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precisa. Torno ancora una volta sulla mia ossessione: che cosa vuol<br />

dire guardare l’immagine? Presentare un’immagine sullo schermo<br />

significa dare la possibilità di vederla?<br />

PS: Certo.<br />

ES: Non sono sicuro di questo. Credo che l’ellissi non sia solo<br />

questione di tempo ma di immagine; bisogna lavorare su come rendere<br />

di nuovo visibili immagini che non guardiamo più. Ci sono certe<br />

immagini aeree di baracche che suggeriscono immediatamente<br />

che si tratti di Auschwitz. Ma che cosa c’è oltre a questo? Cos’altro<br />

vediamo? Credo che l’icona sia un modo di evitare di pensare. Ho<br />

paura del momento in cui l’immagine diventerà un segnale stradale...<br />

Quando vedi una mano disegnata, significa stop. Non è più<br />

un’immagine, è solo un segno; non sono certo che per far sì che si<br />

guardino le immagini dobbiamo renderle tutte visibili. Credo che<br />

possiamo costruirle attraverso l’immaginario.<br />

PS: Sì, è vero, quelle immagini fanno parte della nostra conoscenza.<br />

Quando vediamo quelle baracche, pensiamo immediatamente ad altre<br />

immagini già archiviate. Ma immaginiamo qualcuno che veda solo le<br />

baracche: penserebbe “Dev’essere stato sicuramente doloroso stare<br />

là”, anche senza un preciso riferimento alla shoah. Senza le immagini di<br />

allora, che mostrano i cadaveri, che mostrano le persone in punto di<br />

morte, che sono già corpi morti ancor prima di morire, si prova una<br />

sensazione diversa; anche leggendo molto attentamente le memorie dei<br />

sopravvissuti, Primo Levi, per esempio, non avrai mai quel sentimento<br />

forte ed estremamente doloroso che provi guardando le immagini.<br />

ES: Quindi eccoci ancora una volta su questo punto, la questione<br />

se è più doloroso leggere Se questo è un uomo o vedere le immagini<br />

dei bulldozer di Bergen-Belsen che spingono i cadaveri... Non sono<br />

sicuro della risposta. Ma, anche senza entrare nello specifico del genocidio<br />

degli ebrei in sé, che cosa determina la differenza tra un<br />

grande massacro e un genocidio? Davanti a un’immagine, se vedo<br />

un mucchio di cadaveri, se vedo le baracche di Auschwitz, che cosa<br />

mi dice che tutte queste immagini rappresentino un genocidio e non<br />

un semplice massacro? Non sto dicendo che un massacro sia qualcosa<br />

di bello, ovviamente, ma questo è un genocidio, un evento preciso<br />

che ha un nome, la volontà di sterminio totale di una certa parte di<br />

una popolazione, nel nostro caso gli ebrei. Che cosa segna visivamente<br />

la differenza tra un massacro e un genocidio? La mia risposta<br />

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