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anno 2010 - Istituto studi atellani

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Nell’intera area di Terracena, che un tempo occupava una vasta insula, sono ancora<br />

riconoscibili sui paramenti murari di alcune case-torri appartenenti all’intero complesso<br />

architettonico. Le decorazioni a tarsie in tufo giallo e grigio si esplicano in<br />

caratteristiche fasce policrome che sottolineano e denunziano all’esterno l’andamento<br />

dei piani, segnando le basi delle finestre e vivificando nella massa muraria le aperture 25 .<br />

A questo punto, è il caso di prendere in considerazione la torre situata nella parte<br />

orientale. Su due dei lati sono presenti decorazioni a tarsia muraria nelle quali si<br />

rinvengono vari motivi e la classica sistemazione dell’arco entro il quale sono inseriti<br />

due archi minori che v<strong>anno</strong> a formare una bifora. I tufelli che compongono la<br />

decorazione sono di colore giallo e grigio; inoltre, tra ciascuno di essi, è inserito un<br />

elemento in cotto come diaframma che contribuisce un effetto policromo. Nello spazio<br />

tra gli archetti della bifora e l’arco maggiore è inoltre inserita una robusta cornice di<br />

tufo grigio che racchiude una stella a sei punte, in cui al centro di una delle due la<br />

decorazione era arricchita dall’introduzione di un bacino ceramico in invetriata, motivo<br />

che ritroviamo anche sulla facciata di Palazzo Veniero a Sorrento 26 .<br />

L’uso di elementi di ceramica inseriti in uno schema decorativo, contribuiva a conferire<br />

particolare luminosità agli edifici ed era diffuso in Campania tra i secoli XI-XIII 27 .<br />

Sull’altro lato della torre, nella parte settentrionale che affaccia all’interno di un piccolo<br />

cortile, sono ancora parzialmente in vista 28 .<br />

Fino a qualche <strong>anno</strong> fa era ancora visibile un’altra decorazione policroma che si<br />

svolgeva su di una seconda torre. Oggi, a causa di gravi manomissioni che h<strong>anno</strong><br />

arrecato danni irreparabili al monumento con l’ulteriore aggiunta alla costruzione di<br />

altri vani che sembrano collegare le due torri, inoltre appare completamente intonacata.<br />

Attualmente entrambe le torri di Castel Terracena sono state adibite abusivamente ad<br />

abitazioni private arrecando al monumento storico di così tanta valenza artistica<br />

notevole d<strong>anno</strong>.<br />

Palazzo Fruscione. L’edificio costituisce senza dubbio l’edificio civile più importante<br />

che possa vantare il centro storico di Salerno, anche se per ora versa in uno stato di<br />

completo degrado e abbandono. Esso sorge nella città antica di Salerno in un punto in<br />

cui lo spazio urbano risente della convergenza di due tracciati che organizzano il<br />

territorio in un percorso che parte da valle dell’Irno, via Tasso, e un altro che parte dalla<br />

valle del Sele, via Grimoaldo e via Adelperga, proprio tra quest’ultima strada e un’altra<br />

che prende il nome di via S. Maria dei Barbuti. Qui si erge Palazzo Fruscione le cui<br />

facciate ancora in vista si prospettano a sud in via Adelperga e ad est su via S. Maria dei<br />

Barbuti in un luogo in cui vi erano alcuni giardini che circondavano l’edificio 29 .<br />

La struttura primaria di Palazzo Fruscione si presenta in un nitido blocco chiaramente<br />

definito nella sua volumetria complessiva nello <strong>studi</strong>o delle facciate e nel rapporto<br />

cromatico dei tre piani 30 .<br />

Salerno, in «Storia di Salerno», I, 2000, pp. 81-86; A. BRACA, Il Duomo di Salerno.<br />

Architettura e culture artistiche del medioevo e dell’età moderna, Salerno 2003.<br />

25 L. G. KALBY, Tarsie ed archi intrecciati …, op. cit., pp. 33-40; R. PANE, Intarsi murali<br />

romanici a Salerno …, op. cit., pp. 38-39.<br />

26 S. CASIELLO, Architettura di età normanna in Campania, problemi di conservazione, in<br />

«Napoli Nobilissima», vol. XXXVIII, fasc. I-IV (gennaio-dicembre 1998), Napoli 1998, pp.<br />

189-190. P. PEDUTO, Bacini, tarsie e spolia nelle costruzioni …, op. cit., p. 112.<br />

27 P. PEDUTO, La ceramica, in I normanni popolo d’Europa, 1030-1200, Catalogo della mostra,<br />

Venezia 1994, pp. 295-297.<br />

28 S. CASIELLO, Architettura di età normanna in Campania, problemi di conservazione …, op.<br />

cit., pp. 188-189.<br />

29 L. G. KALBY, Il quartiere “Le Formelle” o “Le Fornelle” e l’ampliamento settecentesco nel<br />

centro antico salernitano, in «Rivista di Studi Salernitani», (1970), pp. 3-4.<br />

30 A. BRANCA, Palazzo Fruscione, in Il Centro antico di Salerno, op. cit., pp. 39-40.<br />

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