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Lo stock di debito pubblico si può abbattere con misure ... - Cnel

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Seminario “<strong>Lo</strong> <strong>stock</strong> del <strong>debito</strong> <strong>si</strong> <strong>può</strong> <strong>abbattere</strong> <strong>con</strong> <strong>misure</strong> straor<strong>di</strong>narie?”<br />

Con<strong>si</strong>glio Nazionale dell’E<strong>con</strong>omia e del Lavoro – Sala del Parlamentino, martedì 5 giugno 2012<br />

ma, essendo a 3 anni, non hanno avuto alcun incidenza sulla cri<strong>si</strong> <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong>tà più<br />

grave per l’e<strong>con</strong>omia reale, che è quella sul me<strong>di</strong>o e sul lungo termine, dove ormai è<br />

<strong>di</strong>fficile trovare le risorse necessarie per finanziare progetti <strong>di</strong> crescita e innovazione<br />

industriale e per finanziare le infrastrutture (e, quando <strong>si</strong> trovano, sono a tas<strong>si</strong><br />

invero<strong>si</strong>mili).<br />

Ciò <strong>con</strong>sentirebbe, almeno in una prima fase, <strong>di</strong> utilizzare i risparmi generati<br />

della spen<strong>di</strong>ng review solo per ridurre <strong>debito</strong> e deficit, incrementando fortemente il<br />

ricorso a capitali e finanziamenti privati dovunque vi <strong>si</strong>ano piani industriali e<br />

progetti suscettibili <strong>di</strong> produrre una red<strong>di</strong>tività sufficiente.(Applau<strong>si</strong>)<br />

GIUSEPPE MARIA PIGNATARO, Banca Nazionale del Lavoro. [interruzione<br />

au<strong>di</strong>o]. Per affrontare il tema del <strong>debito</strong> <strong>pubblico</strong> occorre in primo luogo acqui<strong>si</strong>re<br />

una piena <strong>con</strong>sapevolezza del cambiamento del quadro <strong>di</strong> riferimento avvenuto nel<br />

<strong>con</strong>testo europeo. In propo<strong>si</strong>to incide in misura rilevante, ciò che è successo il 21<br />

luglio 2011 quando l’élite europea ha prospettato per la prima volta la per<strong>di</strong>ta, per<br />

gli investitori privati, sulla ristrutturazione del <strong>debito</strong> greco. È questa deci<strong>si</strong>one che<br />

ha fatto perdere la garanzia implicita che aveva <strong>con</strong>sentito <strong>di</strong> tendere all’uniformità<br />

degli spread fra i vari Pae<strong>si</strong>, e che <strong>si</strong> era avuta dal momento della nascita dell’euro,<br />

nel 1999, fino alla cri<strong>si</strong> più grave che <strong>si</strong> è avuta <strong>con</strong> il fallimento <strong>di</strong> Lehman.<br />

È evidente, peraltro, che questo cambiamento del quadro <strong>di</strong> riferimento non è<br />

affatto temporaneo, ma durerà fino a quando non verrà riorganizzato e rafforzato in<br />

forma strutturale l’assetto istituzionale dell’eurozona. Per tale motivo, il <strong>debito</strong><br />

<strong>pubblico</strong> dei Pae<strong>si</strong> più indebitati o <strong>di</strong> quelli che potrebbero potenzialmente<br />

indebitar<strong>si</strong> per gravi rischi sul <strong>debito</strong> privato è salito in forma esponenziale e non<br />

scenderà, ma piuttosto tenderà a crescere fino a quando il livello del <strong>debito</strong> <strong>di</strong> questi<br />

Pae<strong>si</strong> non sarà ritenuto sostenibile a prescindere dalle garanzie europee su cui i<br />

mercati non hanno più cre<strong>di</strong>bilità. Tutte le iniziative della governance europea –<br />

fon<strong>di</strong> salva Stati, fiscal compact, pareggio <strong>di</strong> bilancio – <strong>si</strong> sono rivelate finora<br />

inadeguate, inefficaci e <strong>con</strong>troproducenti, e non appaiono avere alcuna pos<strong>si</strong>bilità <strong>di</strong><br />

successo in futuro.<br />

Il nostro Paese è entrato al centro della tempesta per il suo <strong>debito</strong> elevato, per la<br />

sua bassa crescita e per la sua scarsa capacità <strong>di</strong> anali<strong>si</strong> e <strong>di</strong> reazione alle cri<strong>si</strong><br />

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