ITALIA JUDAICA - Direzione generale per gli archivi

56 Renato Bonfil
questa contingenza ecceziona l e si sotto l ineeranno ora, natura l mente, i gran d i
eventi dell 'u l timo Quattrocento e d e l primissimo C inquecento, primo tra i
qua l i, ed in un certo senso em bl ematico per tutti, l 'esodo deg l i e brei dall a
peniso l a iberica, a l qua l e seguì una ra dica l e tras f ormazione de ll a con fi gurazione
tanto de ll a presenza ebraica ne l mondo, quanto d ei tratti distintivi della società
e de ll a cu l tura ebraica. In fi ne, questo sc h ema interpretativo porta a conc l u d ere
c h e, esauritasi l 'ecceziona l ità de ll a contingenza, si sia necessariamente esaurito
l o straor dinario interesse d eg l i e b rei per l a storiogra fi a; i l c h e parre bb e essere
con f ermato d a l f atto c h e l a successiva fi oritura de ll a storiogra fi a ebraica non si
veri fi c h erà prima de l seco l o XIX, a l tro perio do d i ra dica l e tras f ormazione d e l ­
e braismo 2•
Si potre bb e essere tentati d i vedere in questo sc h ema una l ineare conse­
guenza d e ll a verità d e l principio universa l e secon d o i l qua l e l 'intensità d e ll a
espressione storiogra fi ca è in f unzione d e ll 'intensità d e ll a percezione de ll a tras f or­
mazione de ll a rea l tà. In f on d o l a storia, anc h e que ll a mod ernissima, sensibi l e
a ll e costanti di « l unga d urata », h a pur sempre come scopo principa l e que ll o
di cog l iere i l senso de ll a d iversità f ra l e situazioni rea l i e l a d inamica c h e l e
produce, ne l tempo e ne ll o spazio. Mi permetterò d i sostenere c h e non è
così. La verità de l principio di corre l azione tra l 'intensità de ll a produzione
storiogra fi ca e que ll a de ll a percezione d e ll a tras f ormazione de ll a rea l tà non
autorizza l 'i ll azione c h e l a scarsità di produzione storiogra fi ca sia conseguenza di
una f on d amenta l e assenza d i interesse per l a storia, i ll azione c h e costituisce
l 'unico f ond amento de ll 'i d ea secondo cui l a fi oritura d e ll a storiogra fi a e braica
ne l C inquecento sia un f atto « ecceziona l menete a b norme », d ovuto essenzia l ­
mente a circostanze a l trettanto ecceziona l i e a bnormi. Meno l egittima ancora
appare que ll a illazione se app l icata unicamente a ll a pro d uzione ebraica, f acendo
tota l mente astrazione da una consi derazione comparativa de ll a corrispondente
produzione non ebraica, come se ai perio d i d 'intensa pro d uzione storiografica
non f acciano riscontro contemporanei periodi d i intensa pro d uzione storiogra fi ca
non ebraica 3• Per i l C inquecento ita l iano l a verità di questa a ff ermazione non
dovrebb e ric h ie dere d imostrazione 4 : eppure, non ci si f a caso! Si insiste invece
su ll 'a b norme ecceziona l ità d i que lle povere sette o dieci opere d i storiogra fia
2 È questa la tesi dello Yerushalmi, nello studio citato nella nota precedente. Per
una formulazione della tesi dello Yerushalmi, si veda sempre dello stesso autore l'articolo:
Clio and the ]ews, in American Academy for Jewish Research Jubilee Volume [ = Proceed­
ings of the American Academy for Jewish Research, 46-47 (1978-1979)], II, Jerusalem
1980, pp. 607-638.
3 Per una più ampia trattazione del rapporto tra storiografia ebraica e storiografia
non ebraica, relativamente al periodo medievale, mi permetto di rimandare al mio articolo:
«Esiste una storiografia ebraica medioevale? », in Aspetti della storiografia ebraica - Atti
del IV convegno di studi giudaici della Associazione italiana per lo studio del giudaismo
San Miniato 1983 [in corso di stampa].
4 Mi limito alla citazione dell'ormai indispensabile volume di E. CocHRANE, Historians
and Historiography in the Italian Renaissance, Chicago-London 1981.
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Riflessioni sulla storiografia ebraica in Italia nel '500 57
e b raica cinquecentesca, senza metter l e a ff atto in re l azione con l a paralle l a fi oritura
de ll a storiogra fì a non e braica. Norma l e quest'u l tima - abnorme l a prima.
Natura l e l 'una - innatura l e l 'a l tra. Perc h é?
Proseguend o un d iscorso f atto in a l tra se d e a proposito d e ll a pro duzione
storiogra fi ca e b raica ne l Medioevo 5, vorrei· qut proporre uno sc h ema diametra l ­
mente opposto, b asato essenzia l mente su ll 'ipotesi, immediatamente veri fì cabi l e,
d e ll 'esistenza d i un « nesso essenzia l e » tra produzione storiografi ca e braica e
pro d uzione non eb raica. Dico «immediatamente veri fì cabi l e », perc h é, invero,
anc h e d a una prima, super fi cia l issima ana l isi questo nesso sa l ta immediatamente
ag l i occ h i. In rea l tà i l f enomeno è stato notato in parte, a l meno per quanto
riguar da l 'identi fi cazione di questa o que ll a possibi l e f onte dall a qua l e g l i autori
e brei avre bb ero potuto aver attinto i l proprio materia l e. M a non si è and ati
molto più in l à, quasi a vo l er evitare di ca l care l a mano su questo aspetto
per sotto l ineare invece così, imp l icitamente, l a straordinaria « origina l ità » d i
queg l i autori e b rei d e l C inquecento. C omunque, una vera e propria ricerca
sistematica in questa d irezione non è stata ancora con d otta. È appunto, d ei primi
passi d i una ricerca d a svo l gersi in questo senso c h e vorrei ri f erire qui, assieme
a d a l cune consi d erazioni pre l iminari c h e saranno da appro f ondire e ri fi nire.
Avendo u l timamente iniziato un esame sistematico d e ll'opera storiogra fi ca
di Josè f h a-C o h èn, l 'autore de ll ' È mèq ha Bakhàh (La va ll e d e ll e l acrime), c h e
meriterebbe i l tito l o postumo di cittadino onorario di Genova, tito l o c h e,
come è ben noto, Josè f non avrebbe neanc h e osato sognare in vita - essen d o
l a Repu bblica l igure rimasta costantemente f e d e l e a una po l itica c h e esc l u d eva
rigi d amente ogni presenza ebraica ne l suo territorio - sono rimasto co l pito
da un f atto, i l cui primo e ff etto è stato que ll o d i generare in me un f ortissimo,
istintivo, desi d erio d i rinunciare a ll 'esame, tanto esso mi è sembrato a prima vista
privo di mor d ente. Invero pur non avendo ancora conc l uso l 'ana l isi de ll ' È mèq
ha-Bakhàh, sembra ormai evidente c h e i l meto d o seguito da Josè f ne l comporre
sia stato semp l icemente que ll o « de ll e f orbici e d e ll a co ll a », cioè que ll o di
copiare se l ettivamente, traducendo in e b raico bi bl ico, un determinato gruppo
d i opere ita l iane e poi d i riunire l e più o meno l ung h e sc h e de copiate in una
sequenza c h e si basa sulla coordinazione deg li avvenimenti. Insomma, a prima
vista l 'intera opera appare non mo l to d issimi l e da un certo genere d i l avori c h e
non mancano anc h e oggi, e c h e sembrano d i ff erenziarsi da l vo l gare p l agio, per
i l so l o f atto c h e, avendo l 'autore copiato se l ettivamente da più di un l i b ro, possono
perciò aspirare a l tito l o di «ricerca ». In questo mo d o i l nostro Josè f h a- C o h èn
riprodusse in ebraico bi bl ico non so l o l 'intero Commentario delle cose de'
Turchi di Pao l o G iovio, i l c h e è stato già ri l evato 6, ma anc h e i l Commentario·
5 Vedi nota 3.
6 Lo hanno registrato, indipendentemente l'uno dall'altro, Karin Almbladh nella.
introduzione all'edizione dell'Emeq ha-Bakhàh, Uppsala 1981, p. 26, e Y. H. YERUSHALMI,
Messianic Impulses in Josèf ha-Kohèn, in Jewish Thought in the Sixteenth Century, by
B. D. CooPERMAN, Cambridge Mass. 1983, p. 478.