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Libro II B 2012 La Lettura fa l'uomo esatto - Istituto Comprensivo ...

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Che c’è per cena…<br />

“Che c’è per cena ?”<br />

“Minestra”<br />

Questo era il dialogo che puntualmente si ripeteva alle otto di sera, senza nessuna<br />

variante.<br />

Erano ventotto giorni che si mangiava minestra, da quando mi avevano portato dal<br />

medico, che aveva prescritto quella dieta.<br />

Ormai ero capace di distinguere, a seconda della tonalità assunta dal piatto, le<br />

verdure che erano state utilizzate nella zuppa.<br />

Iniziava a nascere in me un desiderio di vendetta. Volevo essere come gli eroi dei<br />

miei libri, scappare di casa, vendicarmi, ma non avevo ancora letto di qualcuno che<br />

si era trovato nell’imbarazzante situazione di dipendenza da una dieta.<br />

Accadde quando mi venne servita la minestra: cavoli e carote. L’odore del cavolo<br />

iniziava già a diffondersi nell’aria e ci voleva tutta la buona volontà di mia madre per<br />

dire che era delizioso.<br />

Per me era decisamente troppo. Già valutavo le possibilità di raggiungere la porta<br />

della camera senza essere intercettata da mia madre.<br />

Solo allora mi accorsi che la minestra si muoveva. Girava vorticosamente su se<br />

stessa, fino a raggiungere una velocità tale che si sollevò in aria. Ne uscì fuori una<br />

figura. Era incappucciata e non riuscivo a vedere il viso, ma onestamente non ne<br />

avevo nessuna voglia, tanta era la paura che mi incuteva solo il cappuccio di<br />

quell’essere. <strong>La</strong> prima cosa che pensai fu di scappare, ma le gambe non risposero ai<br />

miei ordini. Sto sognando, pensai, oppure sono morta e questo è il guardiano<br />

dell’inferno. Ma non potevo essere morta. Sentivo ancora l’odore della minestra e<br />

mia madre che cucinava cantando un motivetto e…, e poi sentii la voce. Era<br />

profonda e lontana, come se provenisse veramente dall’Oltretomba. “Il tempo è<br />

quanto di più sicuro e allo stesso tempo incerto possa esistere. Giocare con esso<br />

può essere pericoloso quanto istruttivo. A te è data l’opportunità di capire e<br />

cambiare”, mi disse quell’essere.<br />

Detto questo mi prese per mano, diedi un’ultima occhiata alla stanza e a mia madre<br />

che continuava a cantare senza prestarmi alcuna attenzione, già rassegnata a volare<br />

ad altezze vertiginose o a sprofondare nelle cavità della Terra o…, ma non accadde<br />

niente del genere. Sembrava che fosse cambiato il paesaggio, come se avessero<br />

cambiato la scenografia di uno spettacolo.<br />

Un attimo prima ero in salotto, davanti al piatto di minestra, un attimo dopo ero<br />

in…, in realtà non avevo idea di dove fossi; sapevo solo di trovarmi lontanissimo da<br />

casa, forse addirittura su un altro pianeta. Non riconoscevo quel luogo così desolato<br />

e senza anima viva. Non sapevo quanto tempo fosse passato, se un secondo o dei<br />

secoli. Iniziavo a capire cosa intendeva quell’essere quando mi disse che giocare con<br />

il tempo poteva essere pericoloso.<br />

Ero ancora immersa in questi pensieri quando mi accorsi che il mio accompagnatore<br />

era sparito. Non potevo certamente definirla una compagnia allegra e vivace e la<br />

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