44 D O S S I E R concorso a inviti per il recupero <strong>di</strong> un antico borgo agricolo a Camerata (To<strong>di</strong>) 1991. progetto: prof. Aurelio Cortesi, arch. Marco Casamonti con Laura Andreini, Isotta Cortesi, Silvia Fabi, Giuseppe Fioroni, Emanuele Franzoni, Gristina Giani, Cristina Guerrini, Stefano Giovannozzi, Bettina Gori, Marcello Marchesini, Giovanni Polazzi. 45 D O S S I E R
sco agli “Elementi del fenomeno architettonico”, (scritto per Laterza ma ristampato successivamente da Guida E<strong>di</strong>tore). Libro fortunoso, scritto in fretta, <strong>di</strong>rei in pochi giorni, nell’occasione <strong>di</strong> un concorso a cattedra, ma luci<strong>di</strong>ssimo libro al cui travaglio formativo ho assistito e nel quale sono stato chiamato a svolgere una ricerca iconografica (poi risolta, con più autorevolezza e tempestività nella redazione <strong>di</strong> Casabella). Gli “Elementi del fenomeno architettonico”, rivisitano i <strong>luoghi</strong> della ricerca rogersiana superando i valori assoluti delle definizioni chiuse in se stesse, per aprire contorni più concreti, ma non per questo meno limitati, coinvolgendo un <strong>di</strong>scorso certamente più maturato e affabile che si sofferma, meno sui principi e su regole finalistiche predeterminate per giungere ad una azione pedagogica colloquiale, maieutica, storicamente riassunta e confrontata con i <strong>di</strong>versi livelli dell’insegnamento delle singole <strong>di</strong>scipline. Ma torniamo all’equazione A=f(U,B,) e riportiamo da “La struttura della composizione architettonica” la nota a margine che la chiarisce: “Soltanto a scopo <strong>di</strong>dattico e non certo con l’idea ingenua <strong>di</strong> risolvere la problematica in una formula, ho cercato <strong>di</strong> esprimere la concezione architettonica con simboli matematici, che, col far intendere l’insufficienza <strong>di</strong> una definizione ad<strong>di</strong>tiva (firmitas, utilitas, venustas) <strong>di</strong> marca vitruviana, mettesse in evidenza la caratteristica fondamentale del fenomeno: che è un complesso <strong>di</strong> relazioni necessariamente integrate. <strong>Architettura</strong> (arte applicata) è una funzione <strong>di</strong>pendente dai termini variabili Utilità e Bellezza A=f(U,B) 46 D O S S I E R (Ma come ogni formula, anche la mia ha i suoi limiti, fuori dai quali perde ogni significato: se nel considerare, ad esempio una macchina vogliamo ammettere che B->0, non se ne deduce che U->• e, viceversa, se si considera un’opera <strong>di</strong> pura plastica, dove U->0, ché altrimenti l’architettura, trovandosi tra i due estremi, ciò significherebbe che essa è tanto più inutile quanto più è bella e viceversa)”. La cautela nell’enunciazione della formula, ascritta ad un esclusivo uso <strong>di</strong>dattico, ci incuriosisce per il ricorso accattivante a simboli matematici: il linguaggio più garantito in una scuola politecnica, certo, ma congeniale, anche, ai rassembramenti internazionali legati alle avanguar<strong>di</strong>e del Movimento Moderno, ove Rogers era considerato un interlocutore privilegiato per quel suo argomentare sul superamento dei rapporti deterministici forma/funzione: rapporti che costituivano, in quegli anni, il nodo centrale della <strong>di</strong>scussione sul “linguaggio” del Movimento Moderno stesso, in vista <strong>di</strong> un suo invocato superamento. Una formulazione comprensibile e <strong>di</strong>vulgabile nella scuola del CIAM; un grimaldello per affacciare la sua ulteriore trattazione (certamente <strong>di</strong> minoranza) la quale postulava, a partire dal 1954, una serie <strong>di</strong> relazioni sul fenomeno architettonico che trascendevano una funzione <strong>di</strong> tipo deterministico, quasi aritmetico, fra i termini variabili ed in<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> Utilità e Bellezza. Ne “Il Cuore della città: per una vita più umana delle comunità”, testo curato oltre che da Rogers anche da J. L. Sert e da J. Tyrwhitt, (Hoepli 1954) viene affacciato, per la prima volta, dai CIAM, e con ritardo, nel 1951, a Hoddesdon, il problema dei centri storici. Le argomentazioni del suo saggio: “Il cuore: problema umano delle città” risultano <strong>di</strong> “transizione”. Quasi un camuffamento. Nella prima parte dello scritto assistiamo alla terminologia consueta delle avanguar<strong>di</strong>e. Non manca il riferimento alla geometria, e ancor <strong>di</strong> più alla fisiologia e alla biologia (riferimenti antiaccademici per eccellenza) per porre successivamente in evidenza il valore della vita della “comunità”. Si avanza la similitu<strong>di</strong>ne fra il nocciolo (che contiene le sementi), con il cuore, che esprime e riassume il palpito del sentimento; ci si riferisce ad un lessico consumato all’interno del Movimento Moderno, derivato dalla pubblicistica ancora corbuseriana. Nel testo citato, Rogers, (sia pure con le cautele <strong>di</strong> rito), prende posizione contro le “fantasticherie astratte delle città ideali”, tracciando una linea <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa sulla conservazione dei centri storici, rimarcandone lo scempio dovuto all’obbrobrio della guerra ma anche alle vaniloquenti vestigia dell’Ecole de Beaux Arts: il nemico storico. Si tratta <strong>di</strong> formulazioni espresse in forma on<strong>di</strong>vaga, a metà strada fra il lessico vitruviano rinnovato, e il linguaggio dell’avanguar<strong>di</strong>a. Concetti che risulteranno, però, dal 1954, con la nuova Casabella-Continuità, puntuali e taglienti supporti ad una battaglia per la nuova architettura della città, perché espressi senza più le remore, anche linguistiche, del gruppo <strong>di</strong> appartenenza. A partire da “La responsabilità verso la tra<strong>di</strong>zione” a “Le preesistenze ambientali e i temi pratici contemporanei”, entrambi del 1954 fino alla relazione tenuta al l’INU il 23 marzo 1957 e all’inter- concorso per il nuovo Parlamento tedesco nell’area dello Spreebogen a Berlino, 1992 progetto: prof. Aurelio Cortesi (capogruppo) arch. Laura Andreini, Marco Casamonti, Isotta Cortesi, Giovanni Polazzi con Silvia Fabi, Laura Tartagli, Venturina 47 D O S S I E R