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i luoghi dell'architettura - Dipartimento di Architettura - Università ...

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Noto: il complesso del monastero <strong>di</strong><br />

S. Agata e le Carceri Reali recuperato<br />

all’uso <strong>di</strong> struttura ricettiva.<br />

Esattamente a metà, tra il pianoro naturale<br />

del colle dove sorge la “Noto vicereale”<br />

modello <strong>di</strong> città a “quadrillage” unimodulare,<br />

partito in se<strong>di</strong>ci insule, definita<br />

ai margini dalla “Noto plebea”, con<br />

tracciato a modulazione organica <strong>di</strong><br />

chiaro riferimento e memoria arabo-me<strong>di</strong>evale<br />

— e il pen<strong>di</strong>o — con tracciato<br />

ortogonale a modulazione variabile, allusivamente<br />

manierista, ma sostanzialmente<br />

metabarocco, sede della “Noto<br />

aristocratica” e dell’intellettuale reggenza<br />

locale sorge uno tra gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> Noto<br />

meritevoli <strong>di</strong> particolare attenzione e<br />

stu<strong>di</strong>o che occorre mettere in evidenza<br />

come complesso monumentale che nel<br />

corso dell’ultimo secolo, anche in seguito<br />

alla destinazione ospedaliera, non è<br />

mai stato sufficientamente menzionato<br />

nelle sue intrinseche qualità architettoniche,<br />

senza dubbio potenziate dall’a<strong>di</strong>acente<br />

corpo delle Carceri Reali.<br />

Nell’ex monastero <strong>di</strong> S. Agata e nella<br />

sua annessa chiesa, ormai completamente<br />

deserti, due dei maggiori architetti<br />

della ricostruzione <strong>di</strong> questa città<br />

dopo il terremoto del 1693, Rosario Gagliar<strong>di</strong><br />

e Paolo Labisi, hanno lasciato<br />

notevoli segni dei loro interventi. Alle<br />

manomissioni del precedente impiego<br />

(nato nel 1700 come organismo conventuale<br />

<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne benedettino; nel 1883<br />

la proprietà fu ceduta agli amministratori<br />

dell’Ospizio ospedale Trigona; usato<br />

come ospedale sino al 1983, da allora in<br />

<strong>di</strong>suso) si aggiunge ora il degrado del<br />

prolungato abbandono. Di uguale sorte<br />

soffre l’e<strong>di</strong>ficio delle Carceri Reali<br />

(1693), poi usato come carcere manda-<br />

6<br />

D O S S I E R<br />

UN MONUMENTO DA SCOPRIRE<br />

Rosario Vernuccio<br />

mentale e quin<strong>di</strong> abbandonato. Una duplice<br />

per<strong>di</strong>ta, dunque, per una città che<br />

dovrebbe offrire al turismo ad esempio,<br />

un adeguato complesso alberghiero<br />

che tuttora all’interno del centro storico<br />

manca.<br />

Questo monastero si adagiava così in<br />

cima alla collina con una forte <strong>di</strong>latazione<br />

orizzontale del fronte sud. Un<br />

corpo verticale, aggiunto negli anni ’40<br />

per esigenze sanitarie, altera oggi, in<br />

parte, l’originario equilibrio. La sua posizione<br />

panoramica viene ulteriormente<br />

segnalata dall’inserimento della torre<br />

dell’orologio in allineamento con le<br />

due cupole del Crocefisso e della Cattedrale:<br />

un asse visuale privilegiato del<br />

panorama urbano.<br />

Il monastero non presenta la tipica organizzazione<br />

degli ambienti attorno ad<br />

una corte interna, forse perché non fu<br />

mai interamente completato. La presenza<br />

<strong>di</strong> una corte non è leggibile neanche<br />

nel rilievo del Cassone del 1878,<br />

mentre al primo piano la presenza dell’“astraco”<br />

può rappresentare un accenno.<br />

Rimane comunque l’ampio giar<strong>di</strong>no<br />

esterno tra i corpi <strong>di</strong> fabbrica e il confine<br />

con il <strong>di</strong>rupo del colle. Un meraviglioso<br />

giar<strong>di</strong>no che si affaccia sui tetti<br />

della città sottostante e sul panorama<br />

della campagna sino al mare. La tipologia<br />

funzionale riflette elementi ricorrenti<br />

negli e<strong>di</strong>fici conventuali ideati dal Gagliar<strong>di</strong>.<br />

Ad ovest ci sono gli ambienti<br />

per le funzioni spirituali (chiesa, sacrestia,<br />

oratori, capitolo, cappelle), a nordest<br />

gli ambienti più propriamente residenziali:<br />

al piano terra cucine, <strong>di</strong>spense,<br />

refettorio, officine; al primo piano il<br />

dormitorio.<br />

Le scelte <strong>di</strong>stributive del dormitorio pri-<br />

vilegiano un orientamento più idoneo<br />

alle funzioni abitative; i corridoi, infatti,<br />

stanno uno all’esterno, a nord, l’altro<br />

all’interno, ad ovest, per lasciare alle<br />

celle le più adatte esposizioni a sud<br />

con vista interna e ad est con vista sulla<br />

strada. La geometria delle volte è<br />

variabile, <strong>di</strong>venta più complessa a seconda<br />

della <strong>di</strong>versità d’uso cui sono<br />

destinati gli ambienti.<br />

Le Carceri Reali, in<strong>di</strong>cate dal Labisi<br />

nella sua veduta del 1750, risultavano<br />

probabilmente e<strong>di</strong>ficate nel loro attuale<br />

sito, sul bordo dell’altopiano del Meti,<br />

già nel <strong>di</strong>cembre del 1693.<br />

La porzione <strong>di</strong> città ai margini dell’altopiano<br />

viene denominata area del castello<br />

perché anche la prigione venne<br />

chiamata “el castillo”.<br />

L’organizzazione delle carceri è molto<br />

semplice; gli ambienti sono <strong>di</strong>sposti<br />

affiancati e unico elemento <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione<br />

risulta essere un corridoio che<br />

finisce con una gra<strong>di</strong>nata che conduce<br />

al piano inferiore; quest’ultimo invece<br />

non presenta nessun collegamento<br />

<strong>di</strong> questo genere fra gli ambienti che si<br />

affacciano, quasi tutti, sul cortile. La<br />

parte amministrativa veniva assolta<br />

negli ambienti al piano superiore, a sinistra<br />

rispetto all’ingresso, mentre tutte<br />

le celle, sia maschili che femminili<br />

erano ubicate a destra dell’ingresso;<br />

la gra<strong>di</strong>nata posta alla fine dell’e<strong>di</strong>ficio<br />

portava al cortile delle donne. Al piano<br />

inferiore, gli ambienti più gran<strong>di</strong> venivano<br />

usati rispettivamente come cappella<br />

e aula scolastica, mentre quelli<br />

più piccoli come celle <strong>di</strong> isolamento; la<br />

parte verticale rispetto al corpo veniva<br />

utilizzata invece come magazzino. Tutti<br />

gli ambienti sono voltati a botte o a<br />

pa<strong>di</strong>glione.<br />

Comune <strong>di</strong> Noto - SR -<br />

Recupero dell’ex Carcere<br />

Mandamentale<br />

(già Carcere Reale)<br />

ad uso <strong>di</strong> Ostello<br />

Prot 1339 Noto (SR)<br />

Proprietà: Amministrazione<br />

Comunale <strong>di</strong> Noto<br />

Progetto:<br />

Prof. Arch. Rosario Vernuccio<br />

Arch. Stefano Martinelli e<br />

Arch. Massimo Mortelliti<br />

Dott. Paolo Martorano<br />

Collaborazione:<br />

Arch. Simone Casini<br />

Strutture:<br />

Ing. Andrea Tellini<br />

Impianti:<br />

Ing. Ernesto Guarino<br />

Impresa Costruttrice:<br />

CO.M.EDIL - Consorzio<br />

Artigiano - Rosolini - SR -<br />

Responsabile esecuzione:<br />

Vincenzo Pirri<br />

Criteri guida e scelte <strong>di</strong> progetto.<br />

Parcheggi — Il problema dei parcheggi<br />

è da porsi come tema prioritario nella<br />

progettazione <strong>di</strong> una struttura come<br />

quella in esame. La posizione topografica<br />

del nostro e<strong>di</strong>ficio rende impossibile<br />

in<strong>di</strong>viduare nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze<br />

del complesso aree idonee ad accogliere<br />

un numero <strong>di</strong> autoveicoli<br />

sufficiente per la prevista ricettività del<br />

nuovo albergo. È stata quin<strong>di</strong> analizzata<br />

la possibilità <strong>di</strong> risolvere il problema<br />

ipotizzando <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare gli ospiti dell’albergo<br />

come quelli dell’ostello in opportune<br />

aree <strong>di</strong> parcheggio, con il trasferimento<br />

in albergo utilizzando mezzi<br />

navetta; questa scelta darebbe così alla<br />

clientela la possibilità durante il percorso<br />

dal parcheggio all’albergo <strong>di</strong> poter<br />

meglio guardare alcune zone della città<br />

<strong>di</strong>fficili altrimenti da scoprire.<br />

Queste aree sono state in<strong>di</strong>cate anche<br />

per la facilità con la quale si può raggiungere<br />

il complesso. Le aree in questione<br />

sono tutte situate in prossimità<br />

della strada a percorrenza veloce che<br />

circonda il centro storico; una a nord ed<br />

altre due ad est e ovest, ricavate da<br />

vuoti urbani, collegate con la strada<br />

perimetrale e con la via Cavour che<br />

permette un collegamento più <strong>di</strong>retto<br />

tra i parcheggi. Sulla stessa via Cavour,<br />

comunque, è stato ricavato un ingresso<br />

ad un piccolo parcheggio posto<br />

in <strong>di</strong>retta comunicazione con il nostro<br />

albergo. A questo si accede da uno degli<br />

androni dei palazzi nobiliari <strong>di</strong> Noto,<br />

palazzo Astuto; la sua corte infatti si affaccia<br />

sul giar<strong>di</strong>no in quota, posto sotto<br />

il monastero <strong>di</strong> S. Agata, al <strong>di</strong> sotto del<br />

quale ci sono, ora, dei magazzini; riutilizzando<br />

questi spazi si riesce a ricava-<br />

re 24 posti auto comunicanti, tramite<br />

un collegamento verticale, con il nostro<br />

complesso.<br />

Centro ricettivo — Il tema della contestualizzazione<br />

è stato posto come fattore<br />

prioritario nella progettazione architettonica.<br />

Si è voluto costruire all’interno dell’isolato<br />

una nuova immagine, espressione<br />

<strong>di</strong> una nuova complessità dell’isolato<br />

che lo caratterizzi come luogo urbano.<br />

Si scopre così la possibilità <strong>di</strong> poter inserire<br />

il luogo nel progetto, <strong>di</strong> poter fare<br />

entrare nel progetto la città, con tutti i<br />

suoi molteplici aspetti; sia percettivi (la<br />

fantastica posizione <strong>di</strong> confine tra l’altopiano<br />

e il pen<strong>di</strong>o dà la possibilità <strong>di</strong><br />

vedere da questo punto la città barocca<br />

con il suo centro, simile all’agora dei<br />

greci, pre<strong>di</strong>sposto per gli incontri quoti<strong>di</strong>ani,<br />

con le preziose decorazioni delle<br />

facciate che si ripetono e si rinnovano<br />

negli interni e nei cortili come una ripercussione<br />

<strong>di</strong> echi, la grande cornice<br />

delle esedre, degli slarghi, delle scalee,<br />

delle minuscole scale, a formare<br />

uno scenario che sorprende da ogni<br />

angolo <strong>di</strong> osservazione) sia culturali<br />

(dove la cultura comprende memoria e<br />

tra<strong>di</strong>zione).<br />

Si è quin<strong>di</strong> accentuata la continuità tra<br />

spazio esterno e spazio interno con<br />

percorsi pedonali connessi con gli accessi<br />

preesistenti e con altri creati ad<br />

arte in particolari punti relazionati con i<br />

<strong>luoghi</strong> esterni dove non solo il turista,<br />

ma anche l’artigiano, il pensionato, lo<br />

studente, la gente comune insomma,<br />

possa essere ugualmente fruitore <strong>di</strong><br />

questo sistema <strong>di</strong> spazi. Nello stesso<br />

tempo si risolve uno dei problemi strutturali<br />

<strong>di</strong> questa città la carenza ricettiva,<br />

con il progetto <strong>di</strong> un albergo e <strong>di</strong> un<br />

7<br />

D O S S I E R

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