30.05.2013 Views

Scarica gratis - AgenziaX

Scarica gratis - AgenziaX

Scarica gratis - AgenziaX

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

più bello che il popolo palestinese aveva fatto a quello israeliano. Alla fine<br />

su ventidue minuti ne hanno oscurati undici.<br />

Dicevi che non hai mai fatto studi di cinema ma che eri un attento spettatore<br />

di documentari...<br />

Non ero quel che si dice un cinéphile. Per un certo periodo ho frequentato<br />

la Cineteca di Gerusalemme ma sceglievo i film in base alle tematiche<br />

che esprimevano. Mi interessava il cinema sociale.<br />

Immaginiamo che anche le immagini che passavano in televisione avessero<br />

una funzione di propaganda...<br />

Quando ero ragazzino c’era un solo canale televisivo in Israele, quello<br />

di Stato. Non potevamo renderci conto che si trattava di propaganda,<br />

perché tutto era propaganda.<br />

Quali registi israeliani conoscevi?<br />

Conoscevo Amos Gitai che, prima di “diventare” Amos Gitai, è stato<br />

uno dei migliori documentaristi israeliani. Il suo Field Diary del 1982<br />

è stato un film estremamente importante per me. Nel mio primo film ho<br />

lavorato con Nurith Aviv, che era stata il direttore della fotografia di Gitai.<br />

Quando ho partecipato a quel programma di ragazzini di cui parlavo<br />

prima, Amos Gitai era già un regista della televisione israeliana; io<br />

ero un piccolo reporter di tredici anni, Gitai ne aveva ventisette, era tornato<br />

dagli Stati Uniti dove aveva finito gli studi di architettura, e aveva<br />

cominciato a lavorare per la televisione girando Bait, un altro film magnifico,<br />

una vera lezione di documentarismo politico. Conoscevo anche<br />

i film sociali di Ram Levi, il suo film sul 1948, Khirbet Khizah, era stato<br />

censurato dalla tv ma gli altri si potevano vedere. Tutto il resto era lo<br />

sguardo dello Stato.<br />

Quindi il cinema è stata una scelta legata innanzitutto alla militanza politica?<br />

Il mio rapporto con l’arte visiva riguarda più la fotografia, che mi è<br />

sempre piaciuta moltissimo. Nell’unica libreria di Gerusalemme che<br />

vendeva questo genere di libri compravo tutto ciò che riguardava Cartier-Bresson...<br />

Non sono arrivato al cinema guidato da un sentimento cinefilo,<br />

di imitazione di altri. Mi sentivo distante dalla finzione, la mia<br />

cultura cinematografica era molto eclettica ma senza particolari nozioni<br />

teoriche. In mente avevo piuttosto la grande fotografia, i grandi fotoreportage...<br />

In effetti il cinema cominciò a diventare uno strumento<br />

27

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!