Paesaggi Archeologici della Sicilia Sud-orientale - La Sicilia in Rete
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Rosol<strong>in</strong>i: la preistoria ed il paesaggio<br />
l’Isola è co<strong>in</strong>volta <strong>in</strong> una rete di traffici che mettono <strong>in</strong> rapporto il mondo egeo <strong>orientale</strong>,<br />
e soprattutto l’area micenea, con il Mediterraneo centro-occidente e che si<br />
sviluppano lungo due rotte pr<strong>in</strong>cipali: una dal Nord che arriva f<strong>in</strong>o a Thapsos presso<br />
Siracusa, l’altra Est-Ovest che si appoggia al sito di Cannatello, all’area<br />
dell’agrigent<strong>in</strong>o <strong>in</strong> generale e raggiunge la Sardegna. Questo fa sì che mentre le<br />
zone costiere degli Iblei risult<strong>in</strong>o pienamente co<strong>in</strong>volte <strong>in</strong> questo processo di miceneizzazione,<br />
la fascia <strong>in</strong>terna sembri <strong>in</strong>teressata <strong>in</strong> ritardo e non <strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>tensiva.<br />
I centri pr<strong>in</strong>cipali di irradiazione dovettero essere gli approdi costieri di Thapsos<br />
e Siracusa che costituirono centri di attrazione il cui sviluppo portò, probabilmente,<br />
all’abbandono delle aree limitrofe spiegando la riduzione delle testimonianze<br />
degli <strong>in</strong>sediamenti. Nella fase successiva di Pantalica (1200-1000 a.C.) la dim<strong>in</strong>uzione<br />
degli abitati, a favore di un aumento <strong>della</strong> loro popolazione, porta a un vero<br />
e proprio fenomeno di protourbanizzazione. Questo ebbe forse come effetto anche<br />
un abbandono di ampie aree lontane dai pr<strong>in</strong>cipali centri, e qu<strong>in</strong>di un <strong>in</strong>selvatichimento<br />
di gran parte degli Iblei. D'altra parte, però, proprio <strong>in</strong> questi secoli appaiono<br />
nuovi strumenti che rassomigliano a zappe e unc<strong>in</strong>i per potare che riflettono<br />
un <strong>in</strong>cremento dell’arboricultura 30 e qu<strong>in</strong>di la possibilità che s<strong>in</strong>goli appezzamenti<br />
com<strong>in</strong>ciassero a configurarsi come frutteti o giard<strong>in</strong>i.<br />
Nell’area di Rosol<strong>in</strong>i erano noti f<strong>in</strong>o a poco tempo addietro solo pochissimi<br />
siti del Bronzo Medio 31 e due per quello Tardo, questi ultimi noti sostanzialmente<br />
per due frammenti ceramici <strong>della</strong> facies di Pantalica Nord, provenienti da Cava<br />
<strong>La</strong>zzaro e dal Tellesimo 32 . Per il Bronzo Medio le testimonianze, ad eccezione del<br />
Cozzo delle Giummarre, <strong>in</strong> territorio di Noto, da cui provengono forse due vasi<br />
<strong>della</strong> facies di Thapsos, sono rappresentate esclusivamente da tombe scavate nella<br />
roccia, assegnabili al XIII secolo esclusivamente su base tipologica 33 . Il sistematico<br />
lavoro di ricognizione condotto da V. Rizzone, A.M. Sammito e G. Terranova ha<br />
portato a c<strong>in</strong>que gli esemplari noti nel Rosol<strong>in</strong>ese: due a Cava <strong>La</strong>zzaro (fig. 31), sul<br />
versante s<strong>in</strong>istro, opposto a quello <strong>della</strong> necropoli con le tombe a fronte pilastrata, e<br />
tre nella Cava Cucco Pra<strong>in</strong>ito (queste ultime già note da segnalazioni di L. Guzzardi).<br />
Tombe troncoconiche si trovano, <strong>in</strong>vece, nella medesima Cava Pra<strong>in</strong>ito, <strong>in</strong> c.da<br />
30<br />
LEIGHTON 1999, p. 205.<br />
31<br />
GUZZARDI 1985-1986; L. Bernabò Brea (Pantalica, Napoli 1990) non cita alcuna stazione<br />
del Bronzo Medio <strong>in</strong> quest’area.<br />
32<br />
Da Cava <strong>La</strong>zzaro proviene una presa triangolare di ceramica a stralucido rosso, conservata<br />
presso il Museo di Modica (<strong>in</strong>v. 642) (A.M. SAMMITO, <strong>La</strong> necropoli di c.da Mista a Modica, <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong><br />
Archeologica, 32, 1999, p. 97, n. 22). Da Cava dei Servi proverrebbe un bac<strong>in</strong>o su alto piede (BRUNO<br />
2002, p. 112 e foto 2).<br />
33<br />
Si tratta del cd. tipo a tholos, sul quale vedi il fondamentale studio di F. TOMASELLO, Tombe<br />
a tholos <strong>della</strong> <strong>Sicilia</strong> centro-meridionale, <strong>in</strong> Cronache di Archeologia 1995-1996, Palermo 1997.<br />
Si vedano anche le mie considerazioni <strong>in</strong> MILITELLO 2007.<br />
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