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Libro II B 2012 La Lettura fa l'uomo esatto - Istituto Comprensivo ...

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C’era una volta…<br />

C’era una volta una piccola cittadina di Provincia di nome Ortolandia situata tra le<br />

immense ed incantate valli nel territorio di Pezzolandia, nelle quali gli abitanti, gli<br />

Ortolani, coltivavano le più desuete e sconosciute tipologie di verdure al fine di<br />

partecipare ogni anno, il primo dicembre, ad un importantissimo ed ambito<br />

concorso denominato "NON E' LA SOLITA MINESTRA". A questa importante<br />

manifestazione partecipavano tutti i migliori cuochi dei paesi limitrofi al fine di<br />

accaparrarsi l'ambito e tanto voluto trofeo della "RAPA D'ORO".<br />

Nell'aria già aleggiava il profumo delle deliziose minestre che i cuochi<br />

cominciavano a preparare. <strong>La</strong> giuria era composta da 10 "assaggiatori" scelti tra i<br />

più <strong>fa</strong>mosi chef della zona. Si trattava della prima edizione in cui i migliori cuochi<br />

di Ortolandia partecipavano, uno in particolare di nome Rapanello era tra quelli<br />

che gareggiavano con tanto entusiasmo. Rapanello era un ragazzo molto<br />

giovane, ma con una vasta esperienza nel campo culinario e soprattutto<br />

espertissimo "Minestraro". Proveniva da una <strong>fa</strong>miglia molto umile dove il piatto<br />

principale era la zuppa di verdura in crosta di pane che sua madre preparava<br />

soventemente con ingredienti genuini coltivati nelle verdi valli di Pezzolandia.<br />

Nonostante la sua bravura e la sua mitezza, Rapanello non era ben visto dagli altri<br />

concorrenti che temevano una sua partecipazione e una sua vittoria al concorso<br />

e cercavano in tutti i modi di ostacolarlo. Tra i cuochi disonesti ne spiccava uno in<br />

particolare di nome Pepenero che aveva la <strong>fa</strong>ma di essere un grande impostore.<br />

Pepenero era stato il vincitore dell'ultimo concorso di Ortolandia e non aveva<br />

nessuna intenzione di <strong>fa</strong>rsi rubare il <strong>fa</strong>migerato titolo di cuoco migliore e cercò<br />

quindi in tutti i modi di ostacolare il giovane ragazzo. Arriva finalmente il tanto<br />

atteso giorno, i cuochi sono tutti schierati in piazza Verde, tutti allineati con le<br />

loro ciotole davanti che sprigionavano i più intesi profumi. Soltanto Rapanello<br />

non aveva la sua ciotola, ma una pagnotta di pane svuotata al centro dove aveva<br />

riposto la sua deliziosa minestra. Tutti guardavano esterre<strong>fa</strong>tti la particolare<br />

ciotola curiosi di assaggiare la minestra contenuta in essa. Pepenero era violaceo,<br />

gli tremavano le gambe, capiva che Rapanello gli avrebbe potuto strappare il<br />

titolo tanto ambito. Tutti gli ortolani cominciarono ad applaudire quando<br />

entrarono i 10 assaggiatori che in un battibaleno si preparavano con il cucchiaio<br />

in mano ed il tovagliolo messo a triangolo sul davanti ad assaggiare le minestre.<br />

Ad un certo punto Pepenero, non curante dei giurati che lo stavano osservando,<br />

gettò nella ciotola di Rapanello una sostanza amara. Pepenero era certo che<br />

avrebbe così rovinato il gusto della deliziosa minestra e quindi offeso il palato<br />

raffinato degli assaggiatori. Ma questi ultimi, accortisi della mossa disonesta, non<br />

vollero nemmeno assaggiare la minestra in crosta di pane ed assegnarono<br />

all’unanimità a Rapanello il premio della "RAPA D'ORO" e riconobbero la sua<br />

originalità nell'arte per aver preparato una minestra che non era la "Solita<br />

minestra".<br />

Pietro Taragoni<br />

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