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Analisi numerica di una turbina eolica ad asse verticale - Atomino FVG

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3.2 CENNI SULLA MODELLIZZAZIONE DELLA TURBOLENZA 35<br />

con l’ipotesi che il percorso chiuso, in<strong>di</strong>cato questa volta con ∂S,<br />

sia il contorno <strong>di</strong> <strong>una</strong> superficie S orientata. Si è in<strong>di</strong>cato con n<br />

il versore normale alla superficie <strong>di</strong>retto verso l’osservatore che<br />

vede ∂S girare in senso antiorario.<br />

Quin<strong>di</strong> la vorticità può anche essere interpretata come la circuitazione<br />

della velocità per unità <strong>di</strong> superficie in un punto del<br />

flusso.<br />

Nei flui<strong>di</strong> incomprimibili la vorticità nasce solo in presenza<br />

<strong>di</strong> contorni soli<strong>di</strong> e deriva dalla necessità che ha il fluido <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>sfare la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>ad</strong>erenza, ossia <strong>di</strong> non scorrere sulla<br />

parete. Infatti la velocità relativa tra fluido e contorno solido è<br />

considerata nulla e le particelle a <strong>di</strong>retto contatto con la parete vi<br />

<strong>ad</strong>eriranno, mentre quelle appena più <strong>di</strong>stanti avranno un certa<br />

velocità relativa non nulla.<br />

In un fluido incomprimibile la vorticità rappresenta la risultante<br />

delle azioni viscose agenti su <strong>una</strong> particella fluida. Se questa<br />

grandezza è zero, l’equazione che ne regola il moto è identica a<br />

quella <strong>di</strong> un fluido non viscoso, ma questo non vuol <strong>di</strong>re che le<br />

azioni viscose siano nulle, bensì che è nulla solo la loro risultante.<br />

3.2 CENNI SULLA MODELLIZZAZIONE DELLA TUR-<br />

BOLENZA<br />

Nel campo <strong>di</strong> applicazione delle turbine eoliche, il flusso è sempre<br />

turbolento. Questo significa che il moto del fluido è stocastico,<br />

non stazionario e tri<strong>di</strong>mensionale.<br />

Per queste ragioni, il moto turbolento ed i fenomeni <strong>di</strong> trasferimento<br />

<strong>di</strong> calore e <strong>di</strong> massa con esso associati sono estremamente<br />

<strong>di</strong>fficili da descrivere e da pre<strong>di</strong>re in maniera teorica. Di seguito<br />

vengono riportati alcuni modelli matematici per descrivere i fenomeni<br />

turbolenti e largamente usati in campo industriale nelle<br />

simulazioni numeriche.<br />

3.2.1 Equazioni <strong>di</strong> Navier-Stokes me<strong>di</strong>ate alla Reynolds<br />

Le equazioni <strong>di</strong> Navier-Stokes me<strong>di</strong>ate (RANS) sono equazioni <strong>di</strong><br />

Navier-Stokes dove le grandezze risultano non più istantanee, ma<br />

me<strong>di</strong>ate in un certo periodo <strong>di</strong> tempo, sufficientemente piccolo<br />

rispetto ai fenomeni che si vogliono seguire, sufficientemente<br />

grande rispetto ai <strong>di</strong>sturbi della turbolenza.<br />

Per molte applicazioni pratiche, la sola conoscenza delle grandezze<br />

me<strong>di</strong>e può essere sufficiente per la soluzione del problema.<br />

Questo approccio consente <strong>una</strong> notevole riduzione dei tempi <strong>di</strong>

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