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Paesaggi Archeologici della Sicilia Sud-orientale - La Sicilia in Rete

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86<br />

Marilena Far<strong>in</strong>a<br />

scal<strong>in</strong>ata che partiva dalla corte; qui si aprivano, <strong>in</strong>vece, le vecchie prigioni feudali 4<br />

e forse una piccola chiesetta (palat<strong>in</strong>a?) dedicata all’Immacolata Concezione 5 , oggi<br />

demolita per far posto al palmento (fig. 72a-b).<br />

L’<strong>in</strong>gresso attuale <strong>della</strong> basilica è sul versante settentrionale del grande «baglio»,<br />

a destra <strong>della</strong> grande scala che portava al piano residenziale. Le manomissioni<br />

sono radicali e difficilmente si possono recuperare i vari momenti dell’assetto<br />

architettonico complessivo cui pur fugacemente accennano le fonti d’archivio e gli<br />

eruditi locali.<br />

L’<strong>in</strong>solito <strong>in</strong>grottamento cultuale è stato a lungo trascurato dalla letteratura<br />

odeporica forse perché isolato rispetto alla teoria dei numerosi abitati rupesti che<br />

<strong>in</strong>teressano le tante cave degli Iblei. Lo stesso Jean Hoüel, che nella seconda metà<br />

del XVIII secolo percorre la pedemontana da Spaccaforno al sito di Stafenna, ignora<br />

la presenza dell’escavazione.<br />

Il primo vero illustratore del monumento è Carmelo Sciuto Patti 6 (fig. 73), il<br />

quale nel 1880 ne sottol<strong>in</strong>ea le caratteristiche peculiari di impianto e di esecuzione,<br />

arrivando tuttavia a una lettura non del tutto condivisibile. Per lo studioso il nucleo<br />

orig<strong>in</strong>ario è il settore di s<strong>in</strong>istra, <strong>in</strong>solitamente articolato <strong>in</strong> due aree: l’ambiente<br />

quadrilatero più <strong>in</strong>terno, corrispondente al presbiterio; l’area antistante relativa<br />

all’aula dei fedeli suddivisa, tuttavia, <strong>in</strong> due navate, dest<strong>in</strong>ate agli uom<strong>in</strong>i e alle<br />

donne, secondo le prescrizioni <strong>della</strong> Chiesa primitiva. In un locale contiguo, sempre<br />

a s<strong>in</strong>istra, Sciuto Patti <strong>in</strong>dividua il luogo dest<strong>in</strong>ato ai catecumeni, da dove potevano<br />

partecipare alla celebrazione <strong>della</strong> parola, senza vedere. L’assetto def<strong>in</strong>itivo<br />

fu determ<strong>in</strong>ato dall’accresciuto numero dei fedeli: vennero scavate la navata centrale<br />

ad archi su pilastri e quella destra. Per quanto riguarda la cronologia, lo studioso<br />

7 <strong>in</strong> base all’assenza di decorazioni architettoniche e di dip<strong>in</strong>ti parietali, e a<br />

ragione dell’<strong>in</strong>solita articolazione planimetrica viene <strong>in</strong>dotto a datare la chiesa <strong>in</strong><br />

età precostant<strong>in</strong>iana, quando, cioè, i cristiani, essendo oggetto di persecuzioni, si<br />

riunivano segretamente <strong>in</strong> luoghi nascosti. <strong>La</strong> libertà di culto sancita dall’editto di<br />

Costant<strong>in</strong>o avrebbe, pertanto, determ<strong>in</strong>ato l’abbandono def<strong>in</strong>itivo <strong>della</strong> basilica ipogea.<br />

volta, posto ad un livello superiore.<br />

4 Nelle prigioni dei Platamone i galeotti venivano trattenuti <strong>in</strong> attesa di essere trasferiti a Siracusa<br />

o a Palermo nelle regie galere. Sono ancora visibili i ganci <strong>in</strong> cui venivano fissate le catene dei<br />

detenuti e la grata spagnoleggiante <strong>in</strong> ferro battuto <strong>della</strong> f<strong>in</strong>estra che dà sul cortile.<br />

5 SAVARINO 1973, p. 17.<br />

6 SCIUTO-PATTI 1880, pp. 3-11. <strong>La</strong> lunghezza complessiva dell’edificio è computata <strong>in</strong> m<br />

16.50, la larghezza <strong>in</strong> m 20; la navata centrale è lunga m 13.50 e larga all’<strong>in</strong>gresso m 5.58, al lato opposto<br />

m 7.25; il soffitto è alto dal piano di calpestio m 3.70.<br />

7 «Privo di qualsiasi decorazione non ravvisandosi traccia alcuna di <strong>in</strong>tonaci o dip<strong>in</strong>ture, mostrandosi<br />

<strong>in</strong> ogni parte, <strong>in</strong>vece, la scalpellatura rustica del sasso» (SCIUTO PATTI 1880, p. 6).

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