

primi me<strong>si</strong> del 2012, per <strong>abbattere</strong> il nostro rapporto <strong>debito</strong> <strong>pubblico</strong>/PIL <strong>con</strong><br />

operazioni straor<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> <strong>di</strong>smis<strong>si</strong>one è un tarlo che rode la mente <strong>di</strong> tutti. Ciò<br />

costituisce l’indubbio fascino dell’interpretazione, proposta poco fa da Antonio<br />

Guglielmi <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>obanca. L’evidenza empirica e la relativa interpretazione, che ci<br />

sono state offerte stamattina da Edoardo Reviglio, invitano tuttavia alla cautela.<br />

Riprendendo alcune delle sue precedenti anali<strong>si</strong>, Reviglio ci ha mostrato le gravi<br />

inefficienze gestionali, che incidono sui tas<strong>si</strong> correnti <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>mento e sulla <strong>con</strong>nessa<br />

valorizzazione del patrimonio <strong>pubblico</strong> del nostro Paese, e ha sottolineato la<br />

neces<strong>si</strong>tà <strong>di</strong> tempi lunghi per la loro correzione. Ritengo che, anche in presenza <strong>di</strong><br />

una garanzia statale, tali inefficienze rendano non <strong>con</strong>veniente qual<strong>si</strong>a<strong>si</strong> forma<br />

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