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Paesaggi Archeologici della Sicilia Sud-orientale - La Sicilia in Rete

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Percorsi antichi e viaggiatori moderni attraverso gli Iblei<br />

termale di periodo imperiale 123 . Sembra qu<strong>in</strong>di scartata la via più diretta ricalcata<br />

dall'attuale prov<strong>in</strong>ciale passante per Canicatt<strong>in</strong>i, affermatasi <strong>in</strong> periodo medievale<br />

come asse pr<strong>in</strong>cipale di penetrazione verso l'altopiano net<strong>in</strong>o e citata nelle fonti<br />

sveve, appunto, come via quae vadit et venit Ragusam et ad casalem Canicatt<strong>in</strong>i 124 .<br />

Di contro, un it<strong>in</strong>erario alternativo tra Cassibile e Canicatt<strong>in</strong>i pare <strong>in</strong>diziato f<strong>in</strong> dall'età<br />

romana e bizant<strong>in</strong>a da un all<strong>in</strong>eamento di siti lungo un asse Nord-Ovest/<strong>Sud</strong>-<br />

Est attraverso la fascia <strong>orientale</strong> dell'altopiano 125 . Da Cassibile, Biscari si ricongiunse<br />

alla «via regia» – la Palazzolo-Noto –, da lui percorsa nei due sensi, prima<br />

verso Palazzolo e poi verso Noto, rimanendo qui deluso dalla mancanza di riscontri<br />

alle notizie di Fazello. L'it<strong>in</strong>erario abbandona gli Iblei, verosimilmente, lungo<br />

l’asse antico, almeno altomedievale, che sboccava sulla costa e <strong>in</strong>tercettava l’antica<br />

Eloro e la più recente Vendicari, le cui rov<strong>in</strong>e, secondo l'autore, «non meritano l'<strong>in</strong>comodo<br />

del viaggio» 126 . Da qui Biscari si dirige verso la «magnificenza siciliana»:<br />

l’habitat rupestre delle valli di Spaccaforno, Cava d'Ispica e Modica, dove egli<br />

giunge attraverso quella «via di Spaccaforno», che dal Medioevo all'età moderna<br />

costituì il collegamento privilegiato tra Siracusa e la Contea di Modica (fig. 11) 127 .<br />

Segnatamente <strong>in</strong> periodo medievale, tale tracciato sembra ricalcare direttamente la<br />

viabilità antica, soprattutto nel primo tratto verso l'entroterra, da Eloro lungo il Tellaro<br />

128 . Di tale preesistenza, come già accennato 129 , si sarebbe avvalsa la comunità<br />

di Rosol<strong>in</strong>i per perorare la causa del passaggio <strong>della</strong> «nuova» carrozzabile borbonica<br />

<strong>in</strong> tangenza al proprio centro. <strong>La</strong> periegesi di Biscari riprende direttamente a<br />

Nord degli Iblei, dalla Terra di Santa Croce Camer<strong>in</strong>a e dall'antica colonia greca, i<br />

cui miseri resti un viaggiatore trascurerebbe «se non istruito da Vitruvio».<br />

<strong>La</strong> viabilità attraverso l'area iblea adombrata dal Viaggio per tutte le Antichità<br />

<strong>della</strong> <strong>Sicilia</strong>, è quella dei grandi assi di percorrenza, attivi certamente dal periodo<br />

medievale ma, <strong>in</strong> alcuni casi, a loro volta ricalcanti strade più antiche. Sotto il profilo<br />

dell’aggiornamento topografico va sottol<strong>in</strong>eata l’attenzione dedicata da Biscari<br />

agli <strong>in</strong>sediamenti rupestri presenti nelle numerose cave che solcano le pendici meridionali<br />

degli Iblei. A Spaccaforno e Cava d'Ispica l'autore dedica una lunga descrizione,<br />

conv<strong>in</strong>to che, una volta giuntovi, «ogni appassionato Viaggiatore [...] si<br />

chiamerà contento <strong>della</strong> sofferta fatica del suo viaggio» 130 . Appaiono connessi a<br />

questo <strong>in</strong>teresse i molti <strong>in</strong>terrogativi <strong>in</strong>torno a tale costume <strong>in</strong>sediativo che la storia<br />

123<br />

Le terme erano state parzialmente messe il luce poco prima, nel 1771, da Cesare Gaetani e<br />

poi subito ricoperte (GRINGERI PANTANO 1995, p. 9).<br />

124<br />

ARCIFA 2001a, p. 175.<br />

125<br />

Ibidem, p. 177.<br />

126<br />

PATERNÒ CASTELLO 1781, p. 86.<br />

127<br />

ARCIFA 2001a, p. 188.<br />

128<br />

Ibidem, p. 189.<br />

129<br />

V.Supra.<br />

130<br />

PATERNÒ CASTELLO 1781, p. 86.<br />

23

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