i luoghi dell'architettura - Dipartimento di Architettura - Università ...
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D O S S I E R<br />
sezione longitu<strong>di</strong>nale<br />
sull’au<strong>di</strong>torium.<br />
Parallelamente all’attuale<br />
sede della Facoltà <strong>di</strong><br />
<strong>Architettura</strong> si <strong>di</strong>spone<br />
il nuovo corpo delle<br />
aule e quello con<br />
le aule seminariali e<br />
gli stu<strong>di</strong>oli dei docenti;<br />
al <strong>di</strong> là della piccola<br />
calle, interna al progetto,<br />
si <strong>di</strong>spongono i tre corpi,<br />
leggermente ruotati l’uno<br />
rispetto all’altro,<br />
contenenti le principali<br />
funzioni ad uso pubblico:<br />
bar, ristorante,<br />
libreria, sala espositiva,<br />
la grande hall,<br />
sala conferenze<br />
e au<strong>di</strong>torium.<br />
La sala dell’au<strong>di</strong>torium<br />
si incastra tra due<br />
<strong>di</strong> questi ultimi volumi<br />
evidenziando la possibilità,<br />
richiesta dal bando,<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>viderla in due<br />
spazi capaci <strong>di</strong> funzionare<br />
autonomamente.<br />
bientali –ritornando su un tema che<br />
dopo aver dominato gli e<strong>di</strong>toriali della<br />
Casabella degli anni cinquanta dovrebbe<br />
acquisire una rinnovata autenticità e<br />
pregnanza- costituiscono i dati inelu<strong>di</strong>bili<br />
della nostra conoscenza, dati che<br />
caratterizzano il DNA <strong>di</strong> ogni stu<strong>di</strong>o architettonico<br />
e urbano, dati senza i quali<br />
non è possibile articolare nessuna ipotesi<br />
<strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> una teoria e in ultima<br />
analisi <strong>di</strong> una necessaria e cosciente<br />
“scienza del progetto”.<br />
E affinché questa particolare <strong>di</strong>sciplina<br />
scientifica fondata su dati certi e risultati<br />
sempre variati e <strong>di</strong>versi, acquisisca<br />
una <strong>di</strong>mensione metodologicamente<br />
corretta e, conseguentemente, il valore<br />
imprescin<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> un sapere trasmissibile,<br />
è opportuno, o meglio, è consigliabile<br />
utilizzare, nei casi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, esempi<br />
emblematici tratti da testi e contesti<br />
<strong>di</strong> chiara intangibile bellezza dove la<br />
stratificazione e la sovrapposizione<br />
storica forniscano imme<strong>di</strong>atamente la<br />
consapevolezza che il progetto costituisce<br />
prima <strong>di</strong> tutto la risoluzione <strong>di</strong> un<br />
tema urbano.<br />
Per tali motivazioni le esercitazioni che<br />
da alcuni anni stiamo conducendo coinvolgono<br />
sempre aree centrali e significative<br />
escludendo a priori gli interventi<br />
in zone periferiche e degradate che<br />
pure rappresentano l’oggetto nella<br />
maggior parte dei casi reali legati all’agire<br />
contemporaneo. Una lettura attenta<br />
sull’architettura storica, così<br />
come una qualsiasi analisi che coinvolga<br />
la città consolidata, non vi è dubbio,<br />
facilita lo stu<strong>di</strong>o, la conoscenza e l’osservazione<br />
del contesto, abituando,<br />
nelle prassi progettuale, a servirsi delle<br />
tracce, delle <strong>di</strong>rezioni, delle partiture<br />
esistenti come strumento guida e or<strong>di</strong>-<br />
natore <strong>di</strong> un comporre liberato tanto<br />
dall’arbitrio quanto dall’emulazione<br />
acritica <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> moda. Inoltre,<br />
nella convinzione con<strong>di</strong>visa 1 che “l’architettura<br />
sia maestra <strong>di</strong> se stessa” e<br />
nella, non più ovvia certezza, che la<br />
scrittura architettonica si inveri nel <strong>di</strong>segno,<br />
appare improbabile chiedere nella<br />
fase dell’appren<strong>di</strong>mento la restituzione<br />
grafica e quin<strong>di</strong> lo stu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> contesti<br />
anonimi, monotoni, squalli<strong>di</strong>, persino<br />
volgari, come purtroppo accade <strong>di</strong> osservare<br />
in molte fasce <strong>di</strong> nuova espansione.<br />
Viceversa attraverso il rilievo e la<br />
traduzione in ortogonale <strong>di</strong> <strong>luoghi</strong> <strong>di</strong><br />
straor<strong>di</strong>nario e comprovato valore storico-ambientale,<br />
quin<strong>di</strong> architettonico, si<br />
innescano evidenti processi <strong>di</strong> assimilazione<br />
<strong>di</strong> idee e manufatti che il tempo ha<br />
evidentemente <strong>di</strong>stillato; il <strong>di</strong>segno dell’esistente<br />
non si invera allora in una<br />
semplice rappresentazione, assimilando<br />
e restituendo attraverso l’accostamento<br />
<strong>di</strong> linea a linea, lo stu<strong>di</strong>o analitico<br />
<strong>di</strong> un brano urbano su cui è possibile intervenire<br />
avendo compreso l’intima<br />
struttura compositiva che ne governa<br />
l’assieme.<br />
Il concorso per la progettazione della<br />
nuova sede dell’Istituto Universitario <strong>di</strong><br />
Venezia, sul Canale della Giudecca, si<br />
inserisce perfettamente in questa visione<br />
<strong>di</strong>dattico-programmatica costituendo<br />
un caso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o che è stato a lungo<br />
utilizzato. Per ponderare in modo <strong>di</strong>retto<br />
il valore della proposta e della conseguente<br />
partecipazione al concorso, è<br />
sufficiente scorrere e analizzare alcune<br />
immagini del progetto che è stato redatto<br />
come guida <strong>di</strong> una sperimentazione<br />
progettuale che ha coinvolto studenti e<br />
docenti afferenti a più corsi. Forse l’esito<br />
finale, come è visibile nelle illustra-<br />
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