Libro II B 2012 La Lettura fa l'uomo esatto - Istituto Comprensivo ...
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sua conversazione era pressoché inesistente, ma mi dava conforto il pensiero di<br />
avere qualcuno accanto in quella valle desolata.<br />
Dopo alcuni minuti di totale disperazione, decisi di incamminarmi.<br />
Vagavo senza una meta, senza seguire un sentiero; l’unica certezza era che <strong>fa</strong>ceva<br />
molto caldo. Arrivai in un villaggio e capii subito che non ero su un altro pianeta, ero<br />
in Africa: in uno dei tanti villaggi africani tanto raffigurati nei libri. A scuola avevo<br />
anche <strong>fa</strong>tto una ricerca, ma non mi sono mai interessata all’argomento. Vedevo<br />
molti ragazzi, avevano la mia età, forse anche più piccoli, e già lavoravano. I più<br />
piccoli restavano a casa, a rotolarsi nel <strong>fa</strong>ngo, piangendo, sotto il controllo dei più<br />
grandi. Era chiaro che non mangiavano da alcuni giorni e che non avevano mai<br />
mangiato a sufficienza. Entrai in una casa. Casa in realtà è una parola grossa, era più<br />
che altro una capanna. Pensavo che mi avrebbero cacciato, invece nessuno parve<br />
accorgersi della mia presenza. Evidentemente erano abituati a ricevere persone, e<br />
quel via vai era perfettamente nella norma. <strong>La</strong> capanna era praticamente vuota.<br />
C’era solo della paglia per terra, con qualche straccio messo a mo’ di coperta, che<br />
evidentemente costituiva il letto dei ragazzi, e qualche sgabello. <strong>La</strong> porta della<br />
capanna era aperta e vidi un bambino che passava per la strada. Era magro, con le<br />
guance scavate, le costole che si sarebbero potute contare. Mi fissò con occhi<br />
supplichevoli. Ci guardammo negli occhi tutti e due per un secondo. Che differenza<br />
c’era fra lui e me? Nessuna. Però io ero benestante e lui povero, io mangiavo bene e<br />
lui non mangiava a sufficienza rischiando di morire di <strong>fa</strong>me. C’era un fosso a<br />
separarci, eppure per un secondo ci siamo sentiti uniti, come due fratelli. Poi se ne<br />
andò.<br />
“Credo che hai visto abbastanza”. Trasalii. Accanto a me c’era quell’essere, il mio<br />
accompagnatore. Mi prese per mano. <strong>La</strong> capanna sparì con la stessa <strong>fa</strong>cilità con cui<br />
era apparsa e mi ritrovai a casa.<br />
Mia madre stava ancora cantando.<br />
Bianca Patarnello<br />
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