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Paesaggi Archeologici della Sicilia Sud-orientale - La Sicilia in Rete

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Introduzione<br />

abbandono delle coste sembra aver rafforzato i villaggi situati più all’<strong>in</strong>terno, sul<br />

marg<strong>in</strong>e del massiccio ibleo, dando luogo ad una nuova viabilità, spostata molto ad<br />

ovest rispetto alla via costiera e anche alla strada romana del Castellazzo <strong>della</strong><br />

Marza. <strong>La</strong> nuova direttrice viaria si sviluppa proprio ai piedi del sistema coll<strong>in</strong>are<br />

<strong>in</strong> modo da collegare direttamente a Siracusa Stafenna, Rosol<strong>in</strong>i e soprattutto<br />

l’emergente Ispica.<br />

All’ampio ed approfondito quadro <strong>della</strong> documentazione archeologica del<br />

territorio di Rosol<strong>in</strong>i fa seguito, nel ben articolato volume curato da Francesca<br />

Buscemi e Francesco Tomasello, una seconda parte costituita da tre contributi<br />

dedicati specificamente alla poco conosciuta, ma grandiosa basilica rupestre ricavata<br />

nella testata dello spalto roccioso di Rosol<strong>in</strong>i e obliterata dal soprastante palazzo<br />

Platamone. Scoperta da C. Sciuto Patti nel 1880 e, a causa <strong>della</strong> sua dest<strong>in</strong>azione<br />

impropria, visitata successivamente con difficoltà solo da pochi altri studiosi,<br />

la chiesa ipogeica è stata fatta ora oggetto di un rilievo accurato, utilizzando anche<br />

le tracce di parti mancanti ben leggibili nel soffitto. Essa risulta costituita da tre<br />

navate, monoabsidata e fiancheggiata da un ambiente a tegurium e da altri vani,<br />

che sono stati descritti m<strong>in</strong>uziosamente da Marilena Far<strong>in</strong>a, mentre Francesca<br />

Trapani ha proceduto a r<strong>in</strong>tracciarvi simmetrie, griglie progettuali e moduli, ricorrendo<br />

al confronto con gli altri edifici sacri coevi del comprensorio ibleo. Se ne<br />

ev<strong>in</strong>ce un chiaro <strong>in</strong>serimento nella tradizione costruttiva tardo-antica, che viene<br />

orientata da Roma e non ha risentito ancora degli <strong>in</strong>flussi del mondo <strong>orientale</strong>.<br />

Anche l’unità di misura utilizzata risulta essere stata il piede romano e non quello<br />

bizant<strong>in</strong>o. A conclusione di tutte queste analisi, Francesco Tomasello si chiede<br />

opportunamente quale possa essere stata la motivazione di un <strong>in</strong>tervento così eccezionale<br />

per un ambiente rupestre, anche come dimensioni, dato che la chiesa si<br />

espande su ben 91 mq, estensione più consona ad un contesto urbano. Una meticolosa<br />

analisi delle tracce <strong>in</strong> roccia permette al Tomasello di scoprire nell’abside<br />

l’orig<strong>in</strong>aria presenza di un synthronon e nell’ambiente attiguo a s<strong>in</strong>istra le tracce di<br />

un baldacch<strong>in</strong>o retto da quattro colonne e con al centro del pavimento una traccia<br />

circolare, per cui suggerisce di <strong>in</strong>terpretare questo vano come battistero. <strong>La</strong> conclusione<br />

che Egli ne trae sul piano liturgico e storico è di grande rilievo, <strong>in</strong> quanto<br />

<strong>in</strong>dividua <strong>in</strong> questa complessa escavazione una chiesa battesimale, che perciò<br />

doveva essere <strong>in</strong>serita <strong>in</strong> un centro abitato di particolare importanza demografica. Il<br />

synthronon <strong>in</strong>dividuato nell’abside <strong>della</strong> basilica rupestre suggerisce <strong>in</strong>oltre la<br />

presenza, sia pure saltuaria, di un chorepiscopo, vista la notevole distanza dalla<br />

sede episcopale di Siracusa. In quest’area i centri demici sopravvissuti dall’età<br />

classica erano ormai decaduti e si erano molto rarefatti. Resta perciò l’<strong>in</strong>terrogativo<br />

di quale fosse il nuovo centro demico che richiese questo <strong>in</strong>tervento monumentale,<br />

a meno che non fosse stato prescelto quello che poteva essere il semplice polo<br />

gestionale di una massa, prevalente tra le tante rivelate dalla già ricordata ricognizione<br />

archeologica <strong>in</strong> questo popoloso distretto agricolo. Mi sembra suggerirlo<br />

l’ossessivo addensarsi <strong>in</strong> quest’area tra Siracusa, Modica e il Pach<strong>in</strong>o di una serie<br />

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