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i luoghi dell'architettura - Dipartimento di Architettura - Università ...

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zioni che accompagnano queste pagine,<br />

è fin troppo viziato dall’esigenza,<br />

per il progetto, <strong>di</strong> assumere un valore<br />

<strong>di</strong>chiaratamente para<strong>di</strong>gmatico, tuttavia<br />

il rapporto tra manufatto e contesto<br />

urbano segna evidentemente una intenzionalità<br />

che affonda le proprie ra<strong>di</strong>ci<br />

nella migliore tra<strong>di</strong>zione italiana sugli<br />

stu<strong>di</strong> urbani, ultimo originale contributo<br />

<strong>di</strong> una specifica tra<strong>di</strong>zione culturale che<br />

il nostro paese può vantare come patrimonio<br />

originale e in<strong>di</strong>ssolubile della<br />

propria identità. Già nella <strong>di</strong>sposizione<br />

planimetrica, attraverso l’accostamento<br />

parallelo <strong>di</strong> volumi stretti e lunghi, <strong>di</strong>sposti<br />

ortogonalmente rispetto al canale,<br />

è <strong>di</strong>chiarata la volontà <strong>di</strong> concepire il<br />

manufatto come una naturale esigenza<br />

del tessuto a rigenerarsi secondo le<br />

proprie consolidate leggi costitutive.<br />

Come gli arsenali e tutti i manufatti produttivi<br />

che popolano le sponde della<br />

giudecca anche il nuovo e<strong>di</strong>ficio si mostra<br />

come un ammasso ammattonato<br />

che si specchia nell’antistante Molino<br />

Stucky <strong>di</strong> cui riprende l’articolato e al<br />

tempo stesso unitario <strong>di</strong>segno del fronte.<br />

L’ondeggiare e la vibrazione dei vari<br />

corpi sull’acqua è mutuata viceversa<br />

dal traforo singolare della vicina casa<br />

alle Zattere <strong>di</strong> Ignazio Gardella. E se<br />

per quest’ultimo il riflesso variegato<br />

dell’acqua modula con casualità e ritmo<br />

la scansione delle finestre e dei decori<br />

<strong>di</strong> prospetto, nella nostra proposta tutto<br />

si enfatizza in una altalenante variazione<br />

<strong>di</strong>mensionale delle <strong>di</strong>verse stecche<br />

sia in altezza che in pianta realizzando,<br />

in questo avanzare e in<strong>di</strong>etreggiare dei<br />

corpi <strong>di</strong> fabbrica, un ampio spazio libero<br />

sul canale della Giudecca ed un campiello<br />

sul lato opposto. I fronti sono inoltre<br />

collegati da una calle che attraversa<br />

40<br />

D O S S I E R<br />

completamente il complesso sud<strong>di</strong>videndolo<br />

in due parti chiaramente in<strong>di</strong>viduabili<br />

sia in pianta che in alzato; conseguentemente<br />

le due stecche destinate<br />

alle aule per la <strong>di</strong>dattica e le stanze<br />

<strong>di</strong>partimentali risultano staccate dai tre<br />

volumi contenti lo spazio espositivo e<br />

l’au<strong>di</strong>torium organizzato su livelli soprastanti.<br />

Tale sud<strong>di</strong>visione, oltre a rendere<br />

permeabile e attraversabile l’e<strong>di</strong>ficio,<br />

corrisponde ad una stu<strong>di</strong>ata sud<strong>di</strong>visione<br />

delle funzioni concepita in modo tale<br />

da isolare le attività legate ad una fruizione<br />

prettamente <strong>di</strong>dattica rispetto alle<br />

attività che assumono un valore eminentemente<br />

pubblico quali l’aula magna,<br />

sud<strong>di</strong>visibile in due aule congressi<br />

da 250 posti, e lo spazio per mostre ed<br />

esposizioni opportunamente collocato<br />

al livello del terreno.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista dell’immagine complessiva<br />

si è cercato <strong>di</strong> plasmare il<br />

frammentario accostamento dei <strong>di</strong>versi<br />

volumi con un trattamento unitario delle<br />

superfici realizzato attraverso la pre<strong>di</strong>sposizione<br />

<strong>di</strong> un paramento <strong>di</strong> facciata<br />

in terracotta che emula, tautologicamente,<br />

la struttura filiforme della “tenda<br />

alla veneziana”. Con tale meccanismo<br />

il progetto ricerca, sul fronte della Giudecca,<br />

quella ricchezza <strong>di</strong> trasparenze<br />

che caratterizza le bellissime e più sublimate<br />

facciate dei palazzi nobiliari<br />

prospicienti il Canal Grande e, attraverso<br />

una sintetica e più icastica riproposizione<br />

dei loro eterei trafori, le bifore,<br />

le trine marmoree, l’essenza <strong>di</strong> un contesto<br />

architettonico che affonda le proprie<br />

ra<strong>di</strong>ci nell’arte e nella cultura bizantina.<br />

Tuttavia l’insieme è legato all’immagine<br />

<strong>di</strong> un grande paramento in<br />

cotto che rivela la propria “inconsistenza”<br />

materica solo se osservato da op-<br />

portuni angoli visuali o durante le ore<br />

notturne dove l’intera facciata scompare<br />

in un controcampo <strong>di</strong> luci. Una sorta<br />

<strong>di</strong> messa in scena della città dove l’osservazione<br />

e il ri-<strong>di</strong>segno del contesto<br />

guidano la composizione e le <strong>di</strong>verse<br />

articolazioni, planimetriche, altimetriche<br />

e superficiali; un’osservazione in<br />

grado <strong>di</strong> trasformare un linguaggio, necessariamente<br />

contemporaneo, in una<br />

sentita riflessione sui valori permanenti<br />

<strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione che mostra, attraverso<br />

il nuovo, tutta la propria efficace vitalità,<br />

poiché, come ha acutamente osservato<br />

Adorno “la tra<strong>di</strong>zione non va<br />

negata astrattamente ma criticata senza<br />

ingenuità in base alla situazione attuale:<br />

in tal modo il passato è costitutivo<br />

del presente. Niente va accettato ad<br />

occhi chiusi solo perché ora c’è e una<br />

volta è valso qualcosa; però niente è<br />

spacciato solo per essere passato; il<br />

tempo da solo non è un criterio.” 2<br />

1 ve<strong>di</strong>: G. Grassi, <strong>Architettura</strong> lingua morta,<br />

Quaderni <strong>di</strong> Lotus, Milano, 1988<br />

2 T. W. Adorno, Teoria estetica , Torino,<br />

Einau<strong>di</strong>, 1975<br />

sezione trasversale<br />

sul foyer<br />

a destra<br />

vista prospettica dal<br />

canale della Giudecca<br />

I prospetti che insistono<br />

sul canale della<br />

Giudecca, riescono<br />

a proporre un fronte<br />

frammentato la cui<br />

logica non contrad<strong>di</strong>ce<br />

gli a<strong>di</strong>acenti magazzini<br />

e, nel contempo,<br />

invita e prepara<br />

al retrostante succedersi<br />

<strong>di</strong> calli, campi e<br />

fondamenta che<br />

rendono percettivamente<br />

permeabile la nuova<br />

architettura.<br />

41<br />

D O S S I E R

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