<strong>TLS</strong> <strong>Newsletter</strong> n° 3 Anno 20<strong>11</strong> 10
Abuso del diritto e deposito “simulato” di beni provenienti da Paesi extra-Ce: ulteriori considerazioni alla luce della sentenza Weald Leasing (Francesco Pizzo) Come già analizzato in occasione dell’articolo pubblicato sulla <strong>TLS</strong> <strong>Newsletter</strong> n.12/2010 (“Abuso del diritto e deposito simulato di beni provenienti da paesi extra - CE”), l’Agenzia delle Dogane è intervenuta sul concetto di Deposito IVA soffermandosi sui c.d. Depositi simulati. In questa sede vengono effettuate ulteriori considerazioni alla luce della recente “Sentenza Weald Leasing”, C-103/09, della Corte di Giustizia Europea, del 22 dicembre 2010, avente ad oggetto alcune operazioni di leasing, effettuate da un gruppo societario, che denotavano, fra gli altri, lo scopo di differire l’onere fiscale dell’IVA indetraibile. Pronunciandosi sul contrasto di tali operazioni con la Direttiva IVA, la Corte si è soffermata a rimarcare i presupposti e le caratteristiche di una condotta abusiva. Sul punto, ad avviso dell’Agenzia delle Dogane, configurerebbe abuso del diritto l’introduzione della merce in deposito senza una sottostante ragione economica, tranne l’intento di evitare il pagamento dell’imposta in dogana. Secondo l’Agenzia, il deposito simulato configura l’ipotesi di abuso del diritto in quanto “si pone in essere un’operazione, senza una valida ragione economica, il cui scopo è essenzialmente l’ottenimento di un vantaggio fiscale”. Nel caso dei depositi IVA, tuttavia, il contribuente, che effettua l’immissione in libera pratica della merce importata introducendola nel deposito, non ottiene un vantaggio fiscale bensì finanziario consistente nella possibilità di differire il momento di assolvimento dell’imposta all’estrazione dei beni dal deposito. Tale vantaggio si tradurrebbe, pertanto, in un miglioramento della gestione della tesoreria e non in un beneficio fiscale inteso come indebito risparmio di imposta. Lo scopo del contribuente, in questa fattispecie, è quello di razionalizzare la propria gestione finanziaria, non essendovi una pratica abusiva nel differimento dell’assolvimento dell’imposta ad un momento successivo, bensì una scelta di “conduzione degli affari fra più possibili opzioni ammissibili sotto il profilo giuridico” (si veda, su questo aspetto, Commissione Tributaria Provinciale di Pisa, n. 243 del 14 Dicembre 2009). Nella pronunzia relativa al caso Weald Leasing (sentenza 22 Dicembre 2010, Causa C-103/09) la Corte di Giustizia esclude che un mero beneficio finanziario, purché l’imposta venga integralmente corrisposta, costituisca un indebito “vantaggio fiscale”, contrario alla direttiva IVA. Abuse of law and “simulated” storage of imported goods: further considerations following to the Weald leasing decision (Francesco Pizzo) As already analyzed in the article published on <strong>TLS</strong> <strong>Newsletter</strong> no. 12/2010 (“Abuse of Law and VAT warehouse: “simulated” storage of imported goods”), the Custom Agency intervened on the concept of VAT warehouse, with particular reference to the so-called “simulated” VAT warehouses. Further comments follow on the basis of the recent decision of the “Weald leasing” case, C-103/09, by the European Court of Justice, released on December 22, 2010. The case referred to some leasing transactions carried out by a group of companies, with the aim, among others, of deferring and distributing the non-deductible VAT cost. In the case at hand, saying over the contrast of such transactions with the VAT directive, the Court pointed out the elements and characteristics of abusive behaviours. According to the Custom Authorities the introduction of the goods into the warehouse without any real economic, except for avoiding the VAT payment at the custom, would set up an abuse of law. According to the Custom Agency, the “simulated” VAT warehouse set up a hypothesis of “abuse of law”, since a transaction is carried out without any valid economic reason, with the essential aim of obtain a tax advantage. In the case of Vat warehouses, however, the taxpayer that release the goods into free circulation, does not obtain a tax advantage, but rather a financial one which consist in the possibility of deferring the tax point at the moment of the extraction of the goods from the warehouse. Such an advantage would result in a financial improvement, which does not constitute an undue tax benefit. The taxpayer’s aim, in such a case, is to rationalize its cash management, and the mere deferral of the tax point does not represent an abusive behavior, but a “legitimate management choice among different acceptable options from a legal point of view” (see Tax Court of Pisa, no. 243 of December 14, 2009). In its decision concerning Weald Leasing case (dated December 22, 2010, Case C-103/09) the Court of Justice itself excluded that a mere financial benefit, given that VAT is paid in full, constitute an undue “tax advantage”, contrary to the VAT directive. <strong>11</strong> <strong>TLS</strong> <strong>Newsletter</strong> n° 3 Anno 20<strong>11</strong>
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