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Paesaggi Archeologici della Sicilia Sud-orientale - La Sicilia in Rete

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Introduzione<br />

Addentrarsi nei paesaggi archeologici degli Iblei di Rosol<strong>in</strong>i non è di tutti i<br />

giorni e non è molto gratificante, a causa dell’immediato <strong>in</strong>eludibile confronto con<br />

l’ormai famosa Cava d’Ispica, che <strong>in</strong>cide il tavolato ibleo pochi chilometri più a<br />

ponente. Altre mete attrassero tradizionalmente i pochi viaggiatori che osarono<br />

avventurarsi nelle plaghe <strong>della</strong> cuspide sud-<strong>orientale</strong> dell’isola, compreso il grande<br />

topografo saccense Tommaso Fazello, che nel C<strong>in</strong>quecento durante le sue peregr<strong>in</strong>azioni<br />

come predicatore domenicano non si lasciò sfuggire siti anche impervi<br />

<strong>della</strong> <strong>Sicilia</strong>, dove fossero visibili vestigia dell’età classica. Un’importanza maggiore<br />

al paesaggio e ai resti archeologici dispersi nella campagna annettono il pr<strong>in</strong>cipe<br />

di Biscari, Ignazio Paternò Castello, e i viaggiatori francesi dello scorcio del Settecento.<br />

In particolare Jean Hoüel, le pe<strong>in</strong>tre du Roi, si sp<strong>in</strong>ge f<strong>in</strong>o a Rosol<strong>in</strong>i e al<br />

feudo di Stafenna, la maggiore emergenza archeologica di questo territorio, e ne<br />

rileva il monumentale ipogeo dotato di due baldacch<strong>in</strong>i. Ora Francesca Buscemi<br />

ripercorre le orme di questi viaggiatori sulle trazzere <strong>della</strong> <strong>Sicilia</strong>, che spesso perpetuavano<br />

la viabilità antica. All’età preellenica o sicana venivano attribuite allora<br />

erroneamente molte escavazioni, anche di età paleocristiana e medievale, come<br />

quelle che caratterizzano gli abitati rupestri del massiccio ibleo. Ma tante erano<br />

veramente preistoriche, come quei caratteristici alveari che <strong>in</strong>taccano le pareti delle<br />

nostre ‘cave’, i cosiddetti ‘ddieri’, serie di grotticelle che non sono sempre abituri<br />

trogloditici, bensì sepolcreti siculi, ossia tombe a forno dell’età del Bronzo. Su<br />

queste prime presenze dell’uomo nell’area sud-<strong>orientale</strong> degli Iblei si sofferma <strong>in</strong><br />

questa sede Pietro Militello, che si rifà anche più <strong>in</strong>dietro, all’uomo cacciatore e<br />

raccoglitore senza sedi stabili, che lasciò alcuni manufatti litici nel riparo sotto<br />

roccia di contrada Stafenna verso la f<strong>in</strong>e del periodo Paleolitico, ossia nel tardoglaciale<br />

(circa 10.000 anni fa). Ma solo nel primo periodo dell’età del Bronzo si<br />

assiste ad una vera esplosione di villaggi <strong>in</strong> quest’area, nell’ambito di quella cultura<br />

che fu def<strong>in</strong>ita ‘castellucciana’ da quell’<strong>in</strong>faticabile esploratore <strong>della</strong> preistoria<br />

siciliana che fu Paolo Orsi, perché gli fu rivelata dalla discarica di un grosso villaggio<br />

posto sulle soprastanti coll<strong>in</strong>e di Castelluccio. Le già ricordate tombe a

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