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Paesaggi Archeologici della Sicilia Sud-orientale - La Sicilia in Rete

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L’architettura<br />

navate centrale e destra sarebbero posteriori di qualche secolo. Ad età postcostant<strong>in</strong>iana<br />

datano, <strong>in</strong>vece, l’escavazione sia Giovanni Savar<strong>in</strong>o 24 (V secolo d.C.) sia<br />

Michele Mess<strong>in</strong>a 25 che dist<strong>in</strong>gue tra un nucleo orig<strong>in</strong>ario funerario (IV-V d.C.) e il<br />

successivo impianto cultuale (VI e il VII secolo d.C.). Questa cronologia altomedievale<br />

ripropone Salvatore Giglio <strong>in</strong>vocando, a riprova, alcuni dettagli architettonici,<br />

quali le arcate ad «imposte risegate» e le sepolture ad arcosolio 26 (fig. 74).<br />

A tutte queste, non poche, perplessità sull’impianto progettuale - la dest<strong>in</strong>azione<br />

del luogo di culto e la cronologia dell’escavazione - si aggiungono le tante<br />

imprecisioni sulle effettive connotazioni dimensionali che, <strong>in</strong>vece, potrebbero contribuire<br />

a ritessere le fila di un eventuale disegno organico complessivo, nonostante<br />

le fisiologiche asimmetrie dello scavo «per levare». È stata pertanto ritenuta <strong>in</strong>dispensabile<br />

l’elaborazione di un nuovo rilievo grafico, effettuato nonostante il degrado<br />

e le difficoltà logistiche. Sulla base di questa documentazione è stato facile<br />

avanzare alcune puntuali considerazioni generali e l’analisi di dettagli f<strong>in</strong>ora trascurati.<br />

Va prelim<strong>in</strong>armente osservato che, nonostante che diverse parti siano ora<br />

cadute o demolite, un loro puntuale riscontro si può desumere nei risparmi rocciosi<br />

ancora pendenti dal soffitto. Per <strong>in</strong>tegrare il perimetro orig<strong>in</strong>ario si è, pertanto, fatto<br />

ricorso alla pianta iposcopica (figg. 75-76), <strong>in</strong> cui le sommarie sgrossature ben evidenziano<br />

non solo le difficoltà <strong>in</strong>contrate dai fossori, ma anche i processi di escavazione<br />

e i rimandi alla orig<strong>in</strong>aria impostazione progettuale 27 . Il piano di riferimento<br />

grafico più congruo è stato ritenuto quello di imposta delle arcate pr<strong>in</strong>cipali <strong>della</strong><br />

navata e del tegurio, perfettamente rilevabili e <strong>in</strong>tegre tranne che <strong>in</strong> un caso.<br />

navata centrale è lunga m 14 e larga <strong>in</strong> media m 6.80. A s<strong>in</strong>istra il primo pilastro misura m 2.70 x<br />

1.10, il secondo e il terzo m 0.50 x 0.40, mentre il quarto è spezzato a m 0,26 dal soffitto. A destra i<br />

pilastri misurano: il primo m 2.40 x 0.65, il secondo e il terzo m 0.75 x 0.75, mentre il quarto è spezzato<br />

a m 0,38 dal soffitto.<br />

24<br />

G. SAVARINO, <strong>La</strong> basilica ipogeica rupestre del V secolo d.C., <strong>in</strong> Ricognizione e catalogazione<br />

dei BB.CC.AA. 1988, Scheda n. 17 A. Secondo Savar<strong>in</strong>o la navata centrale è larga m 6.40 e lunga<br />

m 14.20 dal pr<strong>in</strong>cipio dell’abside all’<strong>in</strong>gresso; la navata destra è larga, nella parte <strong>in</strong>iziale, m 2.75;<br />

la navata s<strong>in</strong>istra è larga, verso l’<strong>in</strong>gresso, m 5.80. I pilastri liberi sono spessi il primo di destra m<br />

0.61 x 0.68, il secondo di destra m 0.63 x 0.68, il primo di s<strong>in</strong>istra m 0.55 x 0.52, il secondo di s<strong>in</strong>istra<br />

m 0.60 x 0.62.<br />

25<br />

M. MESSINA, <strong>La</strong> basilica Paleocristiana del Castello Platamone di Rosol<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> Corriere<br />

Elor<strong>in</strong>o, 1 giugno 1999, p. 4.<br />

26<br />

GIGLIO 2002, pp. 28-32.<br />

Secondo lo studioso la navata pr<strong>in</strong>cipale è larga m 6.60, profonda m 14, alta m 3.70. Le navate<br />

laterali hanno una larghezza media di m 2.80, una profondità di circa m 14 ed un’altezza di m 3.35.<br />

L’abside è larga m 3.65 e profonda m 3.05.<br />

27<br />

Cfr., <strong>in</strong> questo volume, Trapani.<br />

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