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Bellezze “selvagge” In alto:<br />
un’immagine del fi ume che taglia<br />
il territorio della Barbagia.<br />
Sotto: concerto nei boschi del monte<br />
Limbara. Nella pagina a lato,<br />
in alto: la cascata di Sos Molinos,<br />
nel Montiferru. Sotto: l’olivastro<br />
millenario di Luras prospera presso<br />
le rive del lago Liscia in Gallura.<br />
Nella pagina seguente: frutti di un<br />
albero di corbezzolo sul monte Arci<br />
e un bosco di querce nel Logudoro.<br />
FORESTE<br />
L’AMAZZONIA ITALIANA<br />
È DIETRO L’ANGOLO<br />
LA REGIONE VANTA LA MAGGIORE<br />
ESTENSIONE BOSCHIVA ITALIANA<br />
«Che venite a vedere in Sardegna? Non c’è niente da<br />
vedere» furono queste le parole di commento rivolte<br />
ad un gruppo di studenti di Lione che avevano deciso<br />
farne la meta del loro viaggio nel 1950. L’episodio<br />
raccontato dal geografo francese Maurice Le Lannou<br />
può darci un’idea dell’atteggiamento prevalente fi no<br />
a non molto tempo fa attorno all’isola. Un luogo avvolto<br />
dal mistero, «perduta in un’oscurità profonda»<br />
secondo Gaston Vuiller, viaggiatore di fi ne Ottocento,<br />
«presente sulla carta geografi ca» eppure ignota, ad<br />
ascoltare l’opinione dell’autore tedesco Thomas Münster,<br />
tanto che «persino nell’Africa nera si dovrebbe<br />
cercare a lungo per trovare un piccolo territorio che<br />
sia altrettanto poco conosciuto». Le descrizioni dei visitatori<br />
variano nei secoli, spesso assumono toni contraddittori<br />
oppure sconfi nano nel favolistico. Una su<br />
tutte la relazione da Cagliari dello scrittore Honoré<br />
de Balzac, datata 17 aprile 1838, in cui racconta di<br />
avere visto «cose tali che si raccontano degli Uroni<br />
della Polinesia» di avere «fatto da diciassette a diciotto<br />
ore di cavallo[…] senza trovare una casa[…]<br />
traversato foreste vergini, piegato sul collo del cavallo<br />
a rischio della vita, perché per attraversarle bisogna<br />
camminare lungo un corso d’acqua ricoperto da una<br />
volta di liane e di rami che mi avrebbero cavato un occhio,<br />
portato via i denti, rotto la testa» e poi aggiunge<br />
«ci sono querce verdi gigantesche, alberi da sughero,