Sally Sally è una giovane ragazza, che frequenta l’ultimo anno di liceo. Abita con i genitori ed il fratello più piccolo in una palazzina al centro di Birmingham, una città dell’Inghilterra. A guardarla uno direbbe: “è una bella ragazza, alta, slanciata, con grandi occhi color del bosco, e sembrerebbe pure simpatica”. Ma Sally si portava avanti sin dalla nascita un tumore al cuore, che era peggiorato man mano che cresceva ed i chirurghi l’avevano messa in lista d’attesa per un intervento al cuore. Sally questo lo sapeva, ma nonostante tutto era sempre allegra. Era da 3 anni o più felicemente innamorata di un ragazzo, Brian, un ragazzo colto, con splendidi capelli biondo-castani e gli occhi azzurri come il cielo. Brian amava Sally e lei amava lui. Era sorprendente come stavano bene insieme: andavano al cinema ogni sabato e si divertivano molto. Bryan non sapeva della sua malattia. Sally glielo aveva provato a dire tante volte, ma non ci era riuscita. Ormai glielo doveva dire. Gli doveva dire che si sarebbe dovuta operare prima o poi. Così un giorno prese coraggio: ” Bryan”, disse con la voce tutta tremante, “c’è una cosa che ti volevo dire da tanto tempo. I medici mi hanno diagnosticato da quando ero piccola una malattia al cuore e quindi mi dovrò operare il più presto possibile, altrimenti… beh, se non trovano un cuore compatibile con il mio… per il resto dei miei giorni dovrò vivere attaccata ad una macchina elettrica… Sai, te lo volevo dire per non <strong>fa</strong>rti preoccupare…”. Bryan a quelle parole rimase basito. Poi se ne andò, inventandosi che doveva <strong>fa</strong>re i compiti e corse via. Il giorno dopo si videro al parco. Lui era sempre molto strano, ma abbozzò qualche sorriso. Il giorno dopo non si fece più vedere. E neanche l’altro ancora. Sally era sempre preoccupatissima. Ma il giorno dopo arrivò una telefonata a casa di Sally. Era l’ospedale che diceva che era arrivato un cuore compatibile con il suo. Subito chiamò la madre ed il padre ed andarono all’ospedale. Sally riaprì gli occhi: era in una stanza bianca, in un letto bianco. Aveva i ricordi confusi, anche se, secondo dopo secondo, ricordava sempre più: l’arrivo all’ospedale e poi l’operazione. Avrebbe tanto voluto vedere i suoi genitori, ma come si sa la prima settimana non può entrare nessuno, la terza solo parenti vestiti con appositi camici e non si possono avvicinare più di 2 metri dal letto. E poi, a 2 mesi dall’intervento, i parenti potevano liberamente entrare. Sally aspettava di poter riabbracciare i genitori, il fratello e Bryan. Finalmente il suo desiderio si avverò: in<strong>fa</strong>tti una mattina si alzò ed accanto a lei c’erano i suoi genitori. <strong>La</strong> madre che era una bella donna, di solito sempre truccata e pettinata, ora aveva le unghie smangiucchiate ed i capelli arruf<strong>fa</strong>ti. Il padre aveva invece le occhiaie. Appena si girò verso di loro il loro volto si illuminò “Sally” mormorarono e la abbracciarono. Nei giorni seguenti l’andarono a trovare il fratello, la nonna, gli zii, i cugini e gli amici. Sally era contenta di queste visite, ma non vedeva Bryan, che gli era sembrato così preoccupato al riguardo. Gli voleva dire che era andato tutto bene. I giorni passavano veloci, ma lei non lo vedeva, anche se con il suo nuovo cuore lo sentiva più vicino. Ogni volta che l’infermiera le diceva che c’era una visita le si illuminava il volto perché pensava che fosse Bryan. Ma invece non era lui. Passarono le settimane e Sally tornò a casa. Era triste, pensava che Bryan l’aveva tradita. 108
Felicissima di essere tornata a casa, entrò in camera e vide una busta sul letto. Si avvicinò. Era di Bryan. <strong>La</strong> aprì…. Era scritta con un bell’inchiostro blu, diceva: “Sally, io ti volevo tanto bene e te ne vorrò per sempre. Spero che tu mi perdonerai per non avertelo detto prima, ti ho donato il mio cuore perché sei la mia vita.” Cecilia Perinelli 109
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