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Il presente<br />

dell’esperienza<br />

Conversazione tra Tzvetan Todorov e Eyal Sivan<br />

Il testo che segue è la trascrizione dell’incontro tra Tzvetan Todorov ed Eyal Sivan<br />

svoltosi alla Casa della Cultura di Milano il 28 marzo 2006. Parte di un seminario<br />

di due giorni ideato da Maria Nadotti e intitolato “Storie e narrazioni:<br />

usi propri e impropri della memoria”, l’incontro è stato preceduto dalla proiezione<br />

del film Izkor, les esclaves de la mémoire, di Eyal Sivan, tenutasi allo Spazio<br />

Oberdan di Milano.<br />

Ringraziamo Maria Nadotti e la Casa della Cultura, che ci hanno cortesemente<br />

consentito di pubblicare questi materiali, e Isabella Negri, che ne ha curato<br />

la traduzione dal francese.<br />

Tzvetan Todorov: Prima di affrontare il problema della memoria, preferirei<br />

parlare di Izkor, les esclaves de la mémoire, il film di Eyal Sivan che<br />

vidi per la prima volta dieci anni fa e che ho rivisto recentemente per<br />

questo incontro. Il film mi ha profondamente colpito, condivido del<br />

tutto il messaggio che trasmette. Izkor è stato girato nel 1990, lo stesso<br />

anno in cui ho scritto un libro che tratta lo stesso problema, Di fronte all’estremo.<br />

Nessuno di noi due era al corrente del lavoro dell’altro eppure<br />

io vi riconosco la mia stessa posizione. È stato un incontro molto significativo.<br />

Bene, come vedo questo film? Come un documentario sull’educa-<br />

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