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muoiono se mangiano... ma non smetterebbero mai di mangiare!

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e <strong>se</strong> vorrai ti <strong>ma</strong>nderò a fare un anno <strong>di</strong> liturgia grecobizantina<br />

e poi ti or<strong>di</strong>nerò presbitero della nostra Eparchia<br />

<strong>di</strong> Lungro”. “Eparchia” è il nome della tra<strong>di</strong>zione greca<br />

per “<strong>di</strong>ocesi”.<br />

Giu<strong>se</strong>ppe e Francesca <strong>se</strong>guirono il consiglio del vescovo:<br />

ad un anno dalla celebrazione del loro <strong>ma</strong>trimonio<br />

tornarono a Lungro per mettersi a sua <strong>di</strong>sposizione. Il<br />

vescovo <strong>di</strong> Lungro li inviò a Ro<strong>ma</strong> dove Giu<strong>se</strong>ppe stu<strong>di</strong>erà<br />

“Sacra Liturgia” presso il Pontificio Istituto per le Chie<strong>se</strong><br />

Orientali, mentre Francesca, anche per <strong>ma</strong>ntenere gli stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> Giu<strong>se</strong>ppe, in<strong>se</strong>gnerà Religione cattolica in alcune<br />

scuole della capitale. Tornati a Lungro, Giu<strong>se</strong>ppe fu or<strong>di</strong>nato<br />

Presbitero l’8 <strong>di</strong>cembre del 1988 e fu nominato parroco<br />

nella parrocchia <strong>di</strong> Falconara Albane<strong>se</strong>, funzione che<br />

<strong>ma</strong>ntiene ancora oggi. Nel frattempo la famiglia è cresciuta<br />

e nell’or<strong>di</strong>ne sono venute Francesca Sofia, Irene<br />

Angela e Giu<strong>se</strong>ppe Gerardo, tre splen<strong>di</strong><strong>di</strong> adolescenti con<br />

una grande comunicativa e tanta voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi, proprio<br />

come tutti i nostri adolescenti, i miei figli ad e<strong>se</strong>mpio,<br />

con i quali hanno subito familiarizzato e fatto amicizia.<br />

A conoscere i coniugi Bellizzi, <strong>non</strong> si può che ri<strong>ma</strong>nere<br />

piacevolmente sorpresi dalla testimonianza <strong>di</strong> questa famiglia,<br />

nella quale si può tranquillamente riconoscere la<br />

naturalità propria <strong>di</strong> ogni esperienza familiare, nella sua<br />

<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> rapporto fra <strong>ma</strong>rito/moglie e genitori/figli; <strong>ma</strong><br />

nella quale è anche pre<strong>se</strong>nte con altrettanta naturalezza la<br />

pienezza <strong>di</strong> quel Sacramento dell’Or<strong>di</strong>ne che in niente <strong>di</strong>fferisce<br />

da quello dei presbiteri celibatari. Giu<strong>se</strong>ppe Bellizzi<br />

infatti è “presbitero” e “pastore d’anime” della Chiesa<br />

Cattolica, esattamente come i suoi confratelli <strong>non</strong> sposati,<br />

anche <strong>se</strong> nella nostra for<strong>ma</strong>zione “latina” il sacerdozio<br />

<strong>se</strong>mbrerebbe incompatibile con la vita <strong>ma</strong>trimoniale. Del<br />

resto, in questo, la tra<strong>di</strong>zione bizantina si riallaccia <strong>di</strong>rettamente<br />

e <strong>se</strong>nza soluzione <strong>di</strong> continuità alla prassi del primo<br />

millennio cristiano, anche occidentale e latino: uno<br />

dei santi più venerati ancora oggi nel sud Italia è san Paolino<br />

da Nola, contemporaneo <strong>di</strong> Sant’Ambrogio e<br />

sant’Agostino, pri<strong>ma</strong> presbitero e poi vescovo, pur es<strong>se</strong>ndo<br />

sposato. Nell’Eparchia <strong>di</strong> Lungro attualmente i preti<br />

con famiglia sono circa una ventina, il 50% del totale dell’intera<br />

<strong>di</strong>ocesi.<br />

Nella Chiesa Cattolica, <strong>non</strong>ostante le ripetute riconferme<br />

<strong>ma</strong>gisteriali sulla vali<strong>di</strong>tà per<strong>ma</strong>nente del binomio sacerdozio-celibato,<br />

il celibato obbligatorio dei preti resta un<br />

proble<strong>ma</strong> aperto. Ne fanno fede <strong>non</strong> solo le richieste che<br />

provengono sia dalla ba<strong>se</strong> <strong>di</strong> determinate chie<strong>se</strong> soprattutto<br />

del terzo mondo che dalle varie associazioni dei preti<br />

sposati, <strong>ma</strong> anche le spora<strong>di</strong>che uscite <strong>di</strong> eminenti personalità<br />

ecclesiastiche al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ogni sospetto. Nel<br />

Dicembre del 2006 il car<strong>di</strong>nale brasiliano Clau<strong>di</strong>o Hummes,<br />

arcivescovo <strong>di</strong> San Paolo, chia<strong>ma</strong>to da Benedetto XVI a<br />

<strong>di</strong>rigere la Congregazione Vaticana per il Clero riaffermò,<br />

in una intervista al quoti<strong>di</strong>ano brasiliano Estrado do<br />

S.Paulo, il carattere puramente <strong>di</strong>sciplinare del celibato<br />

ecclesiastico, esprimendosi favorevolmente per la sua rimessa<br />

in <strong>di</strong>scussione, davanti alla grave emergenza della<br />

<strong>ma</strong>ncanza <strong>di</strong> clero. Alla fine del 2007, sia il car<strong>di</strong>nale ingle<strong>se</strong><br />

Cor<strong>ma</strong>c Murphy-O’Connor, Arcivescovo <strong>di</strong><br />

Westminster e capo della Conferenza Episcopale dei Vescovi<br />

d’Inghilterra e Galles (intervista al Financial Times<br />

del 21 <strong>di</strong>cembre 2007), che il car<strong>di</strong>nale france<strong>se</strong> Roger<br />

Etchegaray, presidente emerito del Pontificio consiglio<br />

Giustizia e Pace e vicepresidente del collegio car<strong>di</strong>nalizio<br />

(intervista dell’11 novembre 2007 al quoti<strong>di</strong>ano france<strong>se</strong><br />

Le Parisien), si sono espressi in favore <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sponibilità<br />

Il Salotto degli Autori<br />

a rivedere questa nor<strong>ma</strong> <strong>di</strong>sciplinare. Lo stesso aveva fatto il car<strong>di</strong>nale<br />

scozze<strong>se</strong> Keith Michael Patrick O’Brien, arcivescovo <strong>di</strong> Saint<br />

Andrews ed E<strong>di</strong>mburgo, al momento della sua nomina a car<strong>di</strong>nale<br />

da parte <strong>di</strong> Giovanni Paolo II. Spingono in questo <strong>se</strong>nso anche vicende<br />

come quella dell’ex prete padovano don Sante Sguotti, oppure<br />

il famosissimo arcivescovo esorcista africano Milingo per le<br />

note vicende legate al suo <strong>ma</strong>trimonio con l’agopunturista coreana<br />

Maria Sung e la sua recente associazione “Married Priest Now”,<br />

con la quale si propone <strong>di</strong> spingere la Chiesa Cattolica alla reintegrazione<br />

dei 150.000 preti che hanno abbandonato o sono stati costretti<br />

ad abbandonare il ministero presbiterale per es<strong>se</strong>rsi sposati.<br />

Dobbiamo però sottolineare che ciò che chiedono i vari Milingo,<br />

don Sante e associazioni varie <strong>di</strong> preti sposati è altra cosa rispetto a<br />

come il proble<strong>ma</strong> è posto nella storia della Chiesa sia Cattolica che<br />

Ortodossa; perché la prassi è <strong>se</strong>mpre stata quella <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare ‘preti’<br />

degli uomini già sposati e <strong>ma</strong>i <strong>di</strong> far sposare preti che avevano optato<br />

per il celibato al momento dell’or<strong>di</strong>nazione. Per questo ritengo<br />

che dovrebbero es<strong>se</strong>re <strong>non</strong> tanto i cosiddetti ‘preti sposati’ <strong>di</strong> questo<br />

tipo a farsi carico della ‘battaglia’ per il ripristino del sacerdozio<br />

‘uxorato’, quanto <strong>se</strong>m<strong>ma</strong>i altre componenti della chiesa <strong>non</strong> necessariamente<br />

coinvolte in modo <strong>di</strong>retto. La eventuale riapertura, anche<br />

nella Chiesa Cattolica, del canale tra<strong>di</strong>zionale del sacerdozio<br />

‘uxorato’ <strong>non</strong> inciderebbe in alcun modo sull’ortodossia delle Fede<br />

Cattolica. Ne è testimonianza il fatto che, come abbiamo mostrato,<br />

esistono già preti cattolici regolarmente sposati, che sono contemporaneamente<br />

in piena comunione con il <strong>ma</strong>gistero ecclesiale e in<br />

piena attività pastorale, come il mio amico padre Giu<strong>se</strong>ppe Bellizzi,<br />

ad e<strong>se</strong>mpio. Basterebbe solo estendere questa possibilità. I tempi<br />

potrebbero es<strong>se</strong>re <strong>ma</strong>turi per questo ritorno alla ‘Tra<strong>di</strong>zione’.<br />

franco.pignotti@istruzione.it<br />

MELODIE DI...FISARMONICHE IMPAZZITE<br />

<strong>di</strong> Raffaella CARRISI MARTINI (Torino)<br />

Melo<strong>di</strong>e <strong>di</strong> note nella notte,<br />

<strong>di</strong> pari passo si <strong>di</strong>ffonde il<br />

profumo <strong>di</strong> resina: da quale tronco si stacca,<br />

in quale “Baita” si può far festa?<br />

E’ dal fienile accanto che giungono<br />

le melo<strong>di</strong>e delle fisarmoniche impazzite?<br />

L’incanto della notte è breve,<br />

tutto pare de<strong>di</strong>cato alla natura,<br />

<strong>ma</strong>ncano solo<br />

le note del vecchio violino,<br />

la nenia è pari alla voce<br />

d’un bambino.<br />

La notte ansiosa cala, confusa, il giorno <strong>non</strong> si<br />

è ancora liberato dal buio.<br />

La sua nota è breve,<br />

quella stessa nenia che ebbe a donarmi,<br />

l’illusione<br />

d’una notte <strong>se</strong>nz’amore.<br />

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