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considerazione questo agente della Stasi, non posso fare a meno di riconoscere<br />

gli elementi specifici di riferimento: il regime stalinista della<br />

Germania dell’Est, l’ambiente ideologico, sociale e geografico. Ma<br />

se analizzo quello che chiamo il suo “regime di giustificazione” le cose<br />

cambiano. Se chiedo a qualcuno che opera all’interno di un sistema<br />

politico criminale (quello nazista, quello sovietico o anche in situazioni<br />

come l’occupazione israeliana della Palestina, Guantanamo,<br />

i campi di immigrati in Europa) di giustificare le sue azioni, troverò<br />

sempre più o meno lo stesso schema di giustificazioni: l’obbedienza,<br />

la necessità di difendere la propria vita, oppure “Se non lo faccio io,<br />

lo farà qualcun altro”. O, ancora, la retorica del male minore: “Se non<br />

faccio così, sarà peggio” e così via. Quello che è interessante non è la<br />

posizione morale ma la permanenza dell’umanità. Significa che da<br />

questo punto di vista non ci sono discontinuità nella storia.<br />

Ci sono molti esempi nella storia occidentale che posso citare a<br />

sostegno di questa idea. Ecco il mio ragionamento: nessuno nel Medioevo<br />

poteva dire: “Oggi sono nel Medioevo ma domani, nel Rinascimento,<br />

tutto andrà meglio”, perché solo a posteriori sappiamo<br />

che si trattava del Medioevo. Guardando allo stesso periodo dal<br />

punto di vista musulmano, la valutazione cambia: si tratta di un’epoca<br />

di splendore, con la nascita dell’Islam, il Corano e così via, mentre<br />

è buio il periodo successivo, quello che corrisponde al nostro Rinascimento.<br />

Ma il discorso del presente nel Medioevo era lo stesso, in<br />

Europa dove è un periodo buio o nel mondo islamico che lo considera<br />

un rinascimento.<br />

A me interessa ritrovare quella prospettiva temporale. Non dico<br />

che il tempo non esista, ma il cinema permette in un certo senso di<br />

cancellare il tempo occidentale. Mi spiego. Da un lato abbiamo il<br />

tempo del mondo occidentale, che comincia con l’antichità e procede<br />

verso il Medioevo, il Rinascimento e la modernità: è il tempo del progresso.<br />

Da un altro lato abbiamo una concezione del tempo diversa<br />

da quella occidentale: è una specie di tempo orientale, il tempo ebraico.<br />

L’esempio migliore del tempo ebraico è il Talmud. Questo libro si<br />

presenta in un modo molto interessante. È un po’ come uno schermo.<br />

Nel centro della pagina – sono pagine molto grandi – c’è una cornice,<br />

poche righe che possono essere una legge, e intorno c’è una discussione.<br />

O meglio, differenti discussioni e interpretazioni disposte intorno<br />

a una cornice fatta di parole. Guardare una pagina del Talmud<br />

dà l’impressione di essere seduto in una stanza insieme ad altre persone<br />

impegnate in una conversazione, in uno scambio di idee.<br />

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