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muoiono se mangiano... ma non smetterebbero mai di mangiare!

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Pri<strong>ma</strong>vera 2008<br />

RICORDANDO RICORDANDO FISCHER<br />

FISCHER<br />

<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o GIOVANARDI (Novara)<br />

Il 17 gennaio scorso è morto all’età <strong>di</strong> 64 anni Bobby<br />

Fischer, per molti il più grande e geniale campione <strong>di</strong><br />

scacchi <strong>di</strong> <strong>se</strong>mpre.<br />

Fu protagonista nel 1972 con il russo Spassky della sfida<br />

del <strong>se</strong>colo a Reykjavík dove conquistò, primo e unico<br />

americano nella storia, la corona del mondo <strong>di</strong> scacchi.<br />

Di Fischer <strong>non</strong> mi soffermerò in questo articolo a descriverne<br />

la vita, della quale sono a portata <strong>di</strong> tutti ampie<br />

cronache e curiosità nel vasto mondo <strong>di</strong> internet, <strong>ma</strong> per<br />

quelli come me che hanno vissuto la gioventù in quegli<br />

anni, la notizia della sua morte è <strong>di</strong> quelle eclatanti che<br />

rimbalzano come un tam tam.<br />

Fischer ha avuto il grande merito <strong>di</strong> aver fatto appassionare<br />

al gioco degli scacchi un’intera generazione e a<br />

me <strong>di</strong> aver coinvolto nella lettura <strong>di</strong> un intero scaffale <strong>di</strong><br />

libri che tutt’oggi con<strong>se</strong>rvo, facendomi conoscere, in tempi<br />

ancora <strong>non</strong> sospetti <strong>di</strong> globalizzazione, il mondo variopinto<br />

e bizzarro che circonda il mondo degli scacchi e i<br />

suoi vari tornei.<br />

Si era allora in tempo <strong>di</strong> guerra fredda e lontani dal<br />

<strong>di</strong>sincanto <strong>di</strong> oggi, <strong>ma</strong> gli eroi del mio circolo erano i<br />

campioni jugoslavi che ci venivano a sfidare e con le loro<br />

novità sul gioco ci proponevano i loro libri, per noi autentiche<br />

reliquie. E quanti libri ho <strong>di</strong>vorato scritti in greco,<br />

ingle<strong>se</strong>, russo: sì perché lo stu<strong>di</strong>o degli scacchi e la<br />

notazione <strong>di</strong> ogni loro partita è la sola cosa al mondo che<br />

può es<strong>se</strong>re comprensibile a tutti e in tutte le lingue.<br />

Gli scacchi e la letteratura hanno molte co<strong>se</strong> in comune.<br />

Non solo perché i primi hanno nell’intelletto la propria<br />

palestra, <strong>ma</strong> anche perché Calliope ha <strong>se</strong>mpre avuto<br />

un debole per la “nobile arte”.<br />

Jorge Luis Borges in una sua celebre poesia (“Ajedrez”<br />

dal volume l’Artefice) ne fa metafora della vita stessa. Io<br />

con una riconosciuta punta <strong>di</strong> presunzione (e <strong>di</strong> coraggio)<br />

vi propongo uno stralcio <strong>di</strong> una mia riflessione giovanile<br />

in risposta alla poesia sopra menzionata del grande scrittore<br />

argentino:<br />

Una passione <strong>se</strong>vera ogni qualvolta mi avvicino alla scacchiera<br />

e che trepidazione muovere quei pezzi<br />

e urtare l’altra mente rivale in un braccio <strong>di</strong> ferro altrimenti<br />

impossibile.<br />

Il bianco e il nero ; la rosa bianca e la rosa rossa; il sole<br />

e la burrasca ; la sregolatezza e la <strong>ma</strong>estria. Ghiotte le<br />

combinazioni aspettan le cupide e gravi geometrie<br />

per il palato arguto della ragione.<br />

Ma <strong>non</strong> v’hanno scorto Borges ed Unamuno nelle vostre<br />

vere <strong>se</strong>mbianze?<br />

Affascinato dalle vostre geometrie v’ho inca<strong>se</strong>llato in tante<br />

vicissitu<strong>di</strong>ni.<br />

Cupi<strong>di</strong> o meccanici? Siete veramente strumento dell’uomo<br />

come noi <strong>di</strong> Dio?<br />

- 37 -<br />

“Magici rigori” vi definì il poeta, lenti e gravi, paragonandovi<br />

al fato assurdo del creato<br />

(mettendovi for<strong>se</strong> catene che <strong>non</strong> avete)<br />

Dite a Borges le vostre vere <strong>se</strong>mbianze:<br />

la donna superba e fiera in realtà è la salute: <strong>se</strong>nza siam<br />

derelitti, clau<strong>di</strong>canti e <strong>di</strong>sar<strong>ma</strong>ti.<br />

Stravagante, svelto, alato, il cavallo è la nostra gioventù:<br />

<strong>non</strong> vede ostacoli <strong>ma</strong> neppur lontano.<br />

Sogna e gli basta.<br />

L’or<strong>di</strong>nata torre è il lavoro. Nobilita ed accerchia il<br />

popolo,l’organizza e lo <strong>di</strong>spone in or<strong>di</strong>nate fila.<br />

L’alfiere sbieco è l’amore. Tagliente, Cieco, perduto. Batte<br />

solo in terra propria ed accecato vede solo ciò che l’amor<br />

gli con<strong>se</strong>nte.<br />

I pedoni, popolo in fen<strong>di</strong>toie, son le possibilità, la fortuna,<br />

il destino.<br />

Raramente in<strong>di</strong>fferenti, come gli amici potrebbero aiutarti<br />

o tra<strong>di</strong>rti.<br />

Il re ultimo, lento e tacito <strong>ma</strong>estro, è la nostra vecchiaia:<br />

esperienza che da giovani s’ignora e si schiva, <strong>ma</strong> alla<br />

fine è l’unica cosa che resta.<br />

Scacchi. Intrepi<strong>di</strong> ed “ada<strong>ma</strong>ntini”.<br />

Bianchi e neri. Dalla tra<strong>ma</strong> lunga, agonizzante, laboriosa,<br />

fatale o patta.<br />

Scaltrezza e fato <strong>di</strong>morano in cuor vostro come a noi<br />

uomini le possibilità.<br />

Non v’ha scorto Borges perdendosi in <strong>di</strong>vagazioni teologiche,<br />

perché ben più modesta è la realtà e i suoi dolori.<br />

Am<strong>ma</strong>liante, sbieca e incatenata<br />

come i pezzi lenti e gravi<br />

sulla spaziosa e angolata scacchiera.<br />

Saluto chi è riuscito a leggermi fin qui, ed auguro a<br />

Fischer <strong>di</strong> vincere la partita più importante, mentre lo<br />

im<strong>ma</strong>gino apparecchiare la scacchiera tra file <strong>di</strong> cherubini<br />

confabulanti.

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