Paesaggi Archeologici della Sicilia Sud-orientale - La Sicilia in Rete
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L’architettura<br />
sola, si nota lo spicco di un ulteriore arco risparmiato nel banco roccioso, il cui<br />
moncone sporge dalla parete per m 0.30 e sembra avere imposta ad un’altezza di m<br />
0.80 dal piano di calpestio. Il suo spessore è di m 0.50 circa, pari a quello <strong>della</strong> soprastante<br />
arcata; a m 0.20 sotto lo spicco di questa sembra attestarsi la sommità di<br />
tale risparmio <strong>in</strong> roccia. <strong>La</strong> caduta del pilastro precedente impedisce di trovare riscontri<br />
per questa <strong>in</strong>solita connotazione architettonica dell’ultimo campo <strong>della</strong> navata;<br />
tuttavia è facile pensare ad una sorta di schermo aperto che <strong>in</strong> qualche modo<br />
bilancia la parete piena dell’opposta arcata cieca 30 . In questo caso, la parete risparmiata<br />
era funzionale alla separazione dell’ambiente retrostante (C), la cui dest<strong>in</strong>azione<br />
è chiaramente <strong>in</strong>dipendente dall’aula.<br />
<strong>La</strong> chiusura delle arcate anteriori <strong>in</strong>quadranti l’<strong>in</strong>gresso ricorda le lunghe ante<br />
di testa <strong>in</strong> alcune chiese basilicali <strong>in</strong> apparecchio murario, anche <strong>della</strong> <strong>Sicilia</strong> 31 ;<br />
più frequente è la schermatura delle ultime due arcate per mettere <strong>in</strong> evidenza la<br />
zona presbiteriale ed <strong>in</strong>quadrare più opportunamente il luogo <strong>della</strong> celebrazione liturgica<br />
32 . Un ruolo particolare doveva svolgere, nell’economia generale dei rituali,<br />
la seconda arcata libera se solo nella fronte dei due pilastri era stata <strong>in</strong>cisa una croce<br />
a braccia patenti (figg. 78, 83-84), poi successivamente obliterata da un impasto<br />
di rivestimento. Tracce più cospicue di questo <strong>in</strong>tonaco parietale si colgono soltanto<br />
nel secondo pilastro libero sul versante a destra e su una risega <strong>della</strong> conca absidale.<br />
Relativamente a quelle sul piedritto (fig. 85), Paolo Orsi accenna come di «una<br />
grande iscrizione dip<strong>in</strong>ta <strong>in</strong> rosso <strong>in</strong> 9-10 l<strong>in</strong>ee sopra un cartello bianco di m<br />
0.60 x 0.60 […] senza senso alcuno» 33 .<br />
Abside<br />
<strong>La</strong> conca absidale si <strong>in</strong>serisce asimmetricamente rispetto alla parete dell’aula<br />
(figg. 86-87) con un ampio arco complanare di cui manca il piedritto s<strong>in</strong>istro, demolito<br />
con parte <strong>della</strong> conca per far posto ad una mangiatoia. <strong>La</strong> luce dell’arcata<br />
presbiteriale è ricostruibile <strong>in</strong> m 3.60 con una parete libera a destra ampia m 1 circa<br />
e a s<strong>in</strong>istra m 1.50. In realtà, la corda <strong>della</strong> conca absidale è maggiore <strong>della</strong> luce<br />
nesto alle arcate ancora visibili al soffitto.<br />
30<br />
Dalla curvatura di <strong>in</strong>tradosso del tratto di reni superstite non è chiaro se questa «transenna»<br />
fosse ad uno o due archi (a sesto ribassato).<br />
31<br />
Basilica di Maccari-Citta<strong>della</strong> (VI: ORSI 1942, p. 43); S. Foca di Priolo (VI: ORSI 1942, pp.<br />
60-61); basilica di Kaukana e <strong>della</strong> Pirrera (VI: G. DI STEFANO, <strong>La</strong> regione camar<strong>in</strong>ese <strong>in</strong> età romana,<br />
Modica 1985, p. 28; G. DI STEFANO-P. PELAGATTI, Kaukana. Il chorion bizant<strong>in</strong>o, Palermo 1999, p.<br />
36). Arcate anteriori occluse troviamo già nel 450 <strong>in</strong> S. Giovanni di Studio a Costant<strong>in</strong>opoli (MANGO<br />
1974, p. 61, fig. 62).<br />
32<br />
<strong>La</strong> «transenna» verso la navata destra lascia pensare ad un settore retrostante più defilato,<br />
forse dest<strong>in</strong>ato ai diaconi e suppellettili rituali o alle donne nel caso di separazione dei fedeli per sesso.<br />
33<br />
ORSI 1942 , p. 24.<br />
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