ITALIA JUDAICA - Direzione generale per gli archivi
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Kenneth R. Stow<br />
mini la conversione de<strong>gli</strong> ebrei era vista come un passo avanti fatto verso la<br />
realizzazione di un ideale escatologico. Per usare una terminologia più moderata<br />
e più moderna potremmo affermare che l'aspirazione utopica ve so la conve sion<br />
anticipò incosciamente la meta dell'emancipazione, che tendera ad assorbire gh<br />
ebrei in un corpo sociale omogeneo 2• Per inciso si dovrà notare che qu : sta<br />
s<strong>per</strong>anza non solo era conforme a molti principi ideologici de _ lla resta raz10ne<br />
cattolica in <strong>generale</strong>, principi tanto noti che non avranno b1sogno d1 essere<br />
ripetuti, ma che rappresentava un primo passo verso la modernità. Mentr _ e il<br />
mondo medievale insisteva nel volersi liberare de<strong>gli</strong> ebrei attraverso l'espuls10ne<br />
o il delitto, <strong>per</strong> il mondo moderno il problema sarà quello di trovare <strong>per</strong> loro<br />
una via di accesso: come cioè <strong>gli</strong> ebrei possano essere assorbiti e contenuti nella<br />
società intesa come un tutto. Pur basandosi sull'ideale religioso della conversione,<br />
la politica dei papi verso <strong>gli</strong> ebrei mirava certamente ad attuarne l'assorbiment <br />
nella società cristiana, alternativa questa che fino a quel momento non era mal<br />
stata presa in considerazione.<br />
Il fervore escatologico che segna l'inaugurazione della nuova politica nei<br />
riguardi de<strong>gli</strong> ebrei - iniziatasi con la bolla Cum nimis absurdum di Paolo IV<br />
nel lu<strong>gli</strong>o del 1555 - si mantenne <strong>per</strong> circa quarant'anni. Non essendosi ottenuti<br />
risultati concreti da un lato, e sotto la spinta di necessità mondane dall'altro,<br />
ne<strong>gli</strong> ultimi anni del secolo siamo testimoni di un rallentamento di questo<br />
processo.<br />
Da allora, fino al diciannovesimo secolo, l'elemento più saliente della politica<br />
del Papato verso <strong>gli</strong> ebrei fu quello di una <strong>generale</strong> ambivalenza: da una<br />
parte, cioè, la costante s<strong>per</strong>anza e <strong>gli</strong> sforzi ininterrotti <strong>per</strong> aumentare il numero<br />
dei convertiti, dall'altra la rassegnazione, altrettanto radicata, ad una <strong>per</strong>manente<br />
presenza ebraica, seppur racchiusa tra le mura del ghetto 3•<br />
Il mantenimento di una situazione così ambigua richiedeva <strong>per</strong>ò regole ben<br />
precise e mezzi di controllo tra i più severi; uno di questi si realizzò attraverso<br />
la politica penale.<br />
E non saremmo lontani dal vero se paragonassimo l'esistenza ebraica nel<br />
ghetto ad una forma di carcerazione consciamente imposta: secondo il linguaggio<br />
teologico cattolico tradizionale <strong>gli</strong> ebrei si sarebbero trovati in condizione<br />
di riconoscere i propri errori, attraverso l'es<strong>per</strong>ienza di uno stato di punizione<br />
loro imposto grazie all'applicazione dei più rigorosi canoni restrittivi. Uno<br />
studio de<strong>gli</strong> effetti che il carcere ebbe sulla comunità ebraica romana (la più<br />
2 K. R. STOW, Catholic Thought and Papa! Jewry Policy, 1555-1593, New York 1977.<br />
3 Contrariamente a quanto si crede, e come dovrebbe essere ormai chiaro dal lavoro<br />
del Browe edito nel 1942, nel Medioevo <strong>gli</strong> sforzi missionari si limitano <strong>per</strong> lo più ad<br />
espressioni ' puramente verbali di s<strong>per</strong>anza. Sull'argomento cfr. P. BROWE, Die ]udenmission<br />
im Mittelalter und die Paepste, Roma 1942; K. R. STOw, Taxation, Community and State:<br />
The ]ews and the Fiscal Foundations of the Early Modern Papa! State. Paepste und Papsttum,<br />
XIX, Stuttgart 1982; ID., The Popes and the ]ews, Catholic Restoration and Beyond, in<br />
The World History of the ]ewish People, 1985.<br />
Delitto e castigo nello Stato della Chiesa: <strong>gli</strong> ebrei nelle carceri romane 175<br />
numerosa nello Stato pontificio) porterà dunque a chiarire maggiormente le linee<br />
della politica di restaurazione, o<strong>per</strong>ata dal Papato nei riguardi de<strong>gli</strong> ebrei e,<br />
nello stesso tempo, a verificare la reazione da parte ebraica a tale politica.<br />
Un esame della politica carceraria nello Stato pontificio <strong>per</strong>mette di gettar<br />
luce anche su un altro fattore, quello della povertà. Studi, come quelli di Geremek<br />
e Delumeau hanno messo l'accento sullo sproporzionato aumento della povertà<br />
urbana in questo <strong>per</strong>iodo 4• Molti povèri -finivano ìn prigione <strong>per</strong> debiti; tra<br />
questi vi erano anche ebrei. L'esame della presenza ebraica nelle carceri si dimo<br />
stra quindi come un elemento anche rivelatore nei riguardi del problema specifico<br />
della povertà ebraica.<br />
l. Le fonti di questo studio<br />
Le fonti <strong>per</strong> lo studio del problema de<strong>gli</strong> ebrei nelle prigioni romane possono<br />
essere divise in due categorie. La prima è costituita dai «mandati di scarcerazione<br />
», emessi a nome del Cardinal camerlengo. L'autorità che li rilasciava era<br />
quasi sempre il governatore della prigione, come di norma anche <strong>per</strong> i non ebrei.<br />
Questi mandati sono raccolti nelle filze di Diversorum del Camerlengo dell'Archivio<br />
di Stato di Roma 5•<br />
Per il <strong>per</strong>iodo che va dal 1560 al 1660 ho trovato circa centodieci mandati.<br />
Essi sono estremamente ricchi di notizie. Oltre al nome del debitore contengono<br />
spesso anche quello del creditore e ci rivelano l'ammontare del debito. Talvolta,<br />
includono i detta<strong>gli</strong> dell'accordo <strong>per</strong> il pagamt:lnto del debito e delle spese di<br />
mantenimento sborsate durante il <strong>per</strong>iodo di incarcerazione. Quasi sempre la cifra<br />
menzionata risulta essere di 33 giulii; il che rinforza l'ipotesi che ha origine<br />
in un testo del 1622 6, e indica come costo <strong>per</strong> il mantenimento di un ebreo imprigionato<br />
<strong>per</strong> debiti la cifra di un giulio <strong>per</strong> diem. Implicitamente, dallo stesso<br />
documento apprendiamo che il tempo massimo trascorso da<strong>gli</strong> ebrei in prigione<br />
<strong>per</strong> debiti era di un mese. Il fatto è ovvio: il creditore, che, di solito era obbligato<br />
a pagare il costo della carcerazione <strong>per</strong> debiti, dopo un mese rischiava quasi<br />
sempre di pagare una cifra su<strong>per</strong>iore a quella che <strong>gli</strong> era dovuta dal debitore.<br />
Un fattore che non si ha il modo di riscontrare esaminando i singoli mandati<br />
è se i debitori venissero incarcerati <strong>per</strong> più di un debito contemporaneamente,<br />
come occasionalmente potremmo dedurre dall'esame di due e più testi concernenti<br />
il medesimo debitore. È difficile determinare la misura esatta del debito indi-<br />
4 J. DELUMEAU, Vie économique et sociale de Rome dans la seconde moitié du XVJe<br />
siècle, Roma 1959, pp. 403-415; B. GEREMEK, La popolazione marginale tra il medioevo<br />
e l'età moderna, in «Studi storici », IX (1968), pp. 623-640; V. PAGLIA, «La pietà dei<br />
carcerati » .. . cit., pp. 45-54.<br />
5 ARcHIVIO DI STATO DI RoMA, [d'ora in poi ASR], Camerale I, Diversorum del Camer<br />
lengo [d'ora in poi Div. Cam. ], bb. 410-412, 417-422, 425, 431-440, 457-475.<br />
6 ASR, Camerale II, Ebrei, b. 2, f. 147.