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Provincia di<br />

CONSORZIO SA CORONA<br />

VI PRESENTIAMO<br />

IL NOSTRO FAR WEST<br />

ECCO LE “TERRE DI MEZZO SARDE”:<br />

CAVALLI SELVAGGI E SOLE ALLO ZENITH<br />

La Sardegna è davvero l’isola delle sorprese. E la prima<br />

sorpresa è quella di un entroterra di inattesa bellezza,<br />

che non disillude chi ha già scoperto le splendide<br />

coste. “Incantevole spazio intorno e distanza<br />

da viaggiare, nulla di fi nito, nulla di defi nitivo<br />

è come la libertà stessa”. Sono le parole scelte<br />

dallo scrittore inglese D.H. Lawrence per raccontare il<br />

suo viaggio sull’isola all’inizio del Novecento; parole<br />

che tornano alla mente attraversando i territori della<br />

Marmilla e delle Giare. Un’area che si estende nella<br />

Sardegna Sud Occidentale divisa fra le provincie del<br />

Medio Campidano e di Oristano, tutta da scoprire per<br />

la straordinaria ricchezza del patrimonio ambientale<br />

e culturale. I sinuosi colli sorgono all’improvviso fra<br />

frutteti, oliveti e campi coltivati, alternandosi a valli coperte<br />

di boschi che segnano l’inizio delle austere terre<br />

del Sarcidano; le infi nite solitudini si alternano a paesi<br />

che nelle piane coltivate paiono sparpagliati al sole<br />

fi no allo splendore delle giare, gli altipiani basaltici,<br />

dove fra le sughere piegate dal maestrale risaltano a<br />

primavera le candide fi oriture dei ranuncoli, rendendo<br />

ancor più pittoreschi i bradi galoppi dei cavallini dalle<br />

misteriose origini. Sono luoghi dai paesaggi mutevoli,<br />

dove viaggiare è un’esperienza affascinante<br />

anche per le testimonianze archeologiche<br />

che parlano della presenza dell’uomo<br />

in queste terre sin dal principio della storia.<br />

Innumerevoli sono le testimonianze della cultura nuragica,<br />

simbolo del passato e della storia antichissima<br />

dell’isola, con i suoi nuraghi, villaggi, templi ipogeici<br />

dedicati al culto delle acque e tombe dei giganti. A<br />

Barumini, fra ondulate colline, monumentali appaiono<br />

i resti della reggia nuragica di Su Nuraxi, con torri e<br />

bastioni, databili XVII secolo, mentre di epoca posteriore<br />

sembrano essere le 200 capanne del villaggio<br />

circostante. All’interno del nuraghe polilobato (a più<br />

torri) si osservano i massi basaltici sovrapposti con perizia<br />

sconcertante, senza uso di malte o fanghi, indice<br />

dell’abilità costruttiva e progettuale di una civiltà i cui<br />

misteri sono ancora da svelare. L’intero complesso è<br />

iscritto dal 1997 nella «Lista del patrimonio dell’uma-

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