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ITALIA JUDAICA - Direzione generale per gli archivi

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100<br />

Ariel Toaff<br />

Davi d de Pomis d e fi nisce i centri d e ll a Contea di Pitig l iano 'arè miqlàt,<br />

« città ri f ugio », e ta l i in e ff etti dovevano apparire ag l i occ h i d ei preoccupati<br />

ebrei d e ll o Stato ponti fi cio, i cui diritti erano stati gravemente l imitati d ai d ecreti<br />

di papa Pao l o IV e ch e sentivano a l tre nu b i minacciose add ensarsi sopra d i loro.<br />

Se ciò era già vero neg l i anni d a l 1556 a l 1564, cioè ne l <strong>per</strong>iodo in cui i l<br />

me d ico ebreo spol etino si trattenne nei paesi d e ll a Contea d i Pitig l iano e ne l<br />

f eudo d i Santa Fiora, tanto più esso l o f u nei tre anni terri b i l i, d a l 1569<br />

a l 1571, segnati d a ll 'espu l sione deg l i ebrei d a ll o Stato ponti f icio, a seguito d e ll a<br />

b o ll a Hebraeorum gens d i Pio V Gh is l ieri (26 f e bb raio 1569) e da ll 'espu l sione<br />

d i que ll i d e l Ducato d i Toscana, a d o<strong>per</strong>a d i Cosimo (otto b re 1570-d icem b re 1571).<br />

La so l a a l ternativa ammessa sem b rò essere l a f orzata rec l usione nei d ue g h etti<br />

d i Roma e d A ncona nei territori d e lla C h iesa, e d i Firenze e Siena in que ll i<br />

d ei Me d ici. In seguito, i l ievi mutamenti d i po l itica, o<strong>per</strong>ati in questo settore<br />

d ai successori d i Pio V, furono resi vani d a ll a seconda e de fi nitiva espu l sione,<br />

d ecretata d a C l emente VIII con l a b o ll a Caeca et obdurata d e l 25 f e bbraio 1593.<br />

Sorpren d e quin d i c he fi no a d oggi non sia stato su ffi cientemente messo<br />

in evi d enza d ag l i storici de ll 'e b raismo ita l iano il f atto c h e l ungo i con fi ni tosco­<br />

ponti fi ci a l cune picco l e comunità « anoma l e » sopravvissero a ll e espu l sioni o<br />

vennero f on d ate d ai pro f ug h i di una parte o de ll 'a l tra. A b reve distanza d a l ­<br />

l 'Argentario, l à dove i l Lazio d iviene Maremma, ne l Ducato d i Castro d ei Far­<br />

nese 5, nell a Contea d i Santa Fiora deg l i Sf orza, a ll e pen d ici d e ll ' A miata, ne ll a<br />

Contea d i Pitig l iano d eg l i Orsini, e, più a settentrione, ne ll 'a l ta va ll e d e l Tevere,<br />

già sotto i contrafforti appenninici, ne l marc h esato d i M onte Santa M aria d ei<br />

Bour b on, in questo stretto corri d oio fatto d i f eu d i semi-in d ipen d enti da papi<br />

e gran d uc h i, si creano o si ri f ormano tra l a fi ne d e l Cinquecento e g l i inizi d e l<br />

Seicento d ei nuc l ei e b raici d i origine eterogenea. In questi territori, l ontani<br />

d a Roma e da Firenze, essi go d ono d e ll 'interessata protezione d ei f eudatari,<br />

mentre l e d isposizioni antiebraic h e, c h e sono app l icate con severità nei territori<br />

vicini, sono vo l utamente ignorate.<br />

I f attori ch e consentono ai pro f ug h i d i attestarsi ai con fi ni settentriona l i<br />

d e ll o Stato ponti fi cio con l a Toscana, sono g l i stessi c h e in d ucono a l tre f amig l ie<br />

ebraic h e a stab i l ire l e l oro nuove se d i a ll e f rontiere d e ll e terre d e l papa con<br />

i l Regno d i Napo li. È questo, ad esempio, i l caso d i Fo l ignano, un paese<br />

d e ll ' A sco l ano, aggrappato a l Monte dei Fiori, e posto su ll a l inea d i demarcazione<br />

4 La Contea di Santa Fiora era feudo della fami<strong>gli</strong>a Sforza Attendolo dal 1433. Nel<br />

1633 veniva venduta dal conte Mario di Alessandro Sforza al granduca di Toscana,<br />

Ferdinando II, che <strong>gli</strong>ela infeudava nuovamente. I tre cardinali del ramo Sforza di Santa<br />

Fiora, cui fa riferimento David de Pomis, sono Guido Ascanio, Alessandro e Francesco,<br />

eletti alla porpora rispettivamente nel 1535, nel 1565 e nel 1583.<br />

5 Sembra che Ottavio Farnese e suo fi<strong>gli</strong>o Alessandro, feudatari del Ducato di Castro,<br />

nella seconda metà del Cinquecento avessero facilitato l'afflusso de<strong>gli</strong> ebrei dello Stato<br />

pontificio nel loro territorio, facendo prendere loro residenza a Montalto e a Grotte (dr.<br />

E. BALDINI, Piti<strong>gli</strong>ano ... cit., pp. 115-118).<br />

Il commercio del denaro e le comunità ebraiche « di confine » 101<br />

tra arche e Abruzzi, ove_ ne<br />

_ l 1561 avevano trovato rifugio alcuni banchieri ebre1 con le loro famt<strong>gli</strong>e. E quanto emerge da un responso rituale di Azri'J Trabòt, rabbino di Ascoli in questo <strong>per</strong>iodo 6 e<br />

:<br />

. « _Folignano è un b ? rgo a cinque mi<strong>gli</strong>a- da Ascoli-, isolato e separato dal resto del<br />

te _<br />

r1tor1 ? dlla . rea. 9m. nn s1 pagano le<br />

. asse e i balzelli, cui sono costretti <strong>gli</strong> abitanti<br />

del terr1ton Vlu:'-1, e 1 prlllclpl del luogo v1 sono signori indiscussi. Neppure il papa ha<br />

P ? tee e autonta su q<br />

. esto _borgo, né può vincolarlo con gravami fiscali di sorta, né grandi<br />

ne Plcoh, dato che 1 s1gno<br />

. . : 1 del luogo difendono la propria autonomia basandosi su bolle<br />

e bre' : 1 de1 pontefici ass atl e su decreti im<strong>per</strong>iali. Il vantaggio del paese è di trovarsi ai<br />

.<br />

c ? n1 (tra Sato pont1fic10 e Regno di Napoli) e questa posizione privilegiata <strong>gli</strong> consente<br />

d1 rimanere libero e sottomesso soltanto al potere politico dei principi locali ».<br />

. Ci _ vie1e qui data con f e.rm_a b e l 'attrattiva di questi f eud i, posti ai con fi ni<br />

de1 ernton _ d e l papa, ra costltmta da l l oro iso l amento geogra fi co e d a lla l oro<br />

re l attva, e m certo mtsura conseguente, autonomia po l itica. Questa sorta d "<br />

J l d fi .<br />

' 'l 1<br />

no man s an m va<br />

.<br />

c?s1<br />

.<br />

c?n<br />

.<br />

1 trasfo:arsi in luogo di rifugio <strong>per</strong> i profughi, offrendo l _ or e<br />

.<br />

condlZlm mdtspensabdt alla sopravvivenza, spesso come singoli, talvolta rmmt1 m nucle1 organizzati.<br />

Ma passiamo a<strong>gli</strong> esempi più rilevanti di questo fenomeno, che si verificano sl confine t?sco-umbro-laztale. Nel 1565 i fratelli Laudadio e maestro Isacco<br />

dt Abrao dt Lazzaro da Viterbo erano titolari del banco di Sovana nel Senese,<br />

che servtva la popolzion rurale della Maremma grossetana, del monte Amiata<br />

e della valle della Ftora . La condotta <strong>per</strong> il prestito, cui erano legati, aveva<br />

una _ durata decnnale ed era stata ottenuta, come di norma, dietro presentazwne<br />

della specral tolleranza pontificia 8• I banchieri vennero quindi sorpresi<br />

dal decreto fi<br />

.<br />

oretm_o dell'ottobre 1570, seguito da quello senese del dicembre 1?71, c?n I qah SI annullavano tutti i capitoli sottoscritti con <strong>gli</strong> ebrei e si<br />

VIetava il prestito ne<strong>gli</strong> Stati di Firenze e di Siena. A questo punto di fronte all'alternativa di dover abbandonare forzatamente la loro attività creditizia e di<br />

essere costretti a racco<strong>gli</strong>ersi nei ghetti di Siena o di Firenze, !sacco e Laudadio pensavano a trasferirsi nella vicina Contea di Piti<strong>gli</strong>ano, una soluzione di ricambio<br />

che avrebbe loro consentito di mantenere indisturbati il monopolio del commercio<br />

6 Il r:sponso è pubblicato da I. SoNNE, Da Paolo IV a Pio V. Cronaca ebraica del se-<br />

. eolo :rvi [m ebra1o], Gerusalemme 1954, pp. 167-169. Nel testo Sonne legge erroneamente<br />

Mattlgnano<br />

<strong>per</strong> Folignano .<br />

7 Maestro Isacco di Abramo di Lazzaro da Viterbo è da identificarsi con il medico e<br />

•<br />

rabbmo I$ch aq b. Avraham b. Eleazar ha-Cohen da Viterbo, cognato di David de Pomis.<br />

. .<br />

C fl" · · · . . . ' e znquecen o.<br />

b<br />

L<br />

. . codtta ?e! 15 marzo 1565 prevedeva la liceità di un interesse annuo del 20 %<br />

r:1 prestlt : al , c1tadm1 e del 40 ?O in quelli ai forestieri. I banchieri erano obbligati « a<br />

cw che Idw l a nm<br />

. :: e nostre non s1 offendino con li detti hebrei, sieno obligati li medesimi<br />

.<br />

<strong>per</strong> solenne obligatwne fare vemre una absolutione, breve o tolleranza dal sommo pontefice<br />

over ? dalla camera apostolica in fra sei mesi » (M. CASSANDRa, Gli ebrei e il presti!<br />

.<br />

ebrazco a Szena nel Cinquecento, Milano 1979, pp. 54-57. 96-1061.<br />

Nel 1581 egh VIveva nel ghetto di Roma (dr. A. TOAFF Il Ghetto dz' Roma n l c· t<br />

on z;tz etnzct e pro lemz soczoeconomzci [in ebraico], Ramat Gan 1984, p. 88).

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