09.06.2013 Views

muoiono se mangiano... ma non smetterebbero mai di mangiare!

muoiono se mangiano... ma non smetterebbero mai di mangiare!

muoiono se mangiano... ma non smetterebbero mai di mangiare!

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

colpo sul muso, pri<strong>ma</strong> <strong>di</strong> con<strong>se</strong>gnarlo, svenuto e grondante<br />

sangue, ad una sollecita pattuglia <strong>di</strong> carabinieri.<br />

Insieme al naso storto e i denti rifatti pagati da Mary, la sua<br />

ardente amichetta, a Tom<strong>ma</strong>so era ri<strong>ma</strong>sto l’infame soprannome<br />

<strong>di</strong> “Mezzo cric” che gli bruciava più della botta ricevuta,<br />

perché lo <strong>ma</strong>rchiava <strong>di</strong> velleitaria imbecillità.<br />

Figuriamoci, improvvisare una rapina, lui che <strong>non</strong> riusciva<br />

nemmeno a rubacchiare nei supermercati!<br />

Per sua fortuna, Tom<strong>ma</strong>so <strong>non</strong> era ri<strong>ma</strong>sto molto al fresco,<br />

perché una provvidenziale amnistia lo aveva scodellato in<br />

strada molto pri<strong>ma</strong> della scadenza della pena.<br />

Non appena libero, il ragazzo, niente affatto redento, <strong>ma</strong><br />

completamente al verde, aveva ripreso la sua losca attività,<br />

ripromettendosi <strong>di</strong> andarci più cauto con i prossimi colpi e<br />

sognando un grande colpo in banca, che lo avrebbe arricchito<br />

e riabilitato tra i balor<strong>di</strong>.<br />

Un giorno, mentre si aggirava con aria in<strong>di</strong>fferente tra le<br />

bancarelle <strong>di</strong> un mercatino, adocchiando la merce esposta,<br />

Tom<strong>ma</strong>so ripensò ad una certa signora Faustina, cliente occasionale<br />

dell’emporio dove la sua Mary lavorava come addetta<br />

alle pulizie.<br />

Una domenica pomeriggio, dopo una bollente <strong>se</strong>duta <strong>di</strong> <strong>se</strong>sso<br />

sfrenato, che li aveva lasciati sazi e sfiniti a riprendere<br />

fiato sotto le coperte, Mary gli aveva parlato, ridendo, della<br />

vedova Faustina, una eccentrica vecchietta che aveva paura<br />

<strong>di</strong> tutto e <strong>non</strong> appena calava il crepuscolo si barricava in<br />

casa, rifiutando <strong>di</strong> aprire a chiunque. Ne sapevano qualcosa<br />

i commessi che venivano <strong>di</strong> tanto in tanto a casa sua per<br />

con<strong>se</strong>gnarle le bottiglie <strong>di</strong> acqua minerale frizzante e dovevano<br />

fare in modo <strong>di</strong> passare<br />

con il sole, perché <strong>se</strong> c’era poco luce (e in inverno il buio<br />

calava presto) lei <strong>non</strong> apriva più e lasciava tutto davanti alla<br />

porta fino al <strong>ma</strong>ttino successivo, salvo poi lamentarsi vivacemente<br />

con il padrone dell’emporio.<br />

Alcuni conta<strong>di</strong>ni che passavano vicino a casa sua per andare<br />

a lavorare nelle vigne, l’avevano vista all’alba, cauta come<br />

una cospiratrice, trascinare dentro con gran<strong>di</strong> sforzi dei pesanti<br />

scatoloni lasciati lì il giorno pri<strong>ma</strong>, lamentandosi e brontolando<br />

ad alta voce. La vedova Faustina viveva come un’eremita<br />

in una vecchia cascina isolata tra le vigne, curando il<br />

suo orticello ed allevando galline. Per un certo tempo aveva<br />

abitato con lei una sorella, zitellina stagionata che le rassomigliava<br />

molto, <strong>ma</strong> dopo qualche me<strong>se</strong> <strong>di</strong> convivenza burrascosa,<br />

la donna <strong>se</strong> n’era tornata in città e Faustina era ri<strong>ma</strong>sta<br />

sola nel suo guscio. Nessuno veniva <strong>ma</strong>i a trovarla, né<br />

lei si preoccupava troppo <strong>di</strong> rendersi simpatica o <strong>di</strong> cercarsi<br />

amicizie. Se ne stava per conto suo e passava tutto il suo<br />

tempo a pregare. Era estre<strong>ma</strong>mente religiosa.<br />

I soliti conta<strong>di</strong>ni l’avevano <strong>se</strong>ntita sgranare ad alta voce tutto<br />

il rosario mentre stendeva in cortile la sua biancheria, im<strong>ma</strong>colata<br />

e fuori moda. Altre volte era stata notata in ginocchio<br />

davanti ad una cappelleria, mentre pregava i santi e la Madonna<br />

col fervore <strong>di</strong> una novizia.<br />

Tom<strong>ma</strong>so, riflettendo sulla faccenda, giun<strong>se</strong> ad una conclusione<br />

<strong>se</strong>mplice e cinica: <strong>se</strong> la vecchia percepiva una pensione<br />

e <strong>non</strong> spendeva nulla, doveva per forze tenere i sol<strong>di</strong> in<br />

casa, dal momento che <strong>non</strong> frequentava le banche.<br />

Quanto poteva es<strong>se</strong>rci in quella casa? Nella fantasia <strong>di</strong><br />

Tom<strong>ma</strong>so, l’entità del <strong>ma</strong>lloppo incominciò a lievitare ogni<br />

volta che ci ripensava e la vecchia, bislacca signora Faustina<br />

pre<strong>se</strong> ad os<strong>se</strong>ssionare i sogni <strong>di</strong> Tom<strong>ma</strong>so trasfor<strong>ma</strong>ndosi in<br />

una <strong>se</strong>ducente fata benefica, vestita <strong>di</strong> zecchini d’oro e <strong>di</strong><br />

gemme prezio<strong>se</strong>.<br />

Tom<strong>ma</strong>so si procurò un saggio vestito usato, grigio topo, un<br />

Il Salotto degli Autori<br />

- 44 -<br />

po’ abbondante, ed una consunta borsa <strong>di</strong> pelle, che riempì<br />

<strong>di</strong> vecchi giornali. Dopo<strong>di</strong>chè, sfoderando un’aria professionale,<br />

<strong>se</strong>vera, <strong>ma</strong> corte<strong>se</strong> ed efficiente, suonò alla porta<br />

della vedova Faustina, dopo es<strong>se</strong>rsi assicurato che <strong>non</strong> ci<br />

fos<strong>se</strong> nessuno nelle vicinanze.<br />

Alla vecchia, che stava facendo le pulizie ed odorava <strong>di</strong><br />

candeggina, Tom<strong>ma</strong>so si pre<strong>se</strong>ntò come un ispettore inviato<br />

dal “Dipartimento provinciale <strong>di</strong> controllo delle pratiche<br />

pensionistiche”. Dis<strong>se</strong> che erano state rilevate delle irregolarità<br />

nell’erogazione della sua pensione e che era necessario<br />

controllare tutti i sol<strong>di</strong> che le erano stati versati.<br />

La signora Faustina lo fissò, <strong>di</strong>ffidente, socchiudendo le palpebre<br />

grinzo<strong>se</strong>. Delle irregolarità nei pagamenti? Che genere<br />

<strong>di</strong> irregolarità? Tom<strong>ma</strong>so assun<strong>se</strong> l’espressione un po’ altezzosa<br />

e passabilmente annoiata dei funzionario che <strong>non</strong> ha<br />

tempo da perdere. A quanto pareva, c’erano stati degli errori<br />

nei conteggi della sua pensione, per cui le erano state pagate<br />

delle somme inferiori al dovuto. Lui era stato <strong>ma</strong>ndato apposta<br />

dal suo <strong>di</strong>partimento per rime<strong>di</strong>are. Ma, era necessario<br />

parlarne sulla porta? Doveva esaminare le banconote e <strong>non</strong><br />

aveva tempo da perdere.<br />

La donna <strong>non</strong> pareva troppo convinta. Era veramente un ispettore?<br />

Gli pareva troppo giovane.<br />

Chie<strong>se</strong> <strong>di</strong> vedere un tes<strong>se</strong>rino <strong>di</strong> riconoscimento.<br />

Tom<strong>ma</strong>so s’impettì, stringendo con aria offesa la sua borsa<br />

<strong>di</strong> cuoio. Certo che aveva un documento qualificativo (aveva<br />

notato che i paroloni <strong>di</strong>fficili impressionavano <strong>se</strong>mpre le<br />

persone <strong>se</strong>mplici) ed era pronto ad esibirlo. Fece il vago gesto<br />

<strong>di</strong> aprire la borsa, <strong>ma</strong> si fermò lì ed aggiun<strong>se</strong> <strong>se</strong>ccamente<br />

che <strong>se</strong> <strong>non</strong> voleva riceverlo in casa, avrebbe dovuto passare<br />

lei alla <strong>se</strong>de centrale, in città, entro una <strong>se</strong>tti<strong>ma</strong>na.<br />

“Va bene” <strong>di</strong>s<strong>se</strong> la vecchia “Vado a prendere la mia pensione,<br />

<strong>ma</strong> lei aspetti qui, fuori dalla porta.”<br />

“Signora, cerchiamo <strong>di</strong> fare in fretta!” gridò Tom<strong>ma</strong>so “Io<br />

ho altre pratiche da espletare.”<br />

La signora Faustina entrò in casa, lasciando la porta socchiusa<br />

ed incominciò a salire, ciabattando, una ripida rampa<br />

<strong>di</strong> scale. Tom<strong>ma</strong>so aspettò che la padrona <strong>di</strong> casa fos<strong>se</strong> in<br />

ci<strong>ma</strong> alla rampa, poi sgusciò dentro, furtivo come un topo e<br />

s’infilò nella cucina.<br />

La piccola stanza era modesta, <strong>ma</strong> pulita ed or<strong>di</strong>natissi<strong>ma</strong>,<br />

tutta odorosa <strong>di</strong> sapone <strong>di</strong> Marsiglia.<br />

Tom<strong>ma</strong>so sapeva per esperienza che spesso la gente tiene<br />

del denaro nel buffet ed aprì cautamente i cas<strong>se</strong>tti del mobile,<br />

<strong>ma</strong> trovò solo vecchi sacchetti <strong>di</strong> plastica accuratamente<br />

ripiegati e cartacce inutili. Rovistò un po’ in giro, ritornò<br />

nell’ingresso, provò ad aprire un’altra porta che era chiusa a<br />

chiave. Stava per salire al piano <strong>di</strong> sopra, quando si fermò,<br />

allar<strong>ma</strong>to, perché la vecchia stava parlando ad alta voce con<br />

un’altra donna dalla voce querula. Ma, <strong>non</strong> era sola in casa?<br />

La sua solita sfortuna! Sentì che <strong>di</strong>scutevano <strong>di</strong> un ispettore.<br />

Te<strong>se</strong> l’orecchio:parlavano <strong>di</strong> lui.<br />

“Cosa devo fare?” chiedeva la signora Faustina, tutta affannata<br />

“Quell’ispettore....è qui che aspetta fuori dalla porta,<br />

<strong>ma</strong> io <strong>non</strong> posso...”<br />

“Mandalo via! Mandalo via!” insisteva l’altra “Non deve<br />

entrare in casa! Guai <strong>se</strong> scopre che tutti i nostri sol<strong>di</strong> sono....”<br />

e il resto della fra<strong>se</strong> si per<strong>se</strong> in un mormorio sommesso.<br />

Tom<strong>ma</strong>so drizzò le orecchie, tutto interessato, sforzandosi<br />

<strong>di</strong> <strong>se</strong>guire la <strong>di</strong>scussione. Captò soltanto brandelli <strong>di</strong> frasi “<br />

..migliaia e migliaia <strong>di</strong> euro...<strong>ma</strong>, <strong>se</strong>i stupida? Non devi assolutamente....”<br />

Dunque il suo intuito <strong>non</strong> l’aveva ingannato. In quella casa<br />

c’era qualcosa <strong>di</strong> sostanzioso da arraffare. “Signora, io sto

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!