Paesaggi Archeologici della Sicilia Sud-orientale - La Sicilia in Rete
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Il territorio tra Tardoantico e Altomedioevo nella cuspide sud-<strong>orientale</strong> <strong>della</strong> <strong>Sicilia</strong><br />
Con specifico riferimento all’ambito cronologico di nostra pert<strong>in</strong>enza, anche<br />
l’altomedioevo sembra proporre una più stretta relazione tra la costa meridionale<br />
dell’Isola, e i tracciati viari che dagli Iblei consentono un collegamento con Siracusa<br />
attraverso la fascia meridionale dell’altopiano acrense. Un primo it<strong>in</strong>erario di<br />
collegamento tra Ragusa e Canicatt<strong>in</strong>i è verificabile dal punto di vista documentario<br />
nel pieno Medioevo ma deve probabilmente risalire <strong>in</strong>dietro nel tempo, <strong>in</strong> considerazione<br />
dello specifico spessore che i due centri com<strong>in</strong>ciano ad acquisire dalla<br />
tarda età bizant<strong>in</strong>a 16 .<br />
<strong>La</strong> stessa <strong>in</strong>dicazione <strong>della</strong> medievale Via di Spaccaforno 17 aiuta a <strong>in</strong>dividuare<br />
l’articolarsi di una viabilità <strong>in</strong> direzione sud-ovest verso il modicano che come<br />
abbiamo visto nel dibattito di età moderna assumerà un peso prevalente nella costruzione<br />
<strong>della</strong> rotabile per Modica.<br />
Al progressivo rafforzamento dei collegamenti tra gli Iblei e il territorio net<strong>in</strong>o<br />
deve avere contribuito la configurazione <strong>in</strong> chiave difensiva dei centri di Scicli,<br />
Ragusa e Modica che giocano un ruolo non <strong>in</strong>differente nel presidiare la viabilità<br />
che dalle coste meridionali prosegue <strong>in</strong> direzione nord-est verso la capitale<br />
dell’Isola, <strong>in</strong>tersecando il territorio net<strong>in</strong>o. Il riferimento a Siracusa aiuta a comprendere<br />
meglio il senso complessivo del processo di fortificazione che <strong>in</strong>teressa i<br />
centri appena menzionati: centri la cui importanza strategica è evidente dai riferimenti<br />
contenuti nelle Cronache <strong>della</strong> conquista islamica e che aiutano a ricostruire<br />
il disegno complessivo, perseguito dall’impero bizant<strong>in</strong>o <strong>in</strong> previsione di uno sbarco<br />
da <strong>Sud</strong>, a protezione delle pr<strong>in</strong>cipali arterie di accesso alla capitale.<br />
A ben vedere, il rilievo assunto da questa parte <strong>della</strong> fascia costiera meridionale<br />
sembra risalire già ad età tardoantica, <strong>in</strong> concomitanza con il crescere di una<br />
serie di <strong>in</strong>sediamenti con «spiccate caratteristiche portuali» (Kaukana, Apoll<strong>in</strong>e n.<br />
36) e piccoli approdi e scali (Torre di Pietro, Maulli, Donnalucata, Sampieri) «legati<br />
all’<strong>in</strong>tenso traffico commerciale e militare diretto verso la costa nord africana» 18 .<br />
Lo stesso relitto bizant<strong>in</strong>o di Pantano Longar<strong>in</strong>i 19 (n. 35) contribuisce ad accrescere<br />
lo specifico spessore delle attestazioni riferibili al VI-VII sec. e se commisurato<br />
con il quadro <strong>in</strong>sediativo che com<strong>in</strong>cia ad emergere dalle ricognizioni<br />
sull’altopiano modicano lascia presupporre una più fitta relazione tra l’entroterra e<br />
16<br />
<strong>La</strong> crescente importanza di Canicatt<strong>in</strong>i a partire da Età Tardoromana e bizant<strong>in</strong>a era già stata<br />
messa <strong>in</strong> evidenza dalle ricerche di P. ORSI, Canicatt<strong>in</strong>i Bagni. Gruppi cemeteriali cristiani e bizant<strong>in</strong>i,<br />
<strong>in</strong> Nsc 1905, pp. 425-427. Allo stesso panorama cronologico appartiene anche il ritrovamento<br />
delle argenterie di contrada Muraglie (VI sec. d.C.) (G. AGNELLO, Le argenterie di Canicatt<strong>in</strong>i Bagni,<br />
<strong>in</strong> Atti del VII Congresso Internazionale di Studi Bizant<strong>in</strong>i, Salonicco 12-19 aprile 1953, vol. I, Atene<br />
1955, pp. 110-125).<br />
17<br />
Cfr. ARCIFA 2001a, p. 188.<br />
18<br />
LENA - BASILE-DI STEFANO 1988, p. 71.<br />
19<br />
P. THROCKMORTON, The Roman Wreck at Pantano Longar<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> IntJNautA, II.2, 1973, pp.<br />
243-266.<br />
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