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ITALIA JUDAICA - Direzione generale per gli archivi

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74<br />

Michele Luzzati<br />

valere statistiche su basi così ristrette, è che questa popolazione avesse un<br />

carattere giovanile, avesse cioè tendenza alla crescita, più che a un decremento<br />

naturale.<br />

Per ciò che concerne le origini manca pressoché sempre l'indicazione della<br />

provenienza, e spesso non si ha neppure il cognome. Tuttavia il riscontro con altre<br />

fonti, specie notarili, <strong>per</strong>mette di rilevare che la grande maggioranza delle 132<br />

fami<strong>gli</strong>e ebraiche dello Stato fiorentino attestate <strong>per</strong> il 1570 era di origine ita­<br />

liana. Il dato apparentemente contrasta con l'elenco dei 40 fanciulli circonc1s1<br />

fra il 1537 e il 1570 da Vitale Nissim da Pisa e pubblicato dal Sonne: ben 18 di<br />

questi 40 fanciulli erano infatti di fami<strong>gli</strong>a « sefardita », ma occorre tener pre­<br />

sente che i 22 « italiani » appartenevano a 13 fami<strong>gli</strong>e diverse, mentre i 18 « se­<br />

farditi » appartenevano a sole 6 fami<strong>gli</strong>e diverse 16•<br />

Anche le professioni sono raramente indicate nei nostri elenchi. In base ai<br />

privilegi di non portare il segno, concessi nel 1567 ai banchieri e ai loro agenti,<br />

con rispettive fami<strong>gli</strong>e e servitori, <strong>gli</strong> addetti direttamente o indirettamente al<br />

prestito feneratizio, erano almeno 130 17• Per il 1570 si può calcolare che almeno<br />

un quinto delle fami<strong>gli</strong>e ebraiche dello Stato fiorentino fosse legato, ufficialmente<br />

o segretamente, al prestito su pegno. Per il resto, accanto ai medici, ai<br />

rabbini, ai dotti (musici, bibliotecari, precettori), si segnalano soprattutto mer<br />

canti, rigattieri, merciai, produttori di panni d lana, calzolai, bastai e soprattutto<br />

sarti.<br />

Su queste forze, che non erano molte, poggiava tutto l'ebraismo dello Stato<br />

fiorentino alla vigilia dell'istituzione del ghetto di Firenze.<br />

3. L'esiguità di questa presenza ebraica, se da un lato colpisce <strong>per</strong> la<br />

straordinaria capacità creativa, specie in campo culturale, di un nucleo di popolazione<br />

così ridotto, d'altro lato pone il problema dello sviluppo, nel giro di<br />

poco più di un secolo, di un insediamento come quello livornese. Le ragioni<br />

immediate sono facilmente identificabili nell'immigrazione, ma occorre pur capire<br />

<strong>per</strong>ché la Toscana, in meno di trent'anni, sia divenuta una sorta di Terra promessa<br />

<strong>per</strong> <strong>gli</strong> Ebrei, dopo essere stata assai vicina ad una espulsione totale, come<br />

da alcuni era stato richiesto 16•<br />

16 I. SoNNE, Da Paolo IV a Pio V. Cronaca ebraica del secolo XVI, Gerusalemme 1954<br />

[in ebraico], pp. 214-220.<br />

17 ASF, Magistrato Supremo, filza 4449 cc. 80 v-91 v.<br />

18 Si veda il memoriale di Carlo Pitti al granduca del 13 agosto 1570: « ... <strong>per</strong> tutte<br />

queste cause si era ragionato che si possa senza diffìcultà alcuna fermare che detti Hebrei<br />

non prestino più in luogo alcuno di questo Dominio et etiam mandarli via tutti, si come<br />

sono scacciati dello Stato della Chiesa; salvo che in Roma et in Ancona, dove sono ristretti<br />

ad habitare in luoghi appartati et si serrano la notte, et cosi si potrebbe <strong>per</strong>mettere che<br />

stessino in Firenze solamente, serrandoli in qualche luogo, ma me<strong>gli</strong>o sarebbe mandarli<br />

via tutti » (ASF, Magistrato Supremo, filza 4450, c. 9 r e cc. 140-141, ove si legge una<br />

prima stesura, in data 8 agosto 1570, dello stesso memoriale; si noti che all'8 agosto<br />

al Pitti risultavano nello Stato fiorentino 584 Ebrei e cinque giorni dopo 713). Consultato<br />

da Carlo Pitti, Ludovico Martelli, sostituto del Vicario arcivescovile di Firenze, in un<br />

Dal prestito al commercio: <strong>gli</strong> ebrei dello Stato Fiorentino nel secolo XV l 7 5<br />

Dopo il consolidamento del potere di Cosimo de' Medici, ne<strong>gli</strong> anni '40<br />

del XVI secolo, le prospettive di un mi<strong>gli</strong>oramento delle condizioni di vita de<strong>gli</strong><br />

Ebrei toscani - condizioni che in realtà erano sempre state discrete - si fecero<br />

più evidenti. Risale al 1551 il primo dei privilegi medicei con cui si tentò<br />

di attirare nello Stato vari mercanti -dell'area mediterranea, fra cui <strong>gli</strong> Ebrei.<br />

Dietro questo privilegio si ritiene fosse un mercante-banchiere ebreo, Don Jacòb<br />

Abravanèl, fi<strong>gli</strong>o di Bienvenida, già aia a Napoli della mo<strong>gli</strong>e di Cosimo, Eleonora<br />

da Toledo. E <strong>gli</strong> stessi Abravanèl, arrivati a Napoli dalla penisola iberica<br />

alla fine del '400, ma ormai trasferitisi a Ferrara, avevano ottenuto qualche anno<br />

prima la ria<strong>per</strong>tura dei banchi feneratizi ebraici nello Stato fiorentino, banchi che<br />

erano stati chiusi in precedenza, intorno al 1527 19• La circostanza che le prime<br />

concessioni, <strong>per</strong> Pisa e Colle di V al d'Elsa, dove i banchi cominciarono a funzionare<br />

il 1° novembre 1547, siano state appannaggio dei banchieri ebrei senesi<br />

della fami<strong>gli</strong>a da Rieti 20, fa ritenere <strong>per</strong>ò che proprio dalla Toscana sia partita<br />

l'idea di far intervenire <strong>gli</strong> Abravanèl <strong>per</strong> ottenere da Cosimo la riammissione del<br />

prestito feneratizio nello Stato fiorentino. Ad ogni buon conto, dopo quelli dei<br />

da Rieti, probabilmente con analoga condotta quindicennale, vennero a<strong>per</strong>ti,<br />

forse a<strong>gli</strong> inizi del 1548, i banchi di Arezzo e di Prato, di proprietà di una<br />

società mista appartenente <strong>per</strong> i 2/3 a<strong>gli</strong> Abravanèl e <strong>per</strong> 1/3 ai da Pisa di Bologna,<br />

nella <strong>per</strong>sona di Abramo di !sacco di Vitale da Pisa 21• Al primo giugno<br />

dello stesso 1548 fu poi fissata l'a<strong>per</strong>tura di altri cinque banchi, di proprietà<br />

esclusiva de<strong>gli</strong> Abravanèl, nelle seguenti località: Borgo San Lorenzo, Borgo San<br />

Sepolcro, Cortona, San Giovanni Valdarno e Castrocaro 22•<br />

Per la stessa data era fissata l'inaugurazione di un quarto « raggruppamento<br />

» di banchi, comprendente Pescia 23 ed Empoli 2\ ancora di esclusiva pro-<br />

sommario « parere » sulla liceità di consentire a<strong>gli</strong> Ebrei di vivere ed abitare ne<strong>gli</strong> Stati<br />

cristiani, datato 7 lu<strong>gli</strong>o 1570, aveva cosi concluso: «Per le quali cose chiaramente si vede<br />

essere ancora molto più utile il cacciarli via in tutto et <strong>per</strong> tutto, che reserrar<strong>gli</strong> in qualche<br />

luogo appartato » (ibid., cc. 150-152).<br />

19 U. CAsSUTO, Gli Ebrei... cit., pp. 85-90.<br />

20 M. LuzZATI, Prestito . ebraico e studenti ebrei all'Università di Pisa, in « Bollettino<br />

storico pisano », XLIX (1980), pp. 29-30. A p. 29, nota, si corregga come segue<br />

l'indicazione dei capitoli <strong>per</strong> Colle di Val d'Elsa del 7 ottobre 1547: ASF, Magistrato<br />

Supremo, filza 4449, cc. 1-18.<br />

21 S. H. MARGULIES, La fami<strong>gli</strong>a Abravanèl in Italia, in «Rivista israelitica », III<br />

(1906), pp. 146-151; M. LuzzATì, Prestito ... cit., p. 30. Ai capitoli <strong>per</strong> i banchi di<br />

Arezzo e Prato, concessi nel maggio 1547, si fa poi riferimento in due additiones, una<br />

del 28 maggio ed una del 19 lu<strong>gli</strong>o 1549 (ASF, Magistrato Supremo, filza 4449, cc. 60 v-<br />

61 r e 62 r).<br />

22 ASF, Magistrato Supremo, filza 4449, cc. 20 v-39 v e 78 v. (S. H. MARGULIES,<br />

La fami<strong>gli</strong>a ... cit., pp. 151-152; M. LuzzATI, Prestito ... cit., p. 30). La concessione è del<br />

9 dicembre 1547.<br />

23 ASF, Magistrato Supremo, filza 4449, cc. 40 e 78 v. La concessione è del 16<br />

dicembre 1547.<br />

24 Ibid., c. 78 v. La concessione è del dicembre 1547. Cfr. anche, <strong>per</strong> le disposizioni<br />

particolari del 14 dicembre 1550 e del 26 giugno 1551, cc. 59 v e 65 r.

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