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muoiono se mangiano... ma non smetterebbero mai di mangiare!

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<strong>di</strong> Caienna che finirono col “bucargli” lo sto<strong>ma</strong>co portandolo<br />

alla morte.<br />

Ricordo le sue ultime parole durante la mia ulti<strong>ma</strong> visita in<br />

ospedale: “Avevi ragione. Geo, ti ricor<strong>di</strong> al cantiere quando<br />

mi <strong>di</strong>cevi che mi avrebbero bucato lo sto<strong>ma</strong>co……E proprio<br />

adesso che ce l’avevamo fatta e che potevo invecchiare<br />

tranquillo….” Mi ricordo che riuscii a sorridergli <strong>non</strong>ostante<br />

<strong>se</strong>ntissi una grande voglia <strong>di</strong> piangere, gli strinsi le <strong>ma</strong>ni<br />

callo<strong>se</strong> e lo lasciai a morire, povero amico mio…..<br />

Fratellino robot e altri sogni<br />

<strong>di</strong> Eugenio Borra<br />

Invecchiando perdono consistenza e si affievoliscono perfino<br />

i <strong>se</strong>tte doni dello Spirito Santo, cioè sapienza, intelletto,<br />

consiglio, fortezza, temperanza, scienza e timor <strong>di</strong> Dio. Quest’ultimo<br />

dono almeno in <strong>se</strong>nso religioso dovrebbe crescere:<br />

con l’età si avvicina il giorno del Suo Giu<strong>di</strong>zio. Gli altri doni<br />

<strong>di</strong>minuiscono. Come la salute, la resistenza alle <strong>ma</strong>lattie, la<br />

forza fisica e la capacità <strong>di</strong> sognare ad occhi aperti.<br />

Nel caso mio resta invariata solo la capacità <strong>di</strong> sognare dormendo.<br />

Lamento incubi molto frequenti. A volte mi fanno<br />

svegliare, a volte dopo un momentaneo sollievo riprendono<br />

dal punto dove il risveglio li aveva interrotti.<br />

Quasi <strong>se</strong>mpre sogno fuori del tempo attuale, come <strong>non</strong> avessi<br />

tutti questi anni. A volte cerco un lavoro, creo un’attività in<br />

proprio, ad<strong>di</strong>rittura faccio delle invenzioni. Una l’ho trovata<br />

bell’e fatta. Fatta <strong>non</strong> so da chi, <strong>ma</strong> reale e parlante. L’ho<br />

vista pri<strong>ma</strong> <strong>di</strong> cartone e piatta, poi in tre <strong>di</strong>mensioni e ani<strong>ma</strong>ta.<br />

Come parlava chiaro e as<strong>se</strong>nnatamente! Si rivolgeva al<br />

bimbo <strong>di</strong> tre o quattro anni che mi guardava con l’aria <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>re: “Ma <strong>non</strong> è mica un bambino vero!”<br />

Poi <strong>non</strong> era più un robot e mi abbracciava e intanto cresceva,<br />

mi stringeva, <strong>di</strong>ventava un giovanetto o una ragazza, <strong>non</strong> ne<br />

capivo il <strong>se</strong>sso. Nell’incertezza <strong>se</strong> andare avanti o no, ecco il<br />

risveglio; for<strong>se</strong> temevo <strong>di</strong> baciare uno omo<strong>se</strong>ssuale.<br />

Resta l’idea per un’invenzione: il fratellino o sorellina robot,<br />

che parla, ride, risponde ai ragionamenti infantili con tanta<br />

infantile saggezza.<br />

* * *<br />

Da quando mi delizia il mio unico nipotino, ritorna un sogno<br />

che è anche un’invenzione. Giochiamo ad un gioco che lo<br />

<strong>di</strong>verte molto. La forza <strong>di</strong> gravità fa da molla e da batteria.<br />

Ad un metro e mezzo <strong>di</strong> altezza si trova un imbuto dove si<br />

mette una biglia, che scende lungo un tubo quasi orizzontale<br />

detto galleria fino a uscire fuori e compiere un giro veloce<br />

pri<strong>ma</strong> <strong>di</strong> saltare dentro un condotto, percorso il quale passa<br />

in una <strong>se</strong>conda galleria. Mentre la percorre, accende varie<br />

lucine, fa cantare un usignolo e pri<strong>ma</strong> <strong>di</strong> cadere in una scodella<br />

grida “Aiuto!” Dentro la scodella compie vari giri dovuti<br />

allo slancio della caduta obliqua. Poi dal fondo forato<br />

della scodella da cui esce, la biglia balza in un condotto trasparente<br />

e la si vede fare due giri fino a ricadere sul pavimento<br />

ai pie<strong>di</strong> del punto donde era partita.<br />

Ci gioco nel sogno <strong>ma</strong> <strong>non</strong> mi decido <strong>ma</strong>i per una realizzazione,<br />

<strong>ma</strong>gari limitata alle parti più facili.<br />

* * *<br />

Dormendo partecipo anche a qualche gioco televisivo. Uno<br />

in particolare mi interessa ricostruire, estraendolo dalle nebbie<br />

del sogno. Lo chiamerei DUE CONTRO TUTTI oppure<br />

VINCI COI REBUS e ne riven<strong>di</strong>co qui stesso il ©.<br />

Ogni giorno sono messi in palio centomila euro affidati a<br />

due concorrente che li <strong>di</strong>fendono.<br />

Pri<strong>ma</strong>vera 2008<br />

- 47 -<br />

Chi fa do<strong>ma</strong>nda per partecipare si rende <strong>di</strong>sponibile anche<br />

per rispondere al telefono in <strong>di</strong>retta e dare da casa la soluzione,<br />

che i due concorrenti <strong>non</strong> aves<strong>se</strong>ro fornito esatta. Il tempo<br />

a <strong>di</strong>sposizione è <strong>se</strong>mpre <strong>di</strong> un minuto primo.<br />

I due sfidanti vedono <strong>di</strong>mezzare il gruzzolo quando: a) sbagliano<br />

una delle do<strong>ma</strong>nde a raffica; b) <strong>non</strong> fanno in tempo a<br />

risolvere il cruciverba durante l’intervallo pubblicitario con<br />

ospite; c) <strong>non</strong> risolvono i due rebus finali proposti; d) il chia<strong>ma</strong>to<br />

a casa <strong>non</strong> riesce a <strong>di</strong>fendere la loro vittoria.<br />

Un terzo concorrente gioca a nome <strong>di</strong> tutti. Gioca solo contro<br />

due, <strong>ma</strong> si avvale dell’aiuto telefonico. Lui stesso compone<br />

un numero (dei <strong>se</strong>tte ricevuti) per recuperare i<br />

cinquantamila euro persi dalla coppia che <strong>non</strong> ha risposto<br />

bene. Ove il chia<strong>ma</strong>to risolva il quesito, egli dovrà a sua<br />

volta superare tre scogli. O gli va bene e dovrà <strong>di</strong>fendere il<br />

<strong>ma</strong>lloppo in cabina insieme ai due, o gli va <strong>ma</strong>le e riceverà<br />

due milioni <strong>di</strong> vecchie lire, come premio <strong>di</strong> consolazione da<br />

spartire con il chia<strong>ma</strong>to.<br />

Comunque termini la pri<strong>ma</strong> fa<strong>se</strong>, si passa ai cruciverba da<br />

risolvere durante l’intervista con esibizione <strong>di</strong> un ospite<br />

- cantante, scrittore, attore - accompagnata im<strong>ma</strong>ncabilmente<br />

da uno stacco pubblicitario. In cabina entrano i due con un<br />

terzo uomo, che <strong>di</strong>fende i suoi cinquantamila ovvero concorre<br />

alla metà della cifra in <strong>ma</strong>no ai due concorrenti iniziali.<br />

Anche qui si danno <strong>di</strong>versi casi. Risolve per primo uno dei<br />

due? Se ne va il terzo con il premio <strong>di</strong> consolazione. Risolve<br />

per primo il terzo uomo? Mantiene la sua cifra o cattura metà<br />

<strong>di</strong> quella dei due.<br />

Al gioco dei rebus partecipa <strong>se</strong>mpre un terzo uomo con i due<br />

concorrenti iniziali. Anche qui si danno casi <strong>di</strong>versi e conta<br />

chi per primo risolve entrambi i rebus, che possono anche<br />

ri<strong>ma</strong>nere irrisolti, sicché <strong>non</strong> resta altro che il premio <strong>di</strong> consolazione.<br />

Questo però può venir raddoppiato da casa. La<br />

cifra eventualmente ri<strong>ma</strong>sta in pos<strong>se</strong>sso dei due o del terzo<br />

va invece <strong>di</strong>fesa, affrontando una nuova raffica <strong>di</strong> do<strong>ma</strong>nde<br />

con possibile chia<strong>ma</strong>ta <strong>di</strong> un utente a casa, che potrà riceverne<br />

una parte. Partecipando <strong>di</strong> persona o al telefono, si<br />

vince comunque un milione <strong>di</strong> vecchie lire.<br />

Un gioco inesistente, dunque, che ha il pregio <strong>di</strong> coinvolgere<br />

le persone a casa. Io l’ho inventato dormendo, <strong>ma</strong> <strong>non</strong> ho<br />

vinto <strong>ma</strong>i niente. Anzi una volta che <strong>non</strong> c’era il pre<strong>se</strong>ntatore,<br />

<strong>ma</strong> soltanto il Comitato, questo mi ha posto una do<strong>ma</strong>nda<br />

facile cui <strong>non</strong> mi veniva da rispondere. Per la vergogna<br />

volevo scappare. Scalzo e in mutande, facevo ridere il pubblico.<br />

La pubblicità – che cor<strong>di</strong>almente detesto – mi ha salvato<br />

dall’es<strong>se</strong>re trasmesso in eurovisione...<br />

* * *<br />

Incubi. Fanno soffrire. Il più penoso m’è capitato <strong>di</strong> recente.<br />

Aspettavamo il pull<strong>ma</strong>n le mie bambine, il primogenito ed<br />

io. Arriva tutto pieno e i tre bambini salgono su. Io che <strong>non</strong><br />

credo <strong>di</strong> poter entrare gli faccio <strong>se</strong>gno <strong>di</strong> no, mentre un signore<br />

spingendo si preme nella calca. L’autista ritiene il mio<br />

no <strong>di</strong>retto a lui, chiude la porta e parte. Mi metto le <strong>ma</strong>ni nei<br />

capelli! Che fare? Correre <strong>di</strong>etro <strong>non</strong> posso. Mi affretto verso<br />

la fer<strong>ma</strong>ta <strong>se</strong>guente. Spero che il più grande che va già a<br />

scuola scenda e mi aspetti con le sorelline. Ma l’angoscia<br />

aumenta, mi ricordo che mi <strong>ma</strong>nca il fiato e questo mi sveglia.<br />

Che sollievo! Sono già gran<strong>di</strong> e adulti, hanno tutti la<br />

<strong>ma</strong>cchina.<br />

Un incubo ricorrente riguarda le assicurate. Più o meno uguale<br />

mi si è pre<strong>se</strong>ntato parecchie volte nel tempo. Lavoravo alle<br />

Poste, nell’Ufficio Estero Posta aerea che s<strong>ma</strong>ltiva lettere, cartoline,<br />

stampe e racco<strong>ma</strong>ndate dal Piemonte per tutto il mondo,<br />

<strong>non</strong>ché le assicurate da tutta Italia per la Francia, il Regno

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