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Libro II B 2012 La Lettura fa l'uomo esatto - Istituto Comprensivo ...

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Gianduiotto…<br />

Gianduiotto era un paesino sperduto tra le montagne. Nessuno sapeva della sua<br />

esistenza perché era stato costruito da un mago oscuro stanziatosi lì molti anni<br />

prima. All’inizio era un piccolo agglomerato di capanne, ma poi molti popoli<br />

avevano lasciato il loro segno; archi, chiese, maestosi palazzi reali ed una <strong>fa</strong>bbrica.<br />

Una <strong>fa</strong>bbrica? Sì, una <strong>fa</strong>bbrica di pasticcini. Nel paese c’era la tradizione dell’arte del<br />

<strong>fa</strong>re i pasticcini. Gianduiotto era governato dalla ricchissima <strong>fa</strong>miglia, che viveva in<br />

un palazzo maestosissimo. I componenti di questa ricchissima <strong>fa</strong>miglia erano 3; la<br />

contessa De Gianduiottis, una signora sui quarant’anni, sempre truccata e ben<br />

vestita, sempre agghindata e con i capelli acconciati con corone e forcine. Poi c’era<br />

il conte De Gianduiotto, sempre vestito con un elegantissimo gessato e sempre con<br />

il naso ficcato in qualche libro o giornale. Il conte e la contessa avevano una figlia,<br />

Meringa. Aveva circa 11 anni, i capelli color cannella, lunghi fino alla vita, la pelle<br />

chiara e vellutata con qualche neo qua e là e con gli occhi blu oceano. Meringa<br />

viveva tutto il giorno nel castello, senza neanche poter uscire nel cortile. Ma<br />

perché? Perché molti anni prima, ad una festa aveva mangiato così tanti dolci, tutti<br />

in una volta, che aveva avuto mal di pancia fino ad arrivare in punto di morte, ma<br />

poi, per la felicità dei suoi parenti e del paesino, si era rimessa. Meringa avrebbe<br />

tanto voluto vedere la <strong>fa</strong>bbrica di pasticcini, e perché no, mangiarne pure uno. Dalla<br />

finestra vedeva tutti i bambini che si sedevano sulle panchine e, ridendo e<br />

scherzando, si godevano quel pasticcino. Ogni giorno questo desiderio cresceva di<br />

più, finché, un pomeriggio, mentre stava comodamente accoccolata sulla poltrona,<br />

sentì qualcosa vibrare. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Successe lo stesso<br />

per altre tre volte. Poi ne capì l’origine: era un vaso. Il vaso continuò a tremare<br />

finché non fu sul punto di cadere. Meringa, istintivamente lo prese e al contatto con<br />

la sua mano ne uscì una <strong>fa</strong>ta: era <strong>fa</strong>tta di luce ed intorno a lei aleggiava una<br />

nebbiolina biancastra. “etciuuù!!!” starnutì. Poi con <strong>fa</strong>re irrequieto volò per tutta la<br />

stanza, lasciandosi dietro polvere di <strong>fa</strong>ta. Meringa era terrorizzata; le <strong>fa</strong>te le aveva<br />

viste solo nei libri. Allora la <strong>fa</strong>ta le si avvicinò e con una voce vellutata le chiese: “tu<br />

vorresti vedere la <strong>fa</strong>bbrica dei pasticcini, vero?”<br />

“Sssì..., sì...” rispose tremante Meringa. Il volto della <strong>fa</strong>ta si illuminò. Alzò la<br />

bacchetta e.... Meringa si sentì mancare: i suoi capelli ed il suo corpo si<br />

trasformarono in panna e si arrotolarono a mo’ di cono. “ecco <strong>fa</strong>tto” disse contenta<br />

“ed ora ...alla <strong>fa</strong>bbrica” e puntò la sua bacchetta sopra le loro teste ed un vortice le<br />

prese; Meringa vide con la coda dell’occhio che la <strong>fa</strong>ta si stava trasformando in una<br />

ciliegia e si era posata sulla sua testa.<br />

“Uuuuuuuuuuuu” “tumtumtumtumtum” <strong>fa</strong>cevano le macchine. Meringa si alzò. Era<br />

in un posto dove <strong>fa</strong>ceva maledettamente caldo. Si guardò intorno, si trovava in una<br />

sala immensa; c’erano libri di cucina accatastati, uno sull’altro. Immensi registri,<br />

trofei, bacinelle per mettere la pasta ed un armadio mezzo aperto dove si<br />

intravedevano chili e chili di <strong>fa</strong>rina, di cacao e di altre cose buone. Sentì la <strong>fa</strong>ta che<br />

le sussurrava all’orecchio: “vedi, questo è il magazzino. Lì ci sono le dispense” disse<br />

indicando l’armadio “quel cacao è tutto da mettere sui pasticcini e quei trofei sono<br />

quelli che ha vinto la <strong>fa</strong>bbrica. Vieni, mettiamoci qui dentro ed aspettiamo che<br />

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