Libro II B 2012 La Lettura fa l'uomo esatto - Istituto Comprensivo ...
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Un pomeriggio d’inverno<br />
“Anche il più egoista non si nega di tanto in tanto il piacere del proprio<br />
altruismo.”<br />
Giovanni Soriano<br />
Un pomeriggio d’inverno di tanti anni <strong>fa</strong>, in un paesino di montagna coperto di<br />
neve, tutti si preparavano alle feste di Natale. In chiesa si <strong>fa</strong>ceva il presepe, in<br />
<strong>fa</strong>miglia si addobbava l’albero, i negozi abbellivano con fiocchi rossi le loro vetrine e<br />
il sindaco aveva mobilitato cinque squadre di operai per <strong>fa</strong>r brillare le strade di luci<br />
bianche, verdi e azzurre. Tutti correvano a destra e a manca in cerca di regali,<br />
avvolti nelle loro sciarpe calde e soffici e tornavano a casa carichi di mille pacchi tra<br />
le braccia.<br />
Soltanto una persona se ne stava ferma all’angolo della strada, davanti all’ingresso<br />
del supermercato. Era un’anziana signora, vestita di abiti poveri, ma sorridente e<br />
volenterosa. Si chiamava Ma<strong>fa</strong>lda. Non chiedeva l’elemosina: si offriva di aiutare i<br />
clienti a portare le pesanti buste della spesa fino al parcheggio delle macchine e, in<br />
cambio, da qualcuno di loro riceveva 50 centesimi o un euro dai più generosi.<br />
Le giornate trascorrevano <strong>fa</strong>ticose e lente per la vecchia Ma<strong>fa</strong>lda, che comunque<br />
non perdeva la pazienza e la gentilezza con tutti… Da quando era arrivata in quel<br />
luogo con la sua <strong>fa</strong>miglia dopo un lungo viaggio dalla Romania, nessuno si era mai<br />
fermato a parlare con lei, a chiederle come si chiamasse, a salutarla con un<br />
buongiorno amichevole. Purtroppo c’era anche chi, qualche volta, la derideva o la<br />
insultava.<br />
Anche quel pomeriggio, verso l’imbrunire, quattro o cinque ragazzi appena usciti dal<br />
liceo, dopo essersi fermati a bere una birra in piazza per festeggiare l’ultimo giorno<br />
di scuola prima delle vacanze natalizie, erano passati davanti al supermercato e per<br />
divertirsi <strong>fa</strong>cevano a gara a chi riusciva a tirare le lattine vuote più vicine “al trono<br />
della regina dei cassonetti”, come chiamavano la cassetta di frutta che la povera<br />
Ma<strong>fa</strong>lda usava da sgabello per riposare di tanto in tanto le sue gambe stanche.<br />
Il rumore improvviso la spaventò, le loro <strong>fa</strong>cce arroganti la rattristarono molto e il<br />
disprezzo che trapelava dalle loro risate sguaiate la fece sentire profondamente sola<br />
e abbandonata al suo destino.<br />
Proprio in quel momento passarono di lì tre amici di circa 12 anni, due ragazzi e una<br />
ragazza. Erano Joe, Adam e Tilly. Non avevano mai <strong>fa</strong>tto caso alla vecchia del<br />
supermercato, ma in quel momento la scena che si svolgeva davanti ai loro occhi li<br />
fece rabbrividire di sdegno. Non avendo il coraggio di sfidare dei ragazzi tanto più<br />
grandi di loro, aspettarono che quelli fossero andati via e poi si avvicinarono a<br />
Ma<strong>fa</strong>lda, che nel frattempo aveva cominciato a piangere silenziosamente.<br />
Arrivandole accanto si accorsero che c’era un terribile fetore di mondezza tra i<br />
cassonetti dove stava la vecchia donna… e tutto il paesino, visto da quello sgabello<br />
in mezzo agli scatoloni vuoti del supermercato, sembrava diverso, forse più strano,<br />
forse più finto, così vicino…, ma così lontano…..<br />
Ma<strong>fa</strong>lda asciugò in fretta le lacrime passandosi le mani sporche sul viso e si sforzò di<br />
sorridere ai bambini, come <strong>fa</strong>ceva di solito con tutti. Questo gesto li commosse<br />
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