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ITALIA JUDAICA - Direzione generale per gli archivi

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30<br />

Giuseppe Sermoneta<br />

Moderna e senz'altro seicentesca si rivela la concezione storica del del<br />

Bene, anche se esposta in una forma asistematica. Partendo da uno spunto che<br />

trae le sue origini nella trattatistica filosofica medievale, del Bene vede nella<br />

diffusione del Cristianesimo un'aspetto dell'« economia» divina, del progetto<br />

divino che guida l'Umanità e la fa progredire: la Divina Provvidenza ha fatto<br />

sì che Costantino conquistasse l'Im<strong>per</strong>o <strong>per</strong> trasmetterlo ai papi. Così - a partire<br />

da Costantino - il monoteismo ha gradatamente vinto il paganesimo, e il<br />

processo della conversione dei barbari e de<strong>gli</strong> idolatri è continuato fino ai giorni<br />

di del Bene 28• Ora - e<strong>gli</strong> dice - <strong>gli</strong> europei si avventurano sui mari, corrono<br />

rischi e <strong>per</strong>icoli <strong>per</strong> conquistare e sfruttare nuove terre, sopportano trava<strong>gli</strong><br />

e sofferenze, spinti dalla necessità, dal desiderio di guadagno e dalla volontà<br />

di arricchirsi. Ma così facendo, diffondendo il Cristianesimo nel Nuovo Mondo,<br />

portano i pagani alla fede nel Vecchio Testamento, al riconoscimento della presenza<br />

di Dio nel mondo, e li avvicinano alla fede in un unico Dio. Si fanno<br />

quindi strumento della Provvidenza che, così, to<strong>gli</strong>e i pagani dalla barbarie e<br />

dalla inciviltà, mi<strong>gli</strong>orando nello stesso tempo le condizioni economiche della<br />

Umanità e <strong>per</strong>mettendo - grazie a<strong>gli</strong> scambi commerciali - di dare tutto a<br />

tutti 29• E con il Cristianesimo si diffonde il viver civile e mi<strong>gli</strong>orano i rapporti tra<br />

Stato. A Jewish Contribution to late Renaissance Tacitism (in corso di stampa). A differenza<br />

di Simone Luzzatto, del Bene è dichiaratamente antitacitiano; e<strong>gli</strong> mette in rilievo<br />

l'incongruenza in cui cadono i politici del suo tempo, che assorbono la religione nella Ragion<br />

di Stato, e non vedono il fondamento antireligioso su cui poggia la stessa Ragion di Stato.<br />

28 Seggi, Casa Quinta, Porta Ventottesima, f. 59 v. ss. Interessante è l'equazione:<br />

conoscenza della Bibbia uguale viver civile e vivere secondo ragione; quest'ultimo si fonda<br />

sulla legge e viene diffuso grazie alla retorica; i pagani che popolano le terre al di là dell'oceano<br />

sono selvaggi <strong>per</strong>ché non conoscono la Bibbia (in cui retorica e politica si compendiano):<br />

«Abitano al di là dell'oceano; selvaggi, gioiscono nel servire <strong>gli</strong> idoli. Né c'è da<br />

stup1rs1: vivono in una terra in cui non è mai passato nessuno che fosse ' es<strong>per</strong>to della<br />

Bibbia-politico' ('is toranì-medinì) e che, grazie alla sua eloquenza, avrebbe potuto salvarli,<br />

convErsando con loro sulla fede e sulla religione. I selvaggi non hanno avuto modo di<br />

conoscere la Bibbia, così sono restati a un livello pari a quello delle bestie. Qui, da noi,<br />

siamo testimoni del fenomeno opposto; in questa parte della terra abitata, le leggi de<strong>gli</strong><br />

abitanti dei nostri paesi si fondano sulla Bibbia, anche se la loro religione è diversa dalla<br />

nostra e dalle nostre concezioni ... Qui (i non ebrei) si abbeverano avidamente alla fonte delle<br />

Sacre Scritture, fondando su di esse la loro fede. Tutti i regni delle terre abitate si sono<br />

liberati dall'errore del paganesimo. Non troverai più nessuno che non viva secondo le leggi<br />

e secondo la fede ».<br />

29 Seggi, Casa Settima, Porta Quarantatreesima, f. 81 r. ss. L'interpretazione che<br />

del Bene dà al ruolo che assume la Divina Provvidenza nel guidare lo svolgimento della storia<br />

dell'umanità ha un sapore mercantilistico. La necessità spinge l'uomo ad andare <strong>per</strong> mare,<br />

a correre rischi e a soffrire <strong>per</strong> procacciarsi i mezzi di sussistenza; ma è anche il desiderio<br />

di guadagno e di ricchezza, insito nell'animo dell'uomo, che serve da molla e che, se visto<br />

razionalmente, sarebbe ingiustificato. Con questi espedienti (necessità <strong>per</strong> sopravvivere e<br />

desiderio di mi<strong>gli</strong>orare al massimo la propria condizione), la Provvidenza fa sì che si sviluppino<br />

i commerci, i beni vengano scambiati ed esportati in ogni luogo, i rapporti tra <strong>gli</strong> uomini<br />

si sviluppino e si diffonda il viver civile, che trova la sua prima radice nell'ordinamento<br />

umano, così come è stato sancito nella Sacra Scrittura: « guarda quanti si mettono nei<br />

Aspetti del pensiero moderno nell'Ebraismo italiano 31<br />

<strong>gli</strong> uomini. Il Cristianesimo (e solo m m1mma parte l'Islam), riconoscendo il<br />

carattere sacro dell'Antico Testamento, ne ha <strong>per</strong>messo la conservazione e ne<br />

ha diffuso il rispetto; la serietà con cui viene studiata la Bibbia e l'amore con<br />

cui i popoli civili si dedicano alla sua lettura, spinti da una fede che nasce dal<br />

cuore, dimostrano il graduale progresso- dell'Umanità verso la definitiva accet'<br />

tazione del monoteismo e delle leggi bibliche. E, in questo quadro, l'esilio del<br />

popolo ebraico e la sua dis<strong>per</strong>sione tra i popoli d'Europa, che si mostrano tolleranti<br />

ne.i suoi confronti, viene vista positivamente: l'esilio ebraico nella<br />

« Europa Felix » si presenta come un preludio ai giorni messianici! 30<br />

<strong>per</strong>icoli e vanno con le navi <strong>per</strong> il vasto e terribile mare <strong>per</strong> commerciare; con lo scopo<br />

di accumulare denaro ... arrivano in paesi di cui non conoscono la lingua ... e vanno al di là<br />

dell'oceano in terre che sono restate vergini, almeno sin dall'epoca di Salomone ... Ne dovrai<br />

concludere che l'Eterno ha colpito il genere umano col morbo dell'amore del possesso,<br />

morbo che to<strong>gli</strong>e la vista e il senso dello spavento. Iddio ha fatto sì che tutte le terre abitate<br />

si alimentino vicendevolmente, e ciò che manca sotto una latitudine lo trovi sotto un'altra, e<br />

tutti ricevono i frutti della terra... Dimmi: tra le vanità umane c'è maggior leggerezza di<br />

chi si cimenta ad andare <strong>per</strong> mare? Il legno su cui poggia si spacca, oppure costui vien fatto<br />

schiavo, tuttavia preferisce quella strada piuttosto che mangiare cipolle all'ombra (della sua<br />

casa) ... Ma tutto ciò (Iddio ha inculcato nell'uomo) affinché non ci si nutra ristrettamente di<br />

solo pane e acqua, ma in abbondanza dalla mano del Signore ... E nella creazione della comunità<br />

politica è riposta un'altra intenzione provvidenziale: il genere umano, nel collaborare<br />

insieme attraverso <strong>gli</strong> scambi di merci, diffonde gradatamente la fede e la religione nel<br />

mondo ».<br />

30 Seggi, Casa Prima, Porta Ottava, f. 18 v. Del Bene riassume l'economia delle vicende<br />

storiche del popolo ebraico, che vengono guidate dalla Provvidenza verso una stato di<br />

redenzione finale, attraverso il progressivo realizzarsi delle concezioni bibliche. Queste<br />

ultime - gradatamente - vengono messe in pratica e accettate da tutti i popoli, e il<br />

passaggio del popolo ebraico attraverso le genti non è altro che una progressiva marcia di<br />

avvicinamento verso l'ultimo e finale obbiettivo di tutta l'umanità, l'era messianica. La<br />

concezione ottimistica di del Bene fa coincidere il progresso <strong>generale</strong> dei popoli, fondato<br />

sulla fede nel testo rivelato, con il progressivo mi<strong>gli</strong>oramento delle condizioni del popolo<br />

ebraico in seno ai popoli tra i quali è stato esiliato. Non c'è dubbio che l'interpretazione<br />

della storia del popolo ebraico, proposta dal del Bene, anticipi <strong>per</strong> molti aspetti le concezioni<br />

storicistiche e l'ottimismo liberale della Haskalàh e della Wissenschaft des Judentum del<br />

diciannovesimo secolo: « ... dalla mano dell'Eterno venne... questo videro i nostri occhi ed<br />

è un indice di verità. Tutte le innovazioni che trovarono <strong>gli</strong> studiosi e che si verificarono<br />

in ogni popolo - ogni popolo secondo il proprio linguaggio - qualunque cosa scrissero<br />

i fondatori delle nuove religioni, anche se giudicarono e decretarono che la Legge che<br />

possediamo è temporale e non eterna, tutti <strong>per</strong>ò riconobbero che Mosè disse il vero e che<br />

la sua Legge è verità ... Quindi i fondatori delle loro religioni e delle loro legislazioni, anche<br />

se diverse l'una dall'altra, riconoscono di essere sbocciate sulla nostra Santa Legge, che<br />

secondo loro è destinata ad innovarsi, e, giunto il momento di celarla, Iddio comandò, e<br />

colui che l'avrebbe dovuta completare « ristette » ... Anche se vennero a contesa tra loro,<br />

mentre uno diceva ... «sono stato io a trovarla » e l'altro rispondeva «no, sono stato io<br />

che l'ho trovata » ... non <strong>per</strong> questo ne sminuirono il valore, anzi si accrebbe la loro fede in<br />

essa, venne chiamata Sacra e Divina Legge, la nostra lingua fu chiamata Lingua Santa, e le<br />

parole dei Profeti e de<strong>gli</strong> Agiografi vennero chiamate Sacre Scritture. Ma soprattutto la<br />

saggia Nazione che governa oggi, ci guida graziosamente, ed è <strong>per</strong>ennemente occupata nelle<br />

Sacre Scritture ... ».

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